sabato 17 giugno 2017

SCIMMIE, DOPO LE LUPE

Arriva puntuale, finalmente dopo l’anno sabbatico di scoperta dei suoi freddi dell’algida Lux, la vacanza delle tre cucciole al rifugio dell’arrampicata. Quest’anno la novità è stata tecnologica: con un gruppo whatsapp (croce e delizia di molti genitori) Lux ha condiviso qualche scorcio della settimana: la gara del panino più bello in cui svetta, premio del pubblico (ma non della giuria) la creazione di Potts con wurstel verticale. Imbraghi, impegno e sorrisi. Il bagno al fiume - “Cucciola grande, serve che ci laviamo parecchio bene, quando torni...” “Perchè? Mi sono lavata al fiume mercoledì!” “Appunto. È sabato. E poi al fiume...c’era il sapone?”. Il coro degli apparecchi, un video esilarante di tutti gli otto-decenni dotati di apparecchi ortodontici notturni di varie fogge intonano (o stonano) Fra Martino. E sul “suona le campane” con tutti gli apparecchi, si ride parecchio.
Le mille passeggiate, vie di arrampicata, gare di corda (chi fa prima a rassettare, in sostanza) e gli immancabili soprannomi, uno più indovinato dell’altro. Botta, Scivolo, Ultimo e No, che guidati dal sempre più grande (e più buono) Godzilla hanno sfidato i loro limiti. Grazie, Lux, ancora una volta. Per aver mostrato a piccoli e grandi che, con quel po’ di attenzione per l’altro, il mondo è proprio un bel posto dove stare. E dove arrampicare come scimmie, perché no?

lunedì 12 giugno 2017

COME SE FOSSERO LUPE

Cinque anni insieme: esperienze, ricordi e racconti della mia vita di scolaro. Racconto

Potrei andare ovunque, nei posti più belli e magnifici del mondo, con persone famosissime, ma non sarà mai emozionante come questi cinque anni passati insieme ai miei fantastici compagni e alle supermaestre che ci hanno seguito in tutto il percorso pieno di difficoltà, in cui ci hanno sostenuto e consigliato.
Ricordo che in prima elementare eravamo tutti impauriti, come pecorelle sperdute, con le cartelle più grandi di noi, dalle quali spuntavano solo piccole gambette.
Iniziammo subito, con passo sicuro, a marciare verso la cima, la vetta, facendo piccole tappe per riposarci.
Il primo giorno di scuola, io conoscevo già quasi mezza classe: alcuni perchè alla scuola materna erano nella mia stessa classe (oppure in altre, ma comunque in giardino ci vedevamo); altri, invece, per "via fratelli".
Infatti, avendo sorelle (o fratelli) maggiori, è facile conoscere altre persone, se i bambini con cui vanno in classe a scuola hanno fratelli (o sorelle) della mia stessa età.
Non so se mi sono spiegata bene, ma il concetto è che conoscevo già tanti bambini.
E ne conobbi altri, simpatici o meno.
Così equipaggiati, con carta e penna come scudo e arma, partimmo subito per un nuovo, lungo viaggio, pieno di scoperte ed emozioni.
Anche se le prime settimane eravamo un po' timidi, già, in fondo, si vedeva che eravamo (e siamo ancora adesso) una banda scatenata, con costante voglia di fare.
Con i compagni sordi ci intendemmo subito con segni o scandire le parole con la bocca.
Poi, quando arrivò la L.I.S., la accogliemmo a braccia aperte, dandoci immediatamente da fare per imparare a comunicare con Y e SY.
Qui arriva il bello.
Durante le lezioni di matematica c'era chi, troppo stanco per stare sveglio, si addormentava sul banco e noi tentavamo di svegliarlo senza farci vedere o sentire dalle maestre.
La nostra prima gita, poi, fu un successone. Tra foto di gruppo e migliaia di pesci, nessuno è cascato in acqua.
FANTASTICO!
Ma ecco che arrivò presto l'estate e così se ne andò il primo anno di scuola elementare.
La seconda iniziò benone, con un nuovo arrivato che venne vivacemente accolto nella nostra ciurma scatenata.
Era Simms, che si integrò benissimo, facendo subito amicizia con gli altri amanti del calcio.
Anche la seconda passò velocemente, ma una cosa non la scorderò mai: la recita segnata di Hänsel e Gretel. Mi piacque moltissimo, soprattutto la parte in cui Els buttò CC in uno scatolone, il forno della strega.
Anche la seconda ci lasciò velocemente (come Vics, che andò in Cina per due anni) e ci ritrovanno subito in terza con un'altra persona con occhioni bluncome il cielo e una cascata di capelli d'oro.
Simpatica e un po' timida, Karin (carina di nome e di fatto) diventò immediatamente una di noi.
Non mi fu difficile socializzare con lei, perchè aveva quasi il mio stesso carattere e fui subito entusiasta di conoscere una nuova persona.
Qualcuno con cui proprio non sono riuscita a intendermi, invece, è Rab.
Infatti, quando fa qualcosa di fastidioso durante la lezione e la maestra non lo vede, noi gli chiediamo "gentilmente" se può smettere, ma lui ci ignora o lo fa ancora di più.
Non avevamo neanche un attimo di tregua; infatti iniziammo subito a studiare con una maestra "tanto scritto e poche parole": Gid.
Inoltre facemmo tantissime gite, tra le quali quella di fine anno, all'Archeopark; vi ho partecipato con un piccolo problemino al braccio sinistro...con il gesso, anche se fu come non averlo!
Fra tiro con l'arco, realizzare ciotoline di rame e attraversare il lago su una zattera ci divertimmo un mondo, eravamo tutti contentissimi.
Così tra sorrisi, risate e giochi, la terza si allontanò svelta come era arrivata e ci ritrovammo subito in quarta.
A differenza degli altri anni, però, questo non è iniziato molto bene: la maestra che ci avrebbe dovuto insegnare le materie di studio si è fatta male e l'hanno dovuta ricoverare in ospedale.
Così c'è stata un'insegnante di sostegno per i primi quattro mesi.
Era giovane e alle prime armi e noi facevamo un macello che, probabilmente, nemmeno all'inferno.
Non mi è piaciuta tanto la quarta, perchè l'abbiamo passata in un vortice di fretta e confusione.
Tranne l'esperienza a Bosco in Città. Quella sì che mi è piaciuta, anche se fuori dall'edificio in cui abbiamo dormito c'erano tuoni e fulmini.
Anche la quarta è finita frettolosamente.
Arriviamo in quinta: l'anno, secondo me, più bello e divertente (anche se ti sommergono di verifiche), ma anche quello delle lacrime e degli addii.
Appena ho messo piede nella nostra aula dopo tre mesi di vacanza, non ho potuto credere di essere già all'ultimo anno delle elementari. Erano passati troppo in fretta.
Probabilmente anche per le maestre è stato così. Siamo cresciuti velocemente, sotto la loro guida, la loro protezione, come se fossero lupe e noi i loro cuccioli.
Il che, in parte, è vero.
Ci hanno accuditi per cinque anni e, quando qualche volta litigavamo, riuscivano sempre a risolvere la situazione.
E ci riescono ancora adesso.
Con la banda così capitanata dalle maestre Dan - dico quello che faccio e faccio quello che dico - e ELL, abbiamo fatto un lungo percorso.

Un percorso che comprendeva tutto: risate, giochi, lacrime e laboratori, come un grande frullato di sentimenti ed esperienze che non scorderemo mai.