giovedì 25 agosto 2016

QUALCHE CITAZIONE

San Francisco è una città ripida. (Microba)
Hanno TRADITO il cioccolato! (Cucciola di mezzo, recensendo il celebre cioccolato Ghirardelli ripieno di caramello salato)

martedì 23 agosto 2016

QUEI GIGANTI AFFASCINANTI

Al contrario dell'avvicinamento al Grand Canyon, quando si arriva nei pressi del parco Sequoia (e per "pressi" si intendono i paraggi americani, in cui le manovre di avvicinamento sono piuttosto ampie) ci si aspetta di vedere ampie e verdissime forste, mentre al contrario il parco è circondato da brulle, giallissime colline ricoperte di fieno e qualche cespuglio che pochissimo hanno a che vedere con i giganti e celebri alberi dei record. Il parco Sequoia soprende dunque all'inizio con i suoi paraggi gialli e incolti; continua a stupire con il divieto di circolazione nella zona più interessante ai camper proprio come quello Noicinque. Una volta arrivati, fortunosamente e duecento chilometri di strada in più, ai magnifici alberi, ecco, qui è dove il gigante ti lascia senza parole. Soprattutto se scopri, insieme ad uno dei numerosi ed entusiati rangers, le mille curiosità che una sequoia nasconde.
Eccone qualcuna:
le sequoie giganti sono i più grandi alberi (in volume), ma non i più alti, che si trovano invece sulle coste della California settentrionale e si chiamano Redwood;
sono tra gli alberi più antichi anche se non immortali, ogni sequoia vive circa cinquemila anni; cresce però in altezza, come un teenager, per i primi cinquecento anni, al termine dei quali raggiunge la sua altezza (di circa cento metri) e comincia ad ingrossarsi, come nella mezza età; la loro lunghissima vita le ha rese però dei monumenti viventi ai caduti;
la riproduzione delle sequoie richiede che il fuoco faccia aprire le pigne che restano appese ai rami per circa un ventennio, in attesa del benefico calore;
le sequoie più grandi e famose hanno un titolo e un congnome, come il Generale Grant, la sequoia dalla base più ampia.
Ad una lettura più simbolica, ecco che cosa una sequoia consiglia:
ergiti alto e fiero
approfonda le radici nella Terra
sii lieto della tua naturale bellezza
bevi moltissima acqua
e infine: goditi la vista!

sabato 20 agosto 2016

METEO

A dispetto di ogni attesa, in Arizona, nel mese di agosto, il pomeriggio piove sempre. La notte spesso e la mattina qualche volta. Alla faccia di Willy il Coyote e dei suoi deserti rossi.

giovedì 18 agosto 2016

IL GRAND CANYON DI TRE JUNIOR RANGER

Il parco nazionale del Grand canyon offre a tutti i bambini la possibilità di diventare junior ranger dopo una formazione con loro (servono firme e timbri dei ranger stessi!) e la compilazione di un suggestivo quadernino che richiede attività volte alla scoperta e al racconto del Grand Canyon. Ecco una parte della consegna richiesta che ha fatto guadagnare, con solenne giuramento in due lingue presso il ranger Bruce, lo status di Junior Ranger alle cucciole.
"Find a magic spot to sit quitely by yourself. Write a short story that reflects your feelings about your magic spot at the Grand Canyon."

Calma assoluta,
intenso l'azzurro del cielo,
il fiume scorre in basso, senza fretta. 
Tutto tace.
                         Cucciola grande

Rocce rosse,
un cielo azzurro intenso.
Un fiume scorre pacifico tra le montagne del magico e misterioso Grand Canyon.
C'è silenzio, a parte qualche verso di animale,
ogni tanto.
Il vento soffia, il mio cuore batte in sintonia con la natura.
                        Cucciola di mezzo

Il Grand Canyon è bello ed emozionante.
Il Grand Canyon è terreno ma tagliato.
Il Grand Canyon è montagna tagliata.
                        Microba

Non contenti, i junior rangers si sono comprati con la loro (più che abbondante, grazie a cospicue donazioni extra-genitoriali) parte di cassa, un meraviglioso manuale che suona un po' così: who pooped. Grazie al manuale nuovo di zecca, ecco che le esplorazioni faunistiche hanno assunto tutt'altro sapore.

mercoledì 17 agosto 2016

QUEL PRIMO, INDIMENTICABILE SGUARDO

Non te lo aspetti. Ti coglie di sorpresa, dopo averti distratto con inattese foreste, qualche scoiattolo e molti cerbiatti. Cammini un po' scettico lungo un sentiero di pietre lisce. E poi eccolo, in tutta la sua incredibile maestosità che ti lascia senza parole. Si apre alla vista senza fine con un arcobaleno di colori e falesie imponenti. Non sempre si vede il fiume scorrere sul fondo, ma lo si sente ruggire nelle rapide che tanto incantano gli amanti del rafting, un miglio (milleseicento metri!) più in basso. E per guardare più in basso, oltre a perdersi all'orizzonte, lo sguardo cerca il fondo del Canyon proprio giù in verticale, dove se soffri di vertigini qui la sensazione è amplificata all'ennesima potenza.
Sul canyon volano maestosi molti rapaci, si avvistano molti corvi enormi e nerissimi  e alcuni falchi che sorvolano planando una meraviglia della natura.
I Noicinque arrivano a farsi sorprendere da tanta grandiosità quasi all'ora del tramonto, quando la luce obliqua regala ancora più sfumature di colori. Perfino il cielo sembra cedere a tanta grandezza e perdere di importanza di fronte ad uno spettacolo che toglie il fiato. Questo il loro primo assaggio di Gran Canyon, con il proposito di esplorarne i molti altri punti di vista il giorno dopo. Per oggi, la grandezza nel cuore.
A completamento di questo primo assaggio, raggiungono il ranger Marker alle otto si sera per la Full Moon Walk, la camminata alla luce della luna. Il ranger, che è una ranger molto simpatica, racconta curiosità di astrologia spicciola sull'intensità della luce della luna piena e sui cambiamenti che la luna piena porta per gli animali del canyon. Ma quali animali? Pare siano moltissimi i predatori che popolano il territorio: i leoni di montagna e i serpenti a sonagli rosa sono quelli che riscuotono il maggior successo. Il ranger racconta storie di animali e uomini alla luce di una luna che filtra attraverso le nubi e anche nel buio si coglie la grandezza di questa natura. Avvistamenti delle cucciole: un topino minuscolo visto da vicinissimo che le ha molto emozionate. Non proprio un leone di montagna, però....

martedì 16 agosto 2016

QUANDO GRANDE È MEGLIO

C'è una cosa, però, per cui Las Vegas offrendosi esagerata riscuote un discreto successo presso le minorenni Noicinque: il vicino acquapark del sobborgo di Henderson, di recentissima costruzione e progettato in funzione della regola del più. Più alto, più vario, più spericolato. Però. Però ci sono alcune rigide regole locali che richiedono dei limiti di peso (minimi e massimi, questi ultimi irraggiungibili) per alcune delle attrazioni più spericolate. XX e cucciole si sono dunque presentate, dopo una coda lentissima (a causa delle suddette regole) sotto un sole cocente, in cima ad un enorme rotolo azzurro in cui si veniva lanciati con un gommoncino giallo a quattro posti. Niente da fare, troppo leggere. (XX ha un po' sorriso sotto i baffi all'idea di sentirsi troppo leggera, prima di vedere la delusione accendersi sui volti cuccioli). Invano cercano di mischiare le carte con alcuni pesi massimi in fila con loro, gli inflessibili controllori le costringono a ripiegare su più morbide attività.
Il tarlo del pericolo però rimane e, con una speranza in controlli più laschi all'avvicinarsi della chiusura, ritentano la sorte. La bilancia è quella, loro anche e continuano a non raggiungere il limite inferiore di peso.
Dopo di loro in fila c'è però un quartetto di smaliziate signorotte americane sorridenti. Sfoderando una discreta faccia tosta, XX chiede loro la loro disponibilità a rimescolare le carte e dividersi due a due in modo da raggiungere i limiti di peso (due adulti e due bambine è stata la spiegazione, la realtà era che ciascuna delle signorotte pesava probabilmente come XX+cucciole). Loro accettano con garbo, due di loro si fanno carico della microba e della cucciola di mezzo e la bilancia questa volta risponde con una rassicurante luce verde.
Il giro sul gommone sparato a velocità e ad altezze folli è stato molto divertente, nessuno - nemmeno la microba per la quale si temeva il peggio - è stato sbalzato fuori come un missile. La stessa microba, serafica alla fine di un giro thrilling che nemmeno YY si era sognato di fare, ha commentato all'uscita mentre tutti si salutavano: "Meno male che erano grasse. Le signore, dico. Meno male che erano grasse." Si, e meno male che reano americane, ha pensato XX, e non hanno capito. Quando si dice, qualche volta, grande è meglio.

lunedì 15 agosto 2016

IL CONTRAPPASSO

Come la meraviglia si scioglie di fronte alla grandezza della natura di Yosemite e dei monti della Sierra, uno stupore, ma di tutt'altro genere, accoglie i Noicinque all'ingresso della rutilante Las Vegas.
Situata in mezzo al nulla, deve la sua fortunata espansione alle permissive leggi del Nevada sul gioco d'azzardo e alla creazione del più grande lago artificiale che grazie ad una grande diga garantisca fornitura dell'enorme quantità di energia che richiede. A Las Vegas fa caldo, caldissimo, ma la città è fatta per vivere all'interno dei suoi mille casinò che fanno a gara per essere il più attraenti possibile. Luci, musiche, spettacoli di strada, fontane e giochi d'acqua si alternano sulla Strip, la strada principale, dove ogni edificio fa aspira  ad essere il più grande, maestoso, imponente, o semplicemente, ad un occhio europeo, kitsch...
Le cucciole si divertono relativamente alle mille luci intuendo l'esagerazione che permea la città di Las Vegas come una linfa: tutto è e deve essere più. Più alto, più grande, più colorato, più scenografico, più maestoso, più imponente.
Salvo poi ridere come delle matte alle gondole finte del Venetian che funzionano con un pedale e commentare, da navigate viaggiatrici...beh ma qui...è tutto finto. Ebbene: si.

domenica 14 agosto 2016

I SOLDI MEGLIO SPESI

Due sono le cose che potevano trasformare un meraviglioso viaggio dall'altra parte del mondo un tour all'inferno: le nove ore di fuso orario che separano la California dall'Europa e le lunghe ore di guida nell'immenso e selvaggio west con la cantilena tripla del "quanto manca?" nelle orecchie - che, diciamocelo, quando stai guidando un affare anti aerodinamino color beigeolino spento lungo ventisette piedi che cambia le marce quando vuole lui (che non è quando vorresti tu) sulle strade strette dei bricchi della Sierra Nevada non è il passatempo migliore da avere nelle orecchie. Sorprendentemente refrattarie ai disturbi da jet leg, complice una veglia prolungata sui vari aerei che hanno preso per arrivare, le cucciole sono anche risultate sorprendentemente attive e non invasive nelle ore di guida. Giochi di carte, disegni, qualche lettura, ma soprattutto la musica ascoltata contemporaneamente, ma ciascuna con i propri auricolari e il proprio lettore di musica, perdendosi nelle note e negli incredibili panorami che attraversavano. Non una sola volta hanno mostrato insofferenza per le lunghe guide. I lettori di musica: tra i soldi meglio investiti da casa Noicinque.

sabato 13 agosto 2016

WILDERNESS

Il parco di Yosemite regala quel respiro al cuore e alla mente con panorami che tolgono il fiato. Fatte salve le proporzioni degli alberi, per le quali ci si comincia a sentire un po' simili agli gnomi da giardino, le caratteristiche delle montagne che lo popolano sono molto diverse dalle spigolose e addossate Alpi europee che siamo abituati a frequentare. A Yosemite le valli sono immense, più o meno da qualsiasi parte svetta l'imponente Half Dome, la mezza cupola che si avvista da ovunque e che sembra proprio una cupola tonda, ma fatta di montagna, e soprattutto tagliata a metà. All'estremità opposta del parco prati verdi e dorati e laghi azzurri incorniciano il volo maestoso di una meravigliosa aquila dalla testa bianca. Lo sguardo si perde all'orizzonte tra complessi di granito curiosamente lisci e rotondi e alberi altissimi, cascate e arcobaleni; il cuore respira, insieme alla mente, sciogliendosi lontano.

QUELLE PRIME IMPRESSIONI

Contro ogni pronostico XX e i Voiquattro si sono incontrati, per un caso assolutamente fortuito e con il volo di YY e cucciole che aveva accumulato oltre un'ora di ritardo, all'aeroporto di San Francisco ad un'ora piuttosto tarda. Dopo un recupero del camper l'indomani, partono alla volta del parco Yosemite. Scoprono in fretta che bisogna avere il cervello bello vispo per riuscire a ricordarsi tutta la formazione sul funzionamento camper, tanto che alcune cose - non del tutto essenziali - sono sfuggite alla loro padronanza per svariati giorni.
Scoprono altrettanto in fretta che il mito degli americani che rispettano i limiti di velocità è assolutamente falso.
E la cosa che li colpisce di più della natura selvaggia che incontrano in questi giorni di parco naturale non è subito visibile alla vista. I panorami tolgono il fiato, la fauna avvistata fino ad ora si è limitata a qualche spigliato scoiattolo, un paio lucertole e un paio di cerbiatti apparsi (e scomparsi) come un lampo sulla strada. Ci si mette un po' a capire che cosa c'è di profondamente diverso: l'altezza degli alberi. In un paesaggio alpino tutto sarebbe più schiacciato per terra mentre qui lo proporzioni delle sequoie che letteralmente svettano verso un azzurro intenso per decine di metri è qualcosa che ti colpisce in maniera sottile, lasciando che tu te ne accorga piano piano, per rimanerne profondamente toccato.

giovedì 4 agosto 2016

DIFFICILE SPIEGARLO

Un giorno intero. Con un'auto a disposizione, gli spazi del grande ovest da percorrere e scoprire. Che cos'ha di speciale tutto questo? La solitudine. La solitudine che si mescola con la libertà per una briciola di tempo, e che mi ha sopraffatto il cuore prima di riempirlo. 
Lunghe strade deserte, una meta lontana, mi fermo quando vedo qualcosa con cui valga la pena stare per un po'. Così ho accolto i brividi della partenza, recuperato la macchina a noleggio, imparato a godere delle comodità del cambio automatico e percorso miglia e miglia (come chiamano i chilometri in America) cantando a squarciagola o godendo inusuali silenzi.
La meta era il parco di Yellowstone, il più antico e famoso parco nazionale, quello che non riusciremo a vedere insieme. Così ho usato i miei occhi per voi, anche se lo so che non è uguale. Così ho sperato di essere un po' meno sola, un po' meno libera. Ho scattato mille foto, anche se il cuore che ha sobbalzato per la prima volta dopo una curva quando i primi geyser erano disponibili alla vista, parlando la potente e ancestrale lingua della terra e questo sobbalzo non sono sicura che sia nelle foto. Con i loro vapori di zolfo, le bolle di acqua bollente, i colori vividi, le fumaiole, i boati tonanti o sommessi, le onde. Ho girato piccoli video raccontandovi quello che vedevo, in molti casi la mia voce è stata superata dai potenti suoni della natura. Una cascata imponente, la corrente del fiume, il ruggito del geyser. Ho esplorato il parco dall'alba al tramonto sperimentando come è diverso essere soli. Ma solo con il corpo, però. Perchè anche se sola e con il cuore leggero, ho scoperto che ho cercato e visto ed esplorato tutto quello che avrei scoperto, cercato, visto ed esplorato se fossimo stati insieme. E ho cercato di raccontarvelo al meglio. Perchè in fondo, ma nemmeno troppo in fondo, Voiquattro siete sempre con me. Sempre.

UN POSTO PROFONDO E BIZZARRO

Fra la manciata di stati che XX ha incontrato in America, ce n'è uno che si è ricavato nel suo cuore un posto speciale. Perchè nonostante ci siano enormi differenze tra New York e l'Idaho rurale, tra la Virginia e La Los Angeles dei vip, c'è un angolo - piuttosto vasto, in realtà - che ti scava un posto nel cuore e non se ne va. Si tratta di quel quadrato un po' a sinistra della California, anche qui i confini sono tracciati con il righello come nell'Africa post bellica. Lo Utah si respira. Diverso. È poco popolato, come tutti gli stati del grande West, ma qui chi ci abita con grande probabilità è un mormone. Che sono, che fanno i mormoni? La chiamano anche LDSC, (Latter Day Saints Church, la Chiesa dei Santi dell'Ultimo Giorno), fonda i propri valori su famiglia, la comunità religiosa e il duro lavoro. E poi. E poi ci sono delle curiosità un po' buffe, qualcuna fa riflettere. Per esempio: i mormoni non bevono caffeina nè altri eccitanti. Niente caffè, niente tè, niente cola cola, niente Starbucks. Lo Utah è l'unico posto dove non trovi Starbucks ad ogni angolo, anzi, non ne trovi per niente. E poi. I mormoni ritengono talmente sacra la vita che credono che più alto è il numero dei tuoi figli, più vicino sei al paradiso (in cielo, perchè in terra XX sospetta che undici figli tendano piuttosto ad avvicinarti a tutti i gironi dell'inferno). Così nelle riunioni si ostenta proprio il numero di bambini per famiglia (non meno di cinque, otto il numero medio, undici il record in questo viaggio). E poi. Pare, ma questo è un gossip del curioso personaggio con cui XX ha viaggiato qualche giorno, che i mormoni mettano mutande speciali, non è chiaro se per la questione dei figli o per resistere alle tentazioni. Vengono comunque considerate sacre e, come su tutte le altre cose, con loro non se ne parla data la riservatezza e dell'argomento e dell'interlocutore.
A parte queste sfumate curiosità, la comunità dello Utah (Salt Lake City è stata fondata dal padre della religione, tal Joseph Smith, che avrebbe sentito la valle impregnata di una spiritualità profonda alla metà del milleottocento) trasmette sicurezza, calma, affidabilità, determinazione. Non stupisce che il simbolo dello stato sia la forma di un alveare, operoso e instancabile.
Le persone sono soltanto una parte della profondità che si respira qui. La valle non è in realtà una valle ma più simile a quello che con standard dimensionali europei si definirebbe "pianura". Circondata da monti maestosi, senza colline di transizione. Pianura. Monti altissimi. Gli edifici, nuovissimi e in grande espansione, offrono la vista di monti senza risparmio e senza paragoni grazie a sapienti e diffuse vetrate (perfino nelle sale d'attesa) - è un po' come se la maestosità fosse per tutti, quasi trascurabile. È però una maestosità che ti imprigiona il cuore.

mercoledì 3 agosto 2016

LA TESTA CHE GIRA

Da MM a XX
Ciao! Niente parco Phoenix oggi. Dopo 2 gg di vertigini e nausea ho portato la cucciola grande a ospedale Lenval: cristalli orecchio fuori posto e manovre come avevano fatto a me. Non sono passate del tutto ma speriamo bene. Baci.

Da YY a XX
Bisogna chiedere al medico se può volare.

Da XX a YY
NON SCHERZIAMO.

Insomma, queste settimane di mare sole mare in costa azzurra sono state un po' diverse rispetto alle attese. Oltre alla drammatica tragedia che ha colpito la città di Nizza e a causa della quale la percezione del mondo delle tre cucciole e non solo è purtroppo ormai diversa, ci sono state varie puntate mediche alla sanità francese per disturbi non gravi ma fastidiosi. Dopo l'incontro con il giovane dermatologo suggerito dalle amiche per curare l'ennesimo mollusco contagioso della cucciola di mezzo - pare che la sua pelle sia una calamita per i guai, un po' come lei, in effetti - la cura omeopatica a base di arsenico la domenica non sembra essere efficissima (...), l'esplosiva nonna MM ha avuto a che fare con i cristalli dell'equilibrio a causa dei quali la cucciola grande non riusciva più a stare in piedi. A carico della sanità francese si contano dunque due ingressi in pronto soccorso a distanza di quarantott'ore l'uno dall'altro, prelievi del sangue, misure dei valori basali, visite di medicina generale, visite neurologiche e otorinolaringoiatriche. Alla fine di vari giorni di visite, attese e manovre, un farmaco, più di qualsiasi manovra, sembra aver fatto il miracolo. Niente più vertigini. Si può volare. In California. Fiuuuu...