domenica 29 maggio 2022

PORTA APERTA

Ne avevano parlato diffusamente, dell’emergenza dei profughi dall’Ucraina, riflettendo sul se, sul come, sarebbero stati disponibili ad aprire la porta di casa. Hanno partecipato a seminari informativi, hanno diffusamente discusso sull’ennesima potenziale riorganizzazione della geografia di casa - si trova una soluzione che coinvolge l’appoggio incondizionato della nonna MM, che avrebbe ospitato la microba che a sua volta sarebbe stata disponibile a mettere la sua camera a disposizione.

Nulla succede per qualche settimana - durante la quale XX ritiene di combattere la sua personale battaglia contro il sistema e chiede, in situazione emergenziale come quella legata all’esodo dallUcraina, di accordare del tempo libero ai dipendenti che si impegnino nell’accoglienza, in assenza di regolamentazioni nazionali più strutturate. La speranza era di scardinare le regole aziendali ed ottenere un impegno su scala globale; ottiene una mezza vittoria perché del tempo viene accordato a lei, non potendo la società, che ha anche sedi in Russia, prendere posizione diversa da un’algida neutralità. Meglio di niente. Nel frattempo, attraverso un canale diverso, viene lanciato l’allarme: ‘ho con me Ollè, che è arrivata da Kiev ma lei è di Odessa, ma devo lasciare casa mia per due settimane. Dove la posso mandare?’

XX ne parla di nuovo in famiglia, l’unanimità allargata che comprende il sostegno della nonna MM è chiave in questa decisione, e si dicono che si, ok, Ollè può stare da loro, nella stanza microba, quella con il letto alto comodo solo per le scimmie e la coperta di pelo di pecora sulla sedia della scrivania, anche con trenta gradi.

mercoledì 18 maggio 2022

QUALCHE COSA, DELLE MOLTISSIME, CHE NON SAPEVO SU DUBAI

XX ha ricominciato a viaggiare un pochino, timidamente; lungo percorsi inediti, alla scoperta di realtà nuove. Viene trascinata, felice di esserlo, da un bizzarro signore Franco tedesco dalla statura e dallo spirito fuori dal comune. Così l’appuntamento è a Dubai, in albergo, ci sentiamo quando arrivi.

XX ha qualche ora libera (non troppe perché molte le dedica a rivedere il suo intervento di svariate ore previsto per il giorno successivo); così negozia alla concierge, si scopre che il paese è in lutto per la morte del re di Abu Dhabi, che guarda caso era anche il presidente degli Emirati. Quindi tutto è chiuso, nel rispetto del lutto.

XX intanto scopre che qui tutto deve essere ‘the most’: l’edificio più alto del mondo Abuja Halifa, 162 piani per oltre 800 metri di altezza. L’anello l’oro più grande del mondo, cesellato e dagli  intrecci più larghi di una porta; il museo del futuro, l’edificio ‘più bello del mondo’. La definitiva nozione manca di indicare secondo chi.

E queste sono alcune delle cose che si sanno, lì tutto parla di lusso, di esagerato, di più…e non per qualche ragione speciale, ma soltanto perché si può.

Ebbene, in questo troppo: Dubai, prima di diventare un posto così antropico, era deserto, dunque l’acqua non c’è. Ma di acqua ne serve parecchia, che costa molto cara ed è processata dal mare. Ebbene, nonostante l’acqua sia bene prezioso ancora più che altrove, nelle toilette il bottone per il mezzo scarico non funziona mai.

E poi: l’acqua, che per essere acqua dolce è processata dall’acqua di mare a caro prezzo, sciacqua poco il sapone e per niente il balsamo per i capelli.

E poi: la gente possiede un sacco di cani, ma non si capisce dove li porti a passeggio perché non ci sono i marciapiedi.

Infine, gli edifici: o sei un grattacielo, oppure la villa reale sul mare. Nessuna via di mezzo, chè il mezzo non è proprio di quelle parti.