sabato 24 settembre 2022

LA METÀ DEL TEEN

Alzo lo sguardo in camera e i miei occhi sono irrimediabilmente attratti da quella foto, fra le tante. Quella foto in cui lo sfondo è sutto occupato dalle liste arcobaleno di una panchina di tutti i colori, con le sfumature dal giallo al viola. Ogni listello di panchina, un colore. E sopra, stai in un equilibrio molto precario (non si vede dalla foto, ma me lo ricordo bene, quel senso di metterti seduta e tu tunf, da una parte, sbilanciata dal peso di una capoccia già molto densa). Un cappello più grande di te, un golfino blu ereditato da chissachi, un musino tondo e perfetto e poi loro, quei tuoi occhi che si capiva già sarebbero stati così intensa espressione di te, il tuo movimento. Avevi forse sei mesi, in quella foto, e ricordo perfettamente l’immersione nel tempo presente di allora, con poche domande sul futuro.

Oggi: sono passati quasi sedici anni da quella foto, sedici esatti da quando sei arrivata nel mondo, alla tua maniera, con la forza dirompente che ti caratterizza. Il medico non ha fatto in tempo ad arrivare in ospedale e tu sei nata in un niente, in un attimo di immensità.

Oggi sono passati sedici anni giusti, e mi piace pensare che questo tuo essere ‘teen’ sia proprio al centro della ‘teen-nitudine’, quell’età sospesa definita dai numeri inglesi tra i tredici e i diciannove anni. Ecco, un po’ come essere da una parte a metà del guado, dall’altra immersa, al baricentro perfetto e più intenso di sempre di questo periodo. 

Sixteen candels, una canzone e anche le candeline che troverai sulla tua torta, quella che hai chiesto al papà come desiderata e che così tanto ti rappresenta: la pasta frolla di fuori, dura e croccante e deliziosa, che fa rumore quando la rompi e la tagli e la mangi; poi la torta è piena piena di ricotta, morbida e dolce e deliziosa, profumata di agrumi, di fiori, di estate; i semi di grano, la cottura che richiede un sacco di tempo come tu sei signora del tempo (la gestione del tempo che comprimi e stiracchi resta un grande mistero, per me che amo programmare le attività, mentre il tuo tempo è proprio tutto tuo, gestione unica); le listelle di pasta frolla di sopra, che rendono la torta bellissima, come i tuoi riccioli curati ed accurati, e anche profondamente selvaggi un po’ come il tuo cuore teen.

Buon sedicesimo compleanno, cucciola di mezzo, che stai a metà, esattamente al centro di questo momento di cuore in subbuglio, corpo in subbuglio, mente in subbuglio. Un bellissimo subbuglio, il tuo.

lunedì 12 settembre 2022

L’ENERGIA DEI VOLTI INTERI

È il primo giorno di scuola, oggi. Ma non è per nulla un primo giorno di scuola come gli altri, questo; infatti in casa Noicinque si respira una strana elettricità. Le cucciole sono tutte sveglie ben prima delle sveglie, che erano già anticipate rispetto alle normali tempistiche mattutine. 

Così alle 7.30 la cucciola grande e di mezzo escono, straordinariamente insieme, decise a vincere la battaglia per il banco migliore. Manco fossero in prima elementare. Con delle cartelle pesanti e piene di nonsisachè, e che potranno soltanto diventare più pesanti e più piene.

Nella vita microba ci si scrive da ieri per organizzare un pranzo fuori, per ritrovarsi, riscoprirsi, e lei frigge dalla prima mattina aspettando gli amici alla finestra.

Perché, ci si chiede, circola questa energia. La risposta: perché si vedono. Si vedono con i volti veri, le smorfie della bocca che accompagnano finalmente in un intero che parla le espressioni degli occhi. Si vedono come non si sono mai visti. Si vedono in classe, in classi che hanno sempre popolato mascherati ed anonimi, condotte da insegnanti anch’essi e anch’esse mascherati ed anonimi, mascherate ed anonime, volti ignoti ed indecifrabili, così lontani dall’empatia necessaria al processo di apprendimento.

Così ritornano dopo una mattina inedita, con gli occhi accesi di novità. La microba si presenta con amica bionda per mostrarle la sua stanza, la cucciola di mezzo racconta con il sorriso dei dibattiti, del prof di italiano che sembra bravissimo, e della sua compagna di banco, la battaglia è andata a buon fine. 

Emoziona pensare che si possano vedere, per la prima volta dopo quasi tre anni, che si possano riflettere e costruire la loro identità e il loro futuro.

E la mattina frizzantina raccontava tutto questo.