giovedì 30 aprile 2020

LA QUARANTENA ADOLESCENTE, BACKSTAGE

“Cucciola, in camera tua apriresti le finestre?”
“Ma va. Non apro le finestre da una settimana.”
“Ma scusa - intervento igienico scientifico della cucciola di mezzo - NON FINISCE L’OSSIGENO?”
YY: “È già finito, non vedi?”

mercoledì 29 aprile 2020

LAVORI IN CORSO

Grande rivoluzione nella camera della cucciola di mezzo, dopo lo split dalla sorella di qualche settimana fa. Si prendono le misure per fare progetti, riciclare il riciclabile ed aggiornare il necessario.
“Nooo...ho fatto il progetto dell’armadio, guarda che bello. E non ci sta per 3 cm!”
“Non puoi arrotondare?” Il suggerimento microbo.

martedì 28 aprile 2020

SEMPRE GARA DI BARZELLETTE

La gara di barzellette, a cena in quarantena, si fa pericolosa abitudine.
“Come sono le orme di un T-Rex?
EN-ORME.”
“Come si arrampica su un albero un elefante?
Difficilmente.”
“Come mai il muro di Berlino è triste?
È giù di MURALES.”
“Che cosa fanno le foglie di basilico?
SI PESTANO.”
“Che cosa fa un però quando perde le pere?
Si DIS-PERA.”
“Come si chiama il fratello maggiore del sen-sei?
SEN-SETTE.”
“Perché il,pane non ha mai problemi?
LI-EVITA.”
La gara di barzellette, a cena in quarantena, si fa pericolosa abitudine.

lunedì 27 aprile 2020

BOOKCLUB

“Microba, adesso che abbiamo finito di sapere tutto sulle vite dei personaggi di Harry Potter, ti proporrei di leggere insieme ‘Il pigiama a righe’. È un libro molto bello.”
“No, dai, ‘Il pigiama a righe’ no.”
“Che cosa vuoi leggere?”
“Edgard Allan Poe.”

domenica 26 aprile 2020

QUARANTINED A DIECI ANNI

Compari ogni giorno sorridente ed arzilla, solo un po’ incerta di che giorno sia. Sicuramente un altro giorno in cui ti occuperai di te. Da sola, ahimè. Il computer ti regala scoperte interessanti, hai sviluppato carteggi regolari con la zia ed alcuni compagni. Mi commuove quello  che scrivi nelle mail e la competenza che sembri aver acquisito in così poco tempo. Il tuo tempo sospeso, il tempo di quando ci si sente i più grandi dei grandi, il tempo di quando a scuola si poteva essere preziosi per i piccoli, di quando, forte della tua esperienza di scuola elementare, sei certo di far parte di un gruppo che ti ama e ti conosce come difficilmente succederà in futuro. Ecco, tutto questo tempo prezioso ed indimenticabile, trampolino per il successivo passaggio a quell’adolescenza di scoperte e limiti ti è stato tolto. A dieci anni, in una primavera inoltrata che non si ricorda così bella da anni, complice la totale assenza di inquinamento, il tuo mondo è oltre lo schermo. Autonoma con le lezioni, le consegne, la mia piccola hacker, dispensi consigli agli amici meno spregiudicati ‘Dai, è facile, fai tasto destro..’.
Non so che cosa pensi, che cosa ci sia nel profondo del tuo cuore, sei restia a raccontarti. Posso immaginare una tristezza diffusa per la perdita dei riti di passaggio, posso immaginare che ti manchi il tempo dell’insieme, quello che lo schermo o non può sostituire. Non puoi correre, giocare a nascondino o fare le puzzette insieme, dietro uno schermo. 
E il mio cuore si stringe, quando scrivi, alla consegna ‘Scrivi un testo: in questo periodo di clausura forzata hai più tempo per riflettere...quali sono i tuoi pensieri più ricorrenti? Come vedi il tuo prossimo futuro, e che cosa desideri?’
- In questi giorni di quarantena penso soprattutto ai miei compagni, a quanto era bello stare insieme.
Molti bambini odiavano la scuola, e dicevano sempre “Non voglio andare a scuola!”, oppure “Voglio che la scuola non esista.”, però non si sarebbero mai immaginati una cosa del genere. Ora che sono accontentati, secondo me non vedono l’ora di tornarci, a scuola.
Ogni mattina mi sveglio e dico: “Che cosa faccio ora?” e poi mi rispondo subito. “Niente.” Niente. È questo il brutto della quarantena: non si fa niente di niente. Ci sono i compiti, sì, però una volta finiti...con i genitori che lavorano, le sorelle che studiano, o se non lo fanno stanno guardando il cellulare (molto sociali, no?)...in ogni caso, io ho un computer, però non posso stare tutto il giorno davanti ad esso. Si può leggere, sì, però mi si stancano gli occhi a leggere di continuo.
D’estate, io e la mia famiglia dovevamo andare in America, però è andato tutto a rotoli, così come le Olimpiadi. Pensate che mia sorella doveva stare due mesi in America, però hanno disdetto. Insomma, questo Coronavirus sta rovinando i sogni di tutto il mondo. Io volevo avere un ultimo giorno di scuola elementare bellissimo, mentre ora è molto probabile che vedrò i miei compagni solo attraverso un computer.
Vorrei che tutto tornasse alla normalit come se non fosse successo niente, ma questo virus rimarrà per sempre impresso nella storia. -
Ecco, forse in queste parole si leggono i tuoi pensieri profondi. La noia, va bene un po’, ma il troppo stroppia. L’inattività. La solitudine. E non bastano le letture insieme, i biscotti, il pesto che fai per tutti o il piccolo decoupage del mio cestino a farti sentire piena, perché le giornate sono e restano vuote e ci lasciano con i nostri pensieri e le nostre paure.
Allora vorrei scrivere anche a te una frase che ho letto di recente: ‘Dietro ogni imbrunire si nasconde un’alba. E allora colorala con i tuoi desideri, perché non sia scialba.’
Ironia e tempismo, mentre ti scrivo queste parole sei comparsa con un esperimento di sfumatura fatta a tempera: che tu sappia sempre colorare il tuo mondo, come ora stai colorando, vivido e allegro il nostro.
Con un amore immenso,


La tua mamma

martedì 21 aprile 2020

QUARANTINED A QUINDICI ANNI

Non un solo secondo di sonno sprecato. Compari assonnata, in pigiama, con gli occhi quasi chiusi e il cervello che ancora dorme, sei mattine su sette, appena in tempo per ingurgitare una frettolosa colazione, risvegliare il computer che non spegni mai (per non perdere i codici delle lezioni) e presentarti all’appello della prima ora. Rigorosamente con la telecamera oscurata ‘altrimenti salta la connessione’, ripeti come un mantra. Solo che la prof di greco, quella della live su YouTube al giorno due di scuole chiuse, vi vuole vedere in faccia, voi, boccioli della cultura di domani. E anche quella di ginnastica, che non sa bene cosa fare ma almeno vi vede e, chissà, alla fine dell’anno al consiglio di classe avrà un po’ più presente chi siete.
Con gli altri, schermo buio e microfono zitto, tranne quando tocca a te commentare il problema di algebra o correggere la frase di latino. Indossi rigorosamente i pantaloni del pigiama fino all’ora di pranzo e solo un’insistenza familiare ti fa mettere una felpa al posto della parte superiore del pigiama, o forse semplicemente sopra. “Guardate che tutti i miei compagni sono in pigiama, non si veste nessuno. Siete voi che siete strani.”
Eggià. Strani a lavarci, vestirci, fare il letto e pulire casa, rimanere in un’atmosfera di presentabilità anche quando non ci si deve presentare a nessuno.
E proprio tu, che dichiari di stare benissimo in quarantena, ti ritrovi a sorridere di più, a parlare addirittura, qualche volta, perfino con le sorelle. Le vai anche a cercare ogni tanto, ti ho visto, non dire di no. Dal piedistallo della tua cultura classica, ti ho anche sentito dare dettagli su Giulio Cesare che giudicavi carenti nel sussidiario di quinta elementare.
E più ci penso e più sono fiera di te e di come hai saputo reagire alla clausura - diciamo che non sei mai stata particolarmente una party girl - in quel momento magico di sospensione dell’adolescenza, quando il cervello crea connessioni come solo una volta prima, nel primo anno di vita, quando si costruisce l’identità della persona che sei e sarai, ecco, mi scopro fiera di vedere chi stai diventando. Triste, perché la costruzione dell’identità passa in gran parte attraverso la relazione che ci è oggi impedita se non filtrata da schermi inodori, triste perchè a quindici anni ci si tocca e ci abbraccia, ci si trova e ritrova con lo specchio dell’altro, e oggi lo specchio è un filtro colorato, si, ma senza sapore, odore nè tocco. Eppure. Eppure cerchi, e trovi, due sorelle con cui, talvolta, non sempre - per amor del cielo - fare, vedere e sperimentare. Eppure cerchi il contatto con i tuoi familiari, fino a qualche tempo fa considerati grossomodo coinquilini. 
Ebbene, ho trovato una frase che riporto qui: “Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice. Uno di questi si chiama acqua, un altro ancora si chiama vento, un altro ancora si chiama: sole e arriva sempre come una ricompensa dopo una pioggia.” Lo scrive Luis Sepulveda, lo dice il gatto che insegnò a volare alla gabbianella. E così questo e solo questo può essere l’auspicio per il tuo radioso futuro, quello che stai costruendo dietro uno schermo e che prima o poi si potrà di nuovo vivere dal vivo, in libertà. Con la libertà di ritrovare i tuoi amati cavalli indisciplinati, le prese di arrampicata, i sorrisi degli amici. Vola con lo spirito, per ora, come stai facendo. Per seguirlo con tutta te stessa appena puoi.


La tua mamma

lunedì 20 aprile 2020

FIGURATI LA GEOGRAFIA

Loro non sanno la geografia. Quel poco che apprendono e trattengono per più di mezza giornata lo assimilano andandoci, nei posti. Certo, l’insegnamento diventa un poco dispendioso, impossibile comunque in tempo di quarantena. Così, se alcune assonanze vengono talvolta chiarite con la ripetizione (Lecco-Lucca-Lecce; Taranto-Toronto; Tailandia-Tasmania-Tanzania le più ricorrenti) ce ne sono alcune non ancora sdoganate.
“Godzilla è andato in Irlanda a fare lo chef. A Dubai.”
L’assonanza Dubai-Dublino, per esempio.

E chissà quante altre “similitudini” geografiche sono in grado di partorire le menti cucciole in quarantena.

sabato 18 aprile 2020

CHEER UP

La famiglia americana di XX, quella meravigliosa che accolse XX a 17 anni per un’estate di inglese e non ci si è più lasciati, nonostante i (loro) incessanti traslochi dal Giappone all’Oregon, dal Tennessee all’Illinois.
Così, come si fa quando qualcuno è in difficoltà, si mandano gli aiuti. Così arriva una scatola di biscotti al burro di arachidi, un gioco da tavolo, maschere di bellezza, riviste di gossip sulla famiglia reale e molti altri cadeaux, tra cui spiccano alcuni burri di cacao per le labbra di cui la cucciola di mezzo è contrabbandiera professionista. Gli stick sono quattro, con profumi diversi, e parte la professionistica valutazione.
“Mmhh, questo ha anche la pappa reale...”.
“Macchè pappa reale...sarà la ‘papaya reale’, no?”

 No,cucciola grande, in effetti no...ma non sapevi tutto, sulle api?

giovedì 16 aprile 2020

OVER, ANNULLATO, CANCELLATO

Era solo questione di tempo. Alla fine è arrivata, la cancellazione del camp americano della cucciola di mezzo. “Vi scrivo per condividere una difficile, ma ferma, decisione - non siamo in grado di mantenere il programma dei residential camps per questa estate. In questi tempi di distanziamento sociale offriremo esclusivamente programmi online per mantenere la comunità in attesa di poterci riunire di persona.”. Così, senza mezze misure, messaggio diretto alla maniera americana. 
Il problema è che questo annullamento, piuttosto rilevante, è soltanto uno dei moltissimi in corso che affliggono, forse più di altri, l’attuale esistenza della cucciola di mezzo. L’elenco, parziale ed in ordine sparso, vede tra le cancellazioni più significative, l’agognato camp sportivo nel Michigan, l’esame di terza media, la settimana di arrampicata della Lux, quella speciale di chi ha fatto gli esami e si libera solo a luglio. E poi il campionato di pallavolo, le prove invalsi, l’esame PET di inglese, le visite dal dentista. Un milione di feste di compleanno, le uscite per lo shopping con le amiche. Il cinema, la pizza e il ristorante indiano.
E se possiamo pensare che il camp verrà frequentato il prossimo anno, la pizza e il cinema prima o poi, magari a distanza, magari tra un po’, torneremo a frequentarli, invece quel rito di passaggio che è l’esame di terza media, semplicemente, non ci sarà. Non ci sarà la tensione degli scritti, la preparazione degli ‘argomenti a piacere ‘ - sebbene su questo la scuola non si sia ancora espressa - le ricerche, la tesina. 
Non è pensabile che l’esame orale venga sostenuto a distanza; se la valutazione è in corso per il ben più rilevante esame di maturità, immaginare un esercito di tredicenni ormai pallidi alle prese, oltre che con la tensione, con il faccione dei professori sgranati e dalla voce metallica è davvero fantascienza. 
Sarebbe bello invece riuscire a raccogliere i loro pensieri, senza giudizio, in una sorta di ‘tema d’esame’ senza voto, ma che dia la misura di quanto, tutto questo essere ‘over’ dei piccoli impegni, la clausura forzata nella primavera della loro acerba vita stia modificando il loro sentire e le persone che saranno. Nello specifico, in qualche momento la cucciola di mezzo sembra trasformarsi in fiera tigre dai denti a sciabola. E poi ogni tanto apre la porta.

domenica 12 aprile 2020

E LE PORTE APERTE

Poi, ad un certo punto, le porte si aprono. E in una Pasqua silenziosa, i cui rumori ambientali sono caratterizzati dalle molte sirene delle ambulanze che ancora corrono per la città, ad un certo punto le porte si aprono insieme. Come in una magia, quasi contemporaneamente, sembra che ognuno abbia d’improvviso il desidero di riunirsi, come in una comunicazione sottile e senza parole. Quando le porte si aprono, si cerca di rivivere gli spazi comuni, si legge insieme in soggiorno, scoppiano inattesi tornei di memory, ai quali YY sostiene di non aver più vinto una partita dall’età di diciotto mesi delle cucciole.
Si fanno progetti di architettura (la cucciola di mezzo pretenderebbe un rinnovo d’arredo che nemmeno al Salone del Mobile), si spostano scrivanie e librerie in configurazioni improbabili, si definiscono regole per le novità, che si ordinano online con tempi di consegna biblici.
Con la speranza che le porte, chiuse o aperte, saranno tempre testimoni silenziose di una connessione intima e profonda. 

giovedì 9 aprile 2020

LE PORTE CHIUSE

Le porte chiuse. A cinque settimane di quarantena, sono le porte chiuse il leit-motiv del periodo. Dietro ogni porta, un Noicinque impegnato nelle sue attività; dietro ogni porta chiusa una finestra aperta che li proietta ciascuno in un mondo diverso.
C’è il mondo cucciolo grande, che si accende con svizzera precisione alle 8.10 ogni mattina e parla di auristo, di declinazioni e teoremi, di regole di grammatica inglese e di teoria dello sport. Si, perché perché anche le ore di educazione fisica hanno la loro dignità e, soprattutto, la loro classe virtuale secondo l’orario consueto, cioè quello del tempo in cui si andava a scuola. E poi c’è il mondo del pomeriggio, quello degli allenamenti insieme in videochiamata, le storie della preziosa Lux, appena rientrata dal circolo polare dove c’era talmente poca gente che in distanziamento sociale la parte ‘sociale’ era per nulla pertinente. Dunque lei parla di meravigliose storie di cani da slitta.
Poi c’è, dietro la porta di una camera appena conquistata, il mondo cucciolo di mezzo. Qui l’orologio delle lezioni è scandito meno rigorosamente, e si usano un po’ tutti i mezzi per superare  i trabocchetti della tecnologia. Difficile non sorprenderla con il telefono in mano, mentre in chat (sostiene lei) proliferano le informazioni per la connessione alla scuola virtuale. Degni di nota, un paio di exploit dell’insegnante di musica: in un primo tempo ha messo sulla piattaforma un video di lei che suona una colonna sonora di noto e apprezzato film Disney al flauto, chiedendo ai ventidue tredicenni di replicare la performance e mandare il proprio video. La storia non dice se la suddetta insegnante ha riflettuto sul fatto che ogni tredicenne ha un’intera famiglia che con lui convive su una routine 24/7 e che la formazione sul flauto poteva essere molesta. Soprattutto se il flauto intero è rimasto nella scuola di tua sorella e tu suoni con una cosa tenuta insieme con lo scotch in più punti. La storia pare racconti che molti abbiano dichiarato di non avere il flauto a casa, non si sa se motu proprio oppure dietro malcelata minaccia dei propri familiari, così la nuova consegna pare sia il video di un loro canto, non ancora ulteriormente specificato. Il secondo, brillantissimo, exploit, riguarda l’assegnazione di un lavoro di gruppo. Da fare a distanza, in quarantena, durante la più grande pandemia che il mondo moderno abbia mai conosciuto. No comment, please.
Il terzo mondo che si apre è quello microbo. Grazie al pc nuovo nuovo, regalo anticipato per sacramenti che non si sa se e quando verranno celebrati, e che le permette di partecipare in assoluta autonomia all’orario delle classi virtuali, non troppo oneroso, a dire il vero. Pare che si costruiscano aerei di carta nelle ore di matematica per poi farli volare molte volte e fare le prime analisi statistiche sui voli. Lei inoltre confeziona presentazioni ppt in inglese con foto dei familiari, rigorosamente a viso coperto “per la privacy”, in cui dimostra assoluta competenza nel present simple, oltre che sui più comuni strumenti di Office. Chatta quotidianamente con la maestra di italiano, la dolce Lil, che soffre la quarantena come e più di loro. Alla microba mancano come l’aria il sole, le corse, le puzzette fatte insieme agli amici, le risate di niente e gli abbracci. Oltre alla scuola, sembra usare la sua finestra virtuale per scrivere libri, si è perso il conto degli incipit, e complilare le “Cronache della Quarantena”, oltre a screenare le recensioni delle serie di Netflix proponendo, alla sua famiglia sorda alle microbe preferenze, i suoi desiderata.
Il quarto mondo che si apre, questa volta dietro nessuna porta chiusa ma in balia dei decibel domestici, è quello dello smart working di YY. Cuffietta e microfono on la sua uniforme, per la gran parte della giornata discute con dozzine di colleghi di progetti attuali e futuri il cui ondivago destino richiede non poche riflessioni. Quando qualcuno compare in soggiorno, ormai il muto labiale è d’obbligo: ‘Sei in call?’, domanda alla quale otto volte su dieci si ottiene in risposta un cenno d’assenso condito da deciso cipiglio a suggerire di non fare baraonda. Il cipiglio non è bastato quando, nel flash mob delle 12, i vicini oltre che applaudire battevano le padelle e lui ha dovuto contestualizzate alla dozzina di colleghi in collegamento come il vicinato si fosse fatto prendere la mano dalla socialità da balcone.
Il quinto mondo virtuale è quello di XX. Fatto, per ora, di attività professionali incastrate in una transizione sospesa, o no, che procede con un tira e molla estenuante, ora è velocissima, ora è non prima di giugno, ora torna ad essere imminente per poi diventare prevista alla Pentecoste. Lei organizza e riorganizza archivi per avere le cose il più possibile in ordine, entra in call di cortesia per gli auguri di Pasqua e ogni tanto chiama i colleghi più amici per sentire ancora di appartenere, quando è ormai da tempo che il senso di ‘fare parte’ è parecchio attenuato. Poi c’è anche il mondo altro, quello della centratura, delle chiacchiere, eccetera, che ormai usa le piattaforme virtuali come prima si usava il motorino. C’è la classe di yoga, con i volti noti ed accoglienti, la meditazione con la preziosa amica antica SJ, qualche aperitivo in cui le finestre si uniscono in una panoramica di amici con cui fare merenda e  giocare a “nomi, cose, città” la domenica pomeriggio  e l’aperitivo di chiacchiere il venerdì sera. 
Le finestre sul mondo di questa primavera duemilaventi, ciascuno la sua dietro una porta chiusa e qualche finestra panoramica che unisce.

mercoledì 8 aprile 2020

LA STORIA DI ROMA

E qualche volta, a cena, concluso il periodo delle tabelline e in attesa delle prossime province d’Italia, si ripassa la storia di Roma. Studiata in quinta elementare. E chissà in quinta ginnasio quando la storia classica dovrebbe essere maneggiata con agio. A parte i nomi dei sette re di Roma, che sembravano pericolosamente simili a quelli dei sette nani. 
“Quindi Roma è stata fondata...nel?
“Ah, aspetta...753.”
“Ok. Il?”
“Giovedì.”
“Veramente il 21 aprile”.
“Vedi se era un giovedì!”
Altro che ab urbe condita...

giovedì 2 aprile 2020

HO UN SOGNO

Ho un sogno:
poter uscire di casa
senza la mascherina,
senza il gel per le mani, senza doverle lavare otto volte anche domani.
Ho un sogno: 
rivedere i miei compagni
senza bisogno di un computer,
mi servirà un loro abbraccio,
insieme a quelli delle maestre-super.
Andare a scuola, anche presto,
a costo di mangiare la pasta al pesto.
Ho un sogno:
rivedere chi amo.

Microba 

mercoledì 1 aprile 2020

LA GARA DI BARZELLETTE

La conversazione a cena, a base di gara di barzellette.
“Come si uccide un orologiaio?
COL PENDOLO.”
“Che cosa fa un pesce in accappatoio?
Si ACCIUGA.”
“Che cosa fa una patata in chiesa?
Prega S. Carlo.”
“Dove vivono i dinosauri?
In Via d’Estinzione.”
“Che cosa ci fa un fantasma in un campo da tennis?
Battute di spirito.”
“La sai la battuta del mango?
No. MANGO io.”
“Che cosa dice una cassaforte a un’altra cassaforte nel deserto?
Che COMBINAZIONE.”
La quarantena comincia a farsi effettivamente impegnativa.