venerdì 29 luglio 2022

CRONACA DI UN D-DAY

Il giorno è arrivato. Quello a cui non riuscivo a smettere di pensare, e ancora non riuscivo proprio a immaginare. Quello intorno al quale tutta questa trasferta è stata costruita. Così, dopo aver rivoluzionato l’ultima logistica, fatto l’ultimo meeting con il collega fanatico dei Mets, mi sono messa su varie freeway alla volta del tuo camp, cucciola di mezzo. Ho attraversato i verdi boschi del Michigan, e ho cominciato a piangere ancora prima di arrivare nel parcheggio. Vedere qualche indicazione per il camp mi aveva in effetti già scosso.

All’ingresso incontro Emily, la direttrice, a cui chiedo con lo sguardo, ancora prima che con le parole, che tutto sia andato bene. Lei mi anticipa e ci ringrazia per averle mandato una una creatura così meravigliosa come sei. Dice che ti vorrebbe nello staff, a partire da quando si può (e qui mi sono un po’ persa tra sophomore, junior e senior year). Ho capito che forse manca ancora un po’, ma la proposta resta. Lei parla e io piango, cercando di capire dove andare. Riprendo la macchina, dal momento che molti dei bagagli assomigliano ai voluminosi bauli con cui si attraversava l’oceano nell’ottocento, l’idea è che le auto arrivino il più vicino possibile. Così parcheggio accanto al tuo numero di cabin, mentre dietro di me va in scena l’unica vera proposta di matrimonio che io abbia mai visto dal vivo (…). Un gruppetto di ragazze si schiera accanto alla portiera del passeggero e sfodera cartelloni con scritto ‘Will’   ‘you’   ‘marry’  ‘Dave?’, mentre Dave si inginocchia accanto alla portiera aperta con un anello.

Tu eri spettatrice partecipe di tutto questo, e soltanto dopo qualche minuto ci siamo viste. Ho riconosciuto nel tuo sguardo, nella tua espressione gioia e tristezza, un cuore gonfio, come il mio, di un miliardo di emozioni. Il tuo viso che mi vede e quel nostro primo, lunghissimo abbraccio singhiozzante non me lo scorderò mai. Intanto le tue compagne ti si fanno intorno, una mamma ti invita in West Virginia, si presentano, cantano e ti abbracciano. Vi abbracciate in un modo così unico, così profondo, di chi ha scambiato un pezzo del suo cuore con molti altri pezzi, e tutti fanno un insieme che non c’era, e che è bellissimo. Cory racconta di un incendio che tu e lei avreste contribuito a generare, l* tu* Claire parla del gruppo e delle parole in polacco che vi avrebbe insegnato. Tu hai contribuito alla scuola di lingue insegnando la parola ‘farro’, che tanto nessuno ha imparato a dire a causa della doppia erre, sembravano piuttosto gargarismi. 

Conosco le tue leaders, la tua migliore amica americana Maddy che è simpaticissima e non smette di piangere, abbracciarti e cantare, fate insieme una specie di saluto-balletto che nemmeno nei film, una cosa complicatissima. E poi ancora quell’abbraccio a cerchio, testa contro testa, a dirvi forse tutto forse niente, a significare il mondo, insieme. 

Non è possibile visitare il camp, lo capisco, non siamo ancora usciti dalla pandemia. Le ragazze però ci danno le indicazioni per arrivare almeno di fianco alle dune di sabbia che sono nel tuo, nel mio e in molti altri cuori, giusto alla fine della strada, dove inizia il lago. Così parcheggiamo su una spiaggia di sabbia, il lago che ha l’orizzonte del mare, e pure le onde, in effetti. Mi fai vedere la strada che facevate con i kayak, per allenarvi, e respiriamo insieme un mondo bello. Dalle onde e dalle dune del lago Michigan chiamiamo a casa, dove un emozionato YY ed una emozionata e curiosa microba spuntano dallo schermo a festeggiare.

Ok, ora di avviarci verso l’aeroporto di Grand Rapids. Peccato che i molti giorni all’estero abbiano esaurito il generoso credito di dati del mio telefono, dunque siamo a bordo lago, dirette verso un aeroporto ad oltre cento chilometri di distanza, non una sola indicazione su dove andare. Proviamo con tutti i piani b del mondo, compresa una schedina dati in un telefono che si legge al contrario, ma non funziona nulla. Riesci soltanto a tracciare dove siamo, indovinando la direzione da prendere. Da una delle autostrade alcune uscite, compresa quella che sarebbe servita a noi, sono chiuse, dunque alla fine ci rifugiamo in un coffee shop per il solo fatto che ha scritto sulla porta ‘free Wi-Fi’. Grazie al cielo, dopo qualche tentativo riesco a mandare il messaggio di sblocco dati e recuperare un minimo di navigatore. A casa intanto, si chiedevano che fine avessimo fatto, dal momento che per oltre un’ora eravamo sparite da ogni radar. L’ipotesi che avessimo gettato tutta la tecnologia nel lago Michigan prendeva sempre più corpo.

Nel coffee shop vale la pena di prendere uno dei colossi ali bicchierotti a base di caffè e caramello, peccato che il tuo dopo poco sia stato rovesciato, completo di ghiaccio e panna montata, su piedi e tappetino. Vabbè, la pulizia della macchina era compresa nel contratto.

Sono mille e di più le avventure nel tuo cuore, cominci a raccontare della maglietta che indossi, che porta i simboli del vostro viaggio: il nero per l’ignoto, è la prima volta di un’avventura così sul fiume; il rosso per la passione, quella con cui l’avete affrontato; il bianco della luce che vi guida. Indossate tutte fierissime questa maglietta ‘rugby’, ricordando la cerimonia emozionante e solenne con cui ve l’hanno consegnata, appena ieri sera, intorno a un fuoco e con delle candele che chi era prima di voi vi ha acceso, in un simbolico passaggio di fiamma, di fuoco, di passione, di energia.

Racconti che al replenishment, quando avrebbero dovuto arrivare i rifornimenti di tre cose: cibo, posta e abiti, ecco, si sono dimenticati gli abiti. Dunque per lavare quelli che avevate vi siete messe tutte biotte sotto la tenuta da pioggia, che non si doveva lavare, per fare il bucato, a quaranta gradi. Voi avrete avuto caldo, ma la storia fa piuttosto ridere. Come fa ridere la storia delle lenti che volavano via mentre le mettevi in kayak, anche oggi credo tu ne abbia solo una. 

Arriviamo all’aeroporto di Grand Rapids e lasciamo la macchina e i suoi residui di panna, per imbarcarci sul volo che arriva prima di partire. Ehi si, si attraversa il lago Michigan in circa mezz’ora di volo o poco più, e si atterra su un fuso orario un’ora indietro. Non credo mi fosse mai capitato…

All’aeroporto di Chicago, siccome hai raccontato di aver finito i libri tuoi e anche quelli delle tue compagne, abbiamo svaligiato una libreria, facendo scorta di libri in inglese che, visto il tuo ritmo di lettura, potrebbero durare si e no un paio di settimane. Da qui imbarchiamo per Nashville, dove la mia host family di molti anni fa ci aspetta. È un po’ magica la connessione che abbiamo, e qualche volta ce lo siamo raccontato. 

Arriviamo a Nashville, un aeroportino contenuto, ed immediatamente arrivano i messaggi di Stac, la mia un tempo bionda sorellina americana. 

Ci troviamo ai nastri dei bagagli, ed è come il tempo non fosse mai passato. Ci raccontiamo lungo la strada, arriviamo nella loro sontuosissima casa dove una sorpresa ci, mi aspetta: sapendo di questo viaggio, anche l’esuberante Giin, la sorellina di un paio d’anni più grande, ha preso un aereo per arrivare da Pittsburgh, accoglierci e stare con noi. I cuori generosi di oltreoceano, che completano una giornata di cuore gonfio di gioia.

mercoledì 27 luglio 2022

e-CARTA E PENNA

Da: XX

A: cucciola di mezzo

Oggetto: ma come hai fatto?!

CDM, ma come hai fatto?? Sono arrivata ieri all’aeroporto di Chicago, al terminal 5, quello dei voli internazionali. Mi sembrava di stare in un suk. Devo dire, a onor del vero, che l’immigrazione è andata via liscia, forse c’erano pochi voli che sono arrivati insieme al mio, e parecchi sportelli aperti. Passata quella però, ecco il terminal 5 dispiegarsi in tutta la sua somiglianza con il gran bazar di Istanbul: in aereo ci avevano anticipato il nastro da cui ritirare le valigie: sarebbe stato il nostro cinque. A parte che per arrivarci bisognava fare il passo del leopardo tra carrelli e bagagli appoggiati ovunque, ma poi lo schermo del nastro diceva che quelle valigie venivano da Heathrow, l’aeroporto di Londra. Allora ho cercato gli schermi di tutte le riconsegne dei bagagli, e accanto volo da Milano non era indicato alcun nastro, ma soltanto un orario (per oltre un’ora dopo, fra l’altro). In compenso dei tizi (in genere di colore, senza particolari divise o cartellini di riconoscimento), gridavano a parole arrotolate Milan-heir-carusl-faaai(v). Ho recuperato la valigia in un tempo inaspettatamente breve, per poi fare una interminabile fila alla dogana per consegnare la schedina azzurra, che credo abbia come destinazione il cestino e il macero appena qualche ora dopo, senza che nessuno ne guardi mai una. E da qui, ecco gli altri corridoi del suk: bagagli in file, pile, mucchi e su carrelli, di ogni forma e colore, tendenzialmente enormi, tappezzeria a fare da tappezzeria dei vari corridoi verso l’uscita. Migliaia di bagagli che ad occhio inesperto, sembravano aver perso ogni parvenza di destinazione, padrone o targhetta. Ed io ero arrivata ho solo dovuto cercare il mio collega Bill che si stava quasi facendo dare una multa dalla polizia perché, con la sua mini Cooper a noleggio, stava a metà tra il posto degli autobus e quello dei taxi… ah, e la mini che mi ha descritto essere blu ai miei occhi è grigio topaccio… non so nemmeno immaginare che cosa deve essere stato per te dover anche cambiare il terminal e trovare il volo giusto per Muskegon. Lo sapevo già che sei stata super brava, efficiente e smart - in realtà dopo essere stata nello stesso aeroporto, ho capito quando quanto sei diventata capace di muoverti nel mondo, il tuo mondo che sarà. Ti penso sempre e ho davvero voglia di vederti, di ascoltarti, di guardare la meraviglia dei tuoi occhi e nei tuoi occhi.


mamma

e-CARTA E PENNA 35 (37)

Da: YY

A: cucciola di mezzo

Oggetto: bentornata

Ciao CDM! Ormai dovresti essere rientrata al campo con la tua banda di avventuriere… non vedo l’ora di ascoltare i tuoi racconti e di scoprire tutte le cose che avete fatto e che mi sono successe! Ieri la mamma è partita per venire negli Stati Uniti (prendendola un po’ larga e aggiungendoci un paio di giornate di lavoro presto dei clienti…); sarebbe piaciuto molto anche a me (tranne la parte del lavoro:))! Adesso sono in attesa che pubblichino qualche racconto e qualche foto del vostro viaggio sul fiume, ma ancora niente. Sto cercando di conservare il nostro melone per quando tornerai a casa, il 1 agosto: spero che regga e che sia buono. Adesso mi metto a lavorare…buona giornata 


papà

lunedì 25 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 34 (36)

Da: XX

A: cucciola di mezzo

Oggetto: ready to fly!

Ciao CDM!

E anche se non ci vedremo ancora per qualche giorno, in realtà io sto per partire (domani, che è martedì 26 luglio). Non so se tra il grande fiume e le pazzie del camp e delle tribù tu sia riuscita a tenere traccia del tempo che passa, comunque: non so bene se oggi o domani, sarai ritornata al camp… un po’ più zanzara, forse, un po’ più papera, magari, un po’ più Crème brulée, di sicuro. Con la pagaia in mano molte ore al giorno, le scarpine di gommaccia e la ‘gonna’ del kajak per non colare a picco, sarai diventata anche un po’ sirena probabilmente. E a rientro al camp non oso immaginare il festeggiamento a voi, che avete fatto un’impresa pazzesca - non so quante miglia di fiume, non so quante notti sotto quanti miliardi di stelle - e di zanzare magari - non so quanti fuochi, quante canzoni e quanta meraviglia. Vi staranno festeggiando come il ritorno dell’eroe, vi staranno riempiendo di racconti sulla vita del camp, passando mille ore ad ascoltare delle vostre avventure. Ora, con delle eroine così, ecco che ci si batte davvero per il torneo delle tribù, e sarete chiamati a fare l’impossibile per i vostri Ridges… Nel frattempo oggi ho visto tutti i documenti per la partenza, e ancora gli USA chiedono un mucchio di cose, la vaccinazione, il passaporto, la dichiarazione giurata… insomma, tutte le stesse cose che abbiamo preparato per te. Nel frattempo sto un po’ combattendo con i bagagli, ci sono i regali per Stac e il tuo guardaroba borghese per Nashville, accanto al mio pc e qualche vestito e mutanda per me. Certo, io non porterò le stoviglie, il mug, le posate o la lampada frontale, spererei di frequentare zone illuminate… ma lo stesso saranno una bella palligia valigia è un bel ovalzaino anche i miei. 

Ti mando un bacio grandissimo e ho voglissima di vederti. 

Ti penso, 


mamma

sabato 23 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 33 (35)

Da: XX

A: cucciola di mezzo

Oggetto: qualche news da qui

Ciao CDM!

E ora sono qui a scriverti e mi chiedo, chissà come leggerai, questi nostri messaggi… tutti insieme in una scorpacciata appena che li avranno consegnati, a ritorno al campo dalla vostra avventura pazzesca, oppure uno per uno, centellinandoli nelle giornate che restano. In ordine di data, in ordine di consegna, in ordine sparso, per priorità (prima quelli della nonna…), oppure magari ancora una veloce una lettura veloce avida subito, per poi ritornare su quelli che ti hanno colpito di più e assaporarli lentamente… Io sto cominciando a fare la valigia, partirò per gli USA martedì 26 luglio, credo il giorno del vostro ritorno al camp. Starò su e giù dagli aerei tra Michigan e Ohio per tre giorni, prima di venire al campo venerdì. NONVEDOL’ORAAAAAA! E so anche che, forse, tu non vorrai più andartene. Tutto questo per quanto riguarda la logistica, mentre oggi vorrei raccontarti di una cosa buffa che è successa questa notte: dormivamo da circa un’ora e mezza, quando la microba ha bussato alla nostra porta: dal suo letto, misteriosamente, hanno cominciato a cadere le doghe, tutta la struttura si stava smontando! Non abbiamo capito come né perché, tutte le viti sembravano ben ferme… così per questa notte ha dormito nel tuo letto come riserva. Quindi ora ci sono le doghe che penzolano come quando stavamo cercando di montare il letto noi quattro, ti ricordi? E stiamo cercando di riprogettare la stanza, magari con un letto diverso… magari che stia insieme. 

Ora ti bacio e vado a capire che cosa possiamo progettare. 

Un bacio grandissimo,


mamma

venerdì 22 luglio 2022

UNA CATENA DI EVENTI

È passata la mezzanotte, in casa Noicinque. Le notti, ormai da parecchi anni, sono diventate tranquille, di solito. Invece si sente, nella stanza di YY e XX, un timido bussare. Tic tic tic. XX pensa di aver sentito ma non è sicura di cosa. Il bussare si ripete, tic tic tic. Dice ‘avanti’. La porta si apre e si palesa una microba sveglissima, a metà tra il divertito e il preoccupato, che dice ‘mi si sta smontando il letto’. Lei dorme in un letto alto, di buona e solida struttura, XX e YY cercano di capirne di più. Nella camera microba il materasso è ancora in sede, ma ancora per poco: le doghe del letto, le molte doghe del letto, quelle che sostengono il materasso e chi ci dorme sopra, stanno cadendo come birilli, vuotando pericolosamente il sostegno della ‘dormita’. È notte tarda, la cucciola di mezzo è ancora oltre oceano, dunque la scelta immediata è quella di andare a dormire nel letto di sua sorella. Peccato che il muro stia dall’altra parte, quindi, come nelle migliori band di percussioni, la microba sbatacchia contro il muro comunicante con la camera dei genitori tutta la notte. ‘Domani metti il cuscino al posto dei piedi e ti giri, ok?’

La mattina si fa una valutazione del danno: il letto è proprio deformato, per ragioni incomprensibili. ‘Beh, poco male, ne abbiamo due analoghi in cantina.’ Si, ma smontati in legnetti lunghi una spanna ciascuno, che nemmeno il meccano. 

A questo punto parte tutta una dissertazione a base di ‘io vorrei un letto basso’, che però in quella camera non ci sta. O il letto, o la scrivania. Oppure smontiamo un pezzo di armadio. Ok, bisogna riorganizzare tutto. Ah, e smontiamo anche la libreria, se togliamo questo pezzo e anche il pezzo di armadio possiamo mettere il letto da questa parte. E a questo punto compriamo una scrivania più grande. Ah, e poi manca una cassettiera. Si, ma non possiamo spostare tutto senza ridipingere. Si ma non di bianco. E di che colore? Non so, vorrei scegliere, magari melanzana. Melanzana?! Guarda che i colori scuri rimpiccioliscono ulteriormente gli ambienti. Facciamo così: andiamo al fai da te e scegli la vernice, che però deve essere smalto opaco o satinato altrimenti si vedono le pennellate, perché non siamo bravi come gli imbianchini di professione. Ok. Ah, già che siamo lì, possiamo comprare anche in lampadario? Prima non c’era per il letto alto, ma ora il letto non è più alto.

Ecco, il breve, la storia della sostituzione di due pezzi di legno di un letto che si è trasformata in un ‘complete make over’ della stanza microba, dove non un solo elemento di arredo è rimasto alla sua posizione e volume originale, se si esclude una lampada a forma di gufo impacchettata in una plastica trasparente intanto che il muro su cui abita viene dipinto di un bel verde prato.

YY ormai vive in tenuta da pittore, sfrutta le pause per stuccare i buchi dei chiodini e le serate ad imbiancare il soffitto. La microba lavora nella riorganizzazione delle cose (un modulo in meno di armadio e di libreria necessitano di screening accurato di che cosa tenere), anche se l’ultima volta che XX ha visto casa, prima di partire per recuperare la cucciola di mezzo, le pile di libri occupavano circa il 90% del pavimento di tutta casa. 

To be continued…

giovedì 21 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 32 (34)

From: Stac

To: cucciola di mezzo

Object: Hello!

Hi,cucciola di mezzo! I hope you are having a wonderful time at camp! Yay, you finally made it!

We are so excited to see you soon, and Kelly and Amy are looking forward to meeting you. Enjoy the rest of your stay in Michigan! We can’t wait to hear all about it.


Stac and To with Amy and Kelly

CARTA E PENNA 31 (33)

Da: nonna MM

A: Cucciola di mezzo

Ciao cucciola,

Spero che questa mia ti arrivi in tempo perché ormai sono pochi giorni che mancano alla tua partenza… Sei triste o contenta o tutte e due le cose insieme? Immagino che ti dispiaccia lasciare il campo e le nuove amiche ma lo stesso tempo hai voglia di casa, la tua, e della tua famiglia. Io ora sono sola a Nizza perché la mamma e la microba sono partite ieri in treno per Milano. Non so se lo sai, ma qui in Europa fa un caldo rovente e mai visto prima. Penso che a Londra hanno fermato i voli perché si è sciolto l’asfalto della pista, senza contare gli incendi che stanno distruggendo vaste zone in Francia, Spagna e Italia. Ora basta raccontarti cose tristi tre… Sappi che la microba e la mamma hanno provato ad andare in SUP (stand up paddle) con effetti comici degni di paperissima. Sono tornati stanchi e doloranti perché oltre a non stare in piedi, faticavano a pagaiare in ginocchio!  Mi sa che tu, dopo l’esperienza del kajak sul Mississippi, potresti insegnare loro qualcosa… Qui oltre al SUP ti aspettano sempre i divanetti e il parachute di buona memoria… ma soprattutto ti aspetto anch’io, a braccia aperte, perché Nizza, senza cucciola di mezzo… Non è Nizza. Ho tanta voglia di vederti e di ascoltare in vivavoce le tue emozioni vissute al camp. 

A presto, prestissimo


nonna MM

mercoledì 20 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 30 (32)

Da: XX

A: cucciola di mezzo

Oggetto: guardaroba

Ciao CDM, ti penso sul fiume, ormai trasformata tu anche tu in una zanzara gigante: da tanto ti hanno punto, ti hanno fatto fatto una di loro. In questi giorni sono stata un po’ in Francia (compreso il 14 luglio con tutta la storia dei raggi di luce) e compreso il 17 luglio, quando ti ho scritto del nonno Giorgio. Oggi la microba e io siamo tornate facendo un viaggio da pazzi in treno, con il primo trenino fino a Ventimiglia che era pieno più di un nuovo. C’era una tizia che aveva i suoi molti bagagli in una carrozzina enorme, di quelle con le ruote grandi… ma senza bambino - la usava al posto della valigia, c’erano sopra stuoie, ombrelloni e coperte. Ti immagini com’era agevole in un treno locale pienissimo? Niente, lei era lì, piantata come un albero, davanti alla porta, inamovibile. Poi sul treno da Ventimiglia, la microba e io eravamo a due carrozze di distanza. Ho chiesto a una signora che viaggiava da sola se poteva fare cambio e lei mi ha detto di no. Grazie molte. Così la microba è stata da sola per quattro ore e mezza durante le quali ha perso i suoi biglietti del treno e ho chiesto al papà di rimandarglieli. Ci siamo video chiamate con whatsapp intanto che pranzavamo proprio come ai tempi del covid. Dalla Francia sono stata via una notte a Tolosa, così ho incontrato il mio capo. Nel corso di quella notte in cui la nonna dormiva da sola, è caduta dal letto (come qualcuno a Disneyland Parigi, del resto). L’altra volta che ero a Tolosa, la nonna era caduta contro il condizionatore sul terrazzo e si era distrutta tutta quanta la faccia. Che ci sia un pattern? Dal mare la microba mi ha dato alcuni tuoi vestiti da riportare a Milano, che immagino di doverti portare negli States giusto? Cercherò di farci stare tutto, perché prima di venire da te devo prendere 1 milione di voli… come ho voglia di vederti… ti penso forte forte. 


mamma

lunedì 18 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 29 (31)

Da: YY

A: cucciola di mezzo

Oggetto: aggiornamento

Ciao cucciola, quando riceverai questo messaggio avrai terminato la tua avventura in kayak sul Mississippi. Non vediamo l’ora di sentire i tuoi racconti e di vedere un po’ di foto! In realtà, spero che riescano a caricare qualche foto sul portale già dopo la tappa di rifornimento; ma fino ad ora, non si è visto niente.

Aggiornamento 1: ho esteso la validità della tua SIM americana fino a quando resterai negli USA; quindi, il tuo telefono dovrebbe funzionare, quando te lo ridaranno. Ho scoperto che non potrai fare le chiamate dirette a voce a telefoni italiani; però potremo sentirci con whatsapp, e potrai chiamare le tue compagne di camp, se ti mancheranno già…!

Aggiornamento 2: il melone è ormai maturo; anzi lo è da qualche giorno. Ho provato ad aspettare a raccoglierlo che tornassi tu, ma questa mattina ho dovuto toglierlo dalla pianta perché si stava rompendo vicino al picciolo, essendo diventato troppo pesante. Spero di riuscire a conservarlo finché non ritorni, per fartelo assaggiare, ma non ne sono sicuro… Vediamo come si conserverà. E poi, speriamo che nascano degli altri meloncini, che fino ad ora non sono comparsi tre… 

Aggiornamento 3: la tua zucca invece sta bene! La sto tenendo d’occhio: non è ancora il momento di raccoglierlo anche se questo si sta avvicinando anche per lei. Però tanto poi va fatta maturare per un mesetto almeno; quindi direi che questa non rischi di perdertela! 

Aggiornamento 4: ci sono un po’ di novità per la pallavolo (la tua) -  abbiamo fatto una riunione e ci hanno parlato del programma del prossimo anno; ma è più facile se te lo racconto a voce quando torni (quindi questo non è un vero aggiornamento).

Abbiamo ricevuto due tue letterine (letterone!) che ci hanno fatto molto piacere. Buon proseguimento di vacanza americana! 


papà

CARTA E PENNA 28 (30)

Da: Cucciola di mezzo 

A: nonna MM e microba

Care nonna e sorella microba, grazie per le lettere!!!

Mi sono arrivate oggi tutte insieme, perché è il rerashing day: stiamo in un campeggio per un giorno e possiamo farci la doccia finalmente! Avrebbero dovuto anche portarci dei sacchi con dei vestiti puliti, dato che abbiamo la stessa maglietta e le stesse tre mutande da una settimana e mezza, ma se ne sono dimenticati. Già, dovevano portarci tre cose: lettere, cibo e vestiti, e se ne sono dimenticati una. Adesso abbiamo mandato tutti i vestiti a lavare in sacchi della spazzatura e abbiamo tutte addosso solo la giacca e pantaloni antipioggia, le uniche cose che non devono essere lavate. Facciamo abbastanza ridere, ma è l’unica soluzione. Mancano ancora sette giorni e 20 miglia da fare con il kajak, e poi torniamo al campo per essere accolte come eroine. In tutto siamo in 12 (contando anche le tue leaders) e le altre ragazze sono tutte simpaticissime; cantano e scherzano tutto il tempo e una ha anche memorizzato dei corsi di stand up comedy che esibisce di quando in quando. Non abbiamo molto tempo per annoiarci nei giorni in cui navighiamo per il Mississippi, tra il montare e smontare le tende, accendere i fornelli per cucinare e girare i kajak così che gli orsi non riescono a mangiarci il cibo.

A proposito di orsi, non ne ho ancora visto uno, ma le aquile che vediamo tutti i giorni (a volte anche a meno di 20 m di distanza) possono compensare. Ho anche visto un paio di cervi e degli stormi di anatre alzarsi in volo.

 Abbiamo anche dei giorni in cui non remiamo, o perché qualcuno ha degli eczema che devono essere visitati, o perché il giorno prima per sbaglio abbiamo fatto il doppio delle miglia che dovevamo fare (entrambe cose già successe). Ma anche i giorni di pausa non sono poi così tranquilli; dobbiamo fare la cacca nel bosco e seppellirla e andare a fare rifornimento d’acqua. Una delle mie leaders ha anche inventato un sistema a cinque stelle per valutare la propria cacca (ve lo racconto meglio quando torno). Nel tempo libero possiamo scrivere lettere, fare braccialetti e leggere, anche se siamo a corto di libri. Ultimamente c’è stato uno scambio di libri per tenerci occupate, ma qualcuna ne aveva degli altri nelle sacche di vestiti puliti che non sono arrivati, quindi finiremo tutte per leggere gli stessi cinque libri. Per ora nessuna a voluto cimentarsi nella lettura di un romanzo di Valerio Massimo Manfredi di 700 pagine, chissà perché. Per quanto mi stia divertendo qua, non vedo l’ora di tornare a casa e raccontarvi tutto. 

Mi mancate moltissimo, 


Cucciola di mezzo 

PS: Vi racconterò anche dei posti sui kajak, a dir poco interessanti

domenica 17 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 27 (29)

Da: XX

A: Cucciola di mezzo

Ciao cucciola!

Ti scrivo da una bollentissima Nizza, il termomentro accanto a me (sul terrazzo dove sto lavorando) segna 38°C (no, no lo so in Farenheit) e la tastiera scotta. Non tanto i tasti, quanto piuttosto il resto, la parte di metallo su cui appoggiano i polsi.

Oggi è il lunedì della vostra ripresa del viaggio, se non ho capito male. In realtà, ora che leggerai questa lettera sarai già felicemente rientrata al camp e sarete accolte con i migliori onori della gloria. Chissà che emozione pazzesca. Non vedo l'ora di sapere tutto, ma proprio tutto.

In realtà in questo messaggio volevo condividere con te un pezzo di storia e riflessioni di famiglia: ieri era il 17 luglio, il mio papà se ne è andato esattamente 25 anni fa. Lo so che siamo tutti e tutte un po' curiose di sapere come sarebbe stato, averlo accanto a noi, al fianco della nonna Tella. E probabilmente sarebbe stato curioso anche lui. Così ho cercato di raccontarvi, di raccontarci in questo scritto, che ti copio e incollo qui sotto.

UNA GENERAZIONE

Nella storia, quando si contano le generazioni, si assegna arbitrariamente un valore di venticinque anni tra una generazione e l’altra. Me l’ha ricordato proprio ieri la nonna MM, nel ricordarti, papà. Una generazione è passata da quel giorno tempestoso di venticinque anni fa, quando hai smesso di essere qui. 

E allora vorrei raccontarti che cosa è successo, in questa generazione, raccontarti chi c’è ora ad animare quegli stessi luoghi che sono stati i tuoi.

La nonna MM, di cui sei stato amore appassionato e vivace, è ora una super mamma (quello da sempre) e super nonna, ce la invidia tutto il vicinato. Le amiche, che mi dicono ‘che mamma in gamba’, e poi anche la generazione dei nipoti, ai quali lei dà asilo nelle condizioni più improbabili. Pare che al parco si sia ormai sparsa la voce ‘se ti fai male, vai a citofonare alla nonna microba, abita nella casa d’angolo’. Ci sono state anche richieste da alcuni papà in caso di ferite da calcetto…

YY, che tu hai conosciuto e in cui vi siete riconosciuti con la forza dell’ironia e della solidità, resta sempre più solido e ironico al nostro, al mio fianco a tenere insieme i complessi fili di questa famiglia quasi tutta al femminile che vedi da lassù.

E poi ci sono loro, che rischiarano, movimentano e definiscono tutte le nostre giornate, loro per le quali tu sei una figura un po’ mitologica, spesso presente nei racconti di famiglia.

In ciascuna di loro, alcuni tuoi tratti. 

La cucciola grande, che diventerà maggiorenne tra qualche mese (eh, il concetto della ‘generazione’ di prima, in effetti), riflessiva e un po’ selvatica. Ha come te la forza di perseguire quello che le interessa, ‘no matter what’. Così negli anni ci sono state le gare di velocità dei vermi della pioggia sul balcone, gli esperimenti di cristallizzazione nella mia cabina armadio, un dito accorciato da un cavallo e lo stesso amore e passione per questi bestioni da oltre mezza tonnellata, che lei cura e capisce. Lei fa quello che deve, e fa quello che le piace. Riservata e riflessiva, non risparmia l’energia che dedica ai suoi interessi. 

Poi c’è il lato coraggio e curiosità. La cucciola di mezzo, che sa usare la parola in modo sapiente e diretto a partire da quel ‘attento, signore!’ pronunciato stentoreo a tre anni dal basso della sua mini bici con rotelle che cavalcava sul marciapiede, proprio dove un ignaro povero passante pensava di poter camminare. Nemmeno per idea, fare largo, please. L’uso della parola, come quella delle lettere che scrivevi magari per protesta e dei cui risultati traevi grande piacere.

E poi, il coraggio, la sfida, i limiti. Tu con l’aliante, gli ultraleggeri, il paracadute (l’idea di saltare giù da un aereo per il gusto di aver superato quel sensatissimo senso si sopravvivenza che ci farebbe stare al sicuro all’interno della fusoliera) - e lei con l’ignoto, la curiosità, la messa alla prova. È partita qualche settimana fa alla volta del camp dove anche io e il cugino one FFF siamo stati - solo che lei è partita tutta da sola, noi eravamo due e il mondo non era ancora stato rivoluzionato dalle torri gemelle. Dunque ora non solo è tutta da sola negli Stati Uniti, irraggiungibile, ma sta anche facendo una specie di cammino di Santiago in kayak lungo il fiume Mississippi, attraversando tre stati e dormendo sotto le stelle. Decisamente, il coraggio e l’idea del limite sappiamo da dove le arriva.

E poi c’è lei, che forse più di tutte respira e vive i tuoi luoghi. La tua stanza è la sua, il tuo balcone da lavoro è diventato il suo campo di fragole. Lei che vuole capire le cose, aggiusta i computer e crea i meglio sistemi a base di telefono, robot, go pro e pc, tutti insieme, tutti che si parlano. Si intende sulla tecnologia con YY, dà lezioni e risolve i problemi alla nonna MM - in effetti, dal punto di vista della tecnologia di generazioni in questi venticinque anni ne sono passate almeno dieci, tutto è incredibilmente accelerato. Così tu avevi una grande radio e il microfono del radioamatore, mentre ora, è di qualche giorno fa la notizia, il più grande telescopio viaggia a un milione e mezzo di chilometri da qui e fotografa le stelle neonate appena dopo il Big Bang. Si, in effetti, almeno dieci generazioni. Torniamo alla microba, che vive di tecnologia e anche si sentimenti, in un mix che a dodici anni può essere ancora complesso da sbrogliare. Lei è curiosa, non rinuncia, determinata e testarda, curiosa. Mi ricorda qualcuno…

Questa sera ti salutiamo, nel ricordare la generazione che è passata senza che il tuo cammino potesse incrociarla, ahimè, ma che ha tratto da te, più che i cosa, i molti come di te. I molti come di noi e i come di loro.

sabato 16 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 26 (28)

Da: microba

A: cucciola di mezzo

Oggetto: SUP!

Ciao sorella, ieri ti abbiamo spedito una lettera, ma tanto vedrai tutto insieme. 

Oggi io e la mamma siamo andate sul SUP… non siamo cadute tante volte (io solo due) però andavamo in ginocchio. Quando provavamo ad andare in piedi, visto che c’erano un po’ di onde, facevamo qualche pagaiata e poi cadevamo. Ora ci fanno malissimo le gambe, ma domani, sperando che l’acqua sia un po’ più calma, vogliamo riprovarci. 

Quando abbiamo chiamato il papà a casa la sorella grande ha scoperto che non riusciva più a fare le pernacchie, e faceva troppo ridere.


microba

CARTA E PENNA 25 (27)

Da: Cucciola di mezzo 

A: XX e YY

Cari Mamma e papà, domani è il re-racing day. Il che vuol dire pizza calda, docce, vestiti puliti e lettere.tutte le lettere che non ho ricevuto né inviato in questa settimana e mezzo.vuole anche dire che siamo a metà di questo percorso, di questa avventura che non voglio finisca. Mi sembra ieri quando vi salutavo a Linate, quando compravo una brezel a Francoforte, e poi il cambio della Sim del terminal Chicago e infine il minuscolo aeroporto di maschi Gone, dove, nonostante la grandezza, sono comunque riusciti a perdere la mia valigia… Mi sembra ieri eppure era 20 giorni fa e a mezzo mondo di distanza quando gli ho visti per l’ultima volta per cinque settimane a venire e non sapevo ancora che cosa aspettarmi. Adesso so come saranno le mie giornate per altre due settimane e un po’, ma sicuramente non posso prevedere le nuove ed eccitanti esperienze che vivrò.a capo la traversata del Mississippi per andare dall’ultima spiaggia fino ad una nuova isola non è stata delle più semplici; ci siamo ritrovati in acqua bassissima, con la corrente e il vento che ci spingevano dalla parte opposta, senza considerare le onde che si infrangevano contro i lati dei nostri Kayak.questo sarebbe dovuto essere il primo segno di quello che ci avrebbe aspettato su di isola, decisamente non la più ospitale su cui abbiamo campeggiato. subito sopra la spiaggia c’era uno spiazzo senza alberi, cosparso delle cacche di qualche animale di cui non ho capito il nome. Abbiamo provato a piantare le tende lì ma siamo state ben presto dissuase dal vento che le faceva volare via in continuazione oppure le piegava su loro stesse. Abbiamo trovato spazio sufficiente per le tende dietro una macchia di alberi, che ci proteggevano almeno un po’. E meno male che ci siamo messe dietro gli alberi; infatti quella notte è scoppiata una tempesta coi fiocchi e abbiamo dovuto lottare per tenerci la rain flight stretta. Non so che abbia pensato che gli stecchini nella sabbia sarebbero stati abbastanza solidi da tenere giù la tenda, ma guarda caso, non lo sono. Mentre io e ebbi eravamo fuori dalla tenda in mezzo alla pioggia, chiamando Claire perché ci mettete ci mettessi a posto la rain fly, quella ci urlava di tornare dentro a sederci sui nostri clan penso a costo di bagnare i sacchi a pelo. Alla fine è riuscita a sistemare la nostra tenda, e abbiamo dormito quasi all’asciutto.

E la mattina dopo abbiamo scoperto che non eravamo neanche quelle messe peggio, nonostante metà della nostra Ten stesso volando via. Sam, medi e cori avevano caparbiamente deciso di mettere la loro tenda su una mini altura poco distante, che però non era molto riparato. Quindi la tempesta non aveva solo strappato nare in fly, ma aveva anche piegato la tenda su se stessa, creando così una pozzanghera nella metà della tenda che era ancora per terra. Inoltre erano troppo lontane per essere sentite da Claire, quindi hanno passato tutta la notte ammassate Condividendo gli unici sacchi a pelo che non erano ormai zuppe. Almeno avrebbero avuto tutto il giorno per far asciugare le cose che si erano bagnate, dato che Python aveva annunciato che avremmo avuto un lei o verde, perché già è una delle sue sorelle nell’altro gruppo avevano un ex Emma, e sarebbero andate in una clinica a farsi visitare. Non abbiamo fatto molto per tutta la mattina, a parte scoprire che l’isola era anche infestata di formiche, anche loro molto amichevoli.dopo pranzo abbiamo giocato a paranoia per quasi due ore, ed è stata l’attività più rilevante della giornata. Di notte siamo andati a vedere le stelle, che non si vedevano perché la luna era troppo luminosa. Il giorno dopo abbiamo avuto noi un altro giorno libero, questa volta non ho capito perché. ancora una volta, a parte, della quale ho approfittato ho anche finito il mio libro quindi adesso me ne farò il giorno dopo siamo finalmente partite dall’isola maledettae abbiamo trovato un’isola, un po’ più  grande, questa volta riparata dagli alberi. C’erano sacco di conchiglie madreperla, alcuni anche più grosse di un palmo. Ne ho prese un po’ , perché voglio farne degli orecchini.

L’indomani qualcuno ha proposto di fare ‘solo’, dato che c’era una spiaggia enorme, con abbastanza spazio per stare da soli. I ‘solo’ e consistono nello stare da soli per un po’, noi abbiamo fatto quattro ore. Mentre camminavamo verso i rispettivi spazi abbiamo visto un serpente e lo abbiamo chiamato Jeffrey. Durante quelle quattro ore ho finito di disegnare le spiagge nell’altra lettera, ho trovato altre conchiglie e una chela di granchio. Peyton ha trovato anche un teschio, o parte di esso, che pensiamo si di un qualche roditore. Non so se conta come avvistamento di animale, però. Per aggiornare la lista, recentemente ho visto: ancora un sacco di aquile dalla testa bianca, tra cui una che pescava a meno di venti metri dai nostri kayak; Jeffrey e un suo amico, questa volta chiamato David; due gatti il primo giorno di fronte alla nostra cabin, che però poi non si sono fatti più vedere(mi ero dimenticata di scriverlo); un coniglio in un prato mentre stavamo caricando l’autobus per partire (anche questo non mi ricordo se ve l’ho già detto); più di una tartaruga (purtroppo tutte morte); non pochi cani, tutti ritti a prua di un qualche barchino troppo rumoroso e troppe, troppe zanzare. Alcuni ragazzi hanno detto di aver visto un coyote al nostro primo camp, e sull’isola maledetta’ Erika ha detto di aver visto una coda indistinta, forse di volpe, forse di coyote. 

Dopo il solo siamo tornate tutte alle tende, dopo aver cenato, e Abby mi ha insegnato a fare un gioco con le carte, ‘nar’, che decisamente non richiede tanto sforzo quanto burraco.

Il giorno dopo, e cioè oggi, ci siamo svegliate alle nove, nonostante Peyton avesse detto alle otto. Abbiamo pagaiato per un paio di miglia fino ad arrivare a Fountain City. Lì abbiamo fatto rifornimento di acqua ad un autogrill e poi ci siamo incamminate verso una gelateria. Peyton ci ha spiegato che il camp offre un ‘treat’  di circa quattro dollari prima, durante e dopo il rerashing per ogni camper. Per ovvie ragioni questo di solito è un gelato. Mentre facevamo la strada abbiamo passato delle case bellissime ed enormi, con giardini altrettanto belli. In particolare ce n’era una con una distesa di ibiscus davanti, rossi e arancioni e magnifici. Alla fine la gelateria era chiusa, non si sa perché, ma sbirciando dentro ho visto che una sola pallina costava 3.60 $, quindi mi viene quasi da dire meno male. Siamo tornate all’autogrill e abbiamo preso una vaschetta per uno, e siamo riuscite a prendere tutti gusti diversi. Io ho deciso di optare per ‘brookie dough’, gelato alla vaniglia e cioccolato con pezzi di brownies e chocolate chip cookie dough. Era un po’ una puzzolata, ma non era poi terribile. Peyton ci aveva detto che anche a Fountain City ci sarebbe stata un’attrazione che entrambi i gruppi prima di noi avevano visitato. Ci aveva detto che si chiamava ‘rock house’, e sono state proposte delle teorie a dir poco interessanti in proposito: qualcuno diceva che era un museo delle pietre, altri che fosse una casa con tutte le rockstar della storia. Qualcuno ha perfino altro proposto che ci avrebbero portato direttamente da The Rock Dwayne Johnson. Alla fine era semplicemente una casa su cui era caduta una pietra, piuttosto grande, nel 1958 (se non ricordo male). Non siamo nemmeno potuto entrare per vederla da vicino, ma è comunque stato divertente! Ci siamo rimesse nei kajak e dopo nemmeno due miglia abbiamo trovato una buona spiaggia. Mi sa che il gruppo dei ragazzi ha già campeggiato qui, perché continuiamo a trovare cartacce degli oatmeal di colazione. Per ora questo è il posto più grande che abbiamo trovato, con due spazi enormi liberi dagli alberi.

Stanotte dormiamo sotto le stelle, non è prevista pioggia. Domani leggerò le vostre lettere e vi sentirò un po’ più vicini.

Mi mancate,


Cucciola di mezzo 

PS ho una nuova borraccia perché un giorno, dopo cena, abbiamo perso il tappo della bottiglia del gas, e la mia borraccia, per fortuna, aveva lo stesso identico tappo. Alla fine lo abbiamo trovato ma il mio topo sarebbe comunque stato sporco di gas, quindi ho tenuto l’altra borraccia.

venerdì 15 luglio 2022

CARTA E PENNA 24 (26)

Da: nonna MM e microba e XX

A: cucciola di mezzo

Ciao CDM!

In questi giornitu stai navigando in kayak sul Mississippi…hai fatto amicizia col fiume? Ci racconterai le tue emozioni proprio come fai nelle tue lunghe lettere che la mamma, arrivata ieri sera in treno, ci ha letto.

Ti confesso che qualche volta, parlandone con la microba, ci chiedevamo come sarebbe ‘capottarsi’ con il kayak, insomma, è facile ribaltarsi in un fiume, anche se si è fatta qualche picola esperienza sui navigli di Milano…ma se invece la nostra cucciola di mezzo fosse così brava da dominare la corrente di un fiume tanto importante? Sono sicura che sia così. Volevo chiederti: hai avuto qualche difficoltà con l’inglese? O meglio, l’americano?nelle tue lettere non ne fai cenno, come se tu fossi…born in the USA. Ora lascio spazio alla microba e alla mamma, come vedi questa volta a scriverti siamo in tre. Con tanta voglia di riabbracciarti.


nonna MM

—-

Magari la prossima lettera scrivila qui in Francia, che alla nonna fa piacere. Ora sto per andare a Cap 3000 con le amiche, ma una volta ci vorrei andare anche con te.

Prima la mamma ha visto una mail del camp in cui c’era una foto di aggiornamento del vostro viaggio, ma non ti trovavvamo. La mamma è preoccupatissima, mentre il papà ha solo detto che secondo lui non eravate tutte in quella foto e che quindi non c’è niente di cui preoccuparsi (speriamo!).

Quest’anno nessun avvistamento di polpi o relitti, ma meduse tantissime!

Come va con la GoPro? Riesci a fare le foto? E dove la ricarichi?

Quando tornerai a Casa vedrai ‘l’ufficio’ della mamma qui in Francia ^_^ (non so disegnare le emoji).

La mamma ci ha portato qui le tue lettere e ho anche visto il tuo disegno, sei bravissima!

Adesso scrive la mamma, infatto ho schiacciatomle mie righe se non non c’è più spazio per lei.

Mi manchi.


microba \/ (non so disegnare neanche i cuori)

—-

Ciao cucciola! Eccomi anch’io nel completare questa lettera a sei mani. Come ti hanno scritto nonna e microba, siamo in Francia, in questa casa che per me è sempre stata sinonimo di armonia e leggerezza.

Ho appena fatto un primo bagno su una spiaggia affollata, e poco fa ti ho scritto di quell’orizzonte con un google form, sperando che ce la faccia a rientrare nel re-ration.

La. Icroba ha ragione, oggi è arrivata dal camp una mail di aggiornamento, ma tu non eri nelle foto, non è che ti hanno perso lungo il fiume, anzi, ‘la fiuma’, vero?

Papà è sicurissimo di no ed è quasi riuscito a convinceri (quasi…).

Ieri era il 14 luglio, che per questa città è al tempo stesso una festa e  la commemorazione di una tragedia, un dram,a che vi ha sfiorato da vicinissimo.

Come gli altri anni, anche ieri non ci sono stati i fuochi d’artificio, nel rispetto di quello che è avvenuto sei anni fa. Li hanno fatti il 13 luglio, però, credo per non deludere i turisti - non mi è del tutto chiara questa logica…

Comunque, ierimper la prima volta la commemorazione è stata pubblica, sulla Promenade. Alle 22.34, all’ora in cui il camion è stato fermato, dalla Promenade si sono accesi 86raggi di una luce bianco-azzurra che si proiettavano nel cielo, ciascuno a ricordo di una vita, una famiglia, una storia.

Dal terrazzo della nonna abbiamo visto i raggi di luce passaresulle nostre teste e convergere verso il cielo profondo, nella direzione delle colline.

Un angelo stilizzato è stato inaugurato sulla Promenade, lo vedrai quando arrivi.

Per me è stato bello poter ricordare, attraversare lo spavento e la tragedia e mi piace l’idea di condividerlo con te. Ti che vedrai la luce delle stelle come forse solo ad Asisko…

E non vedo l’ora di sentire (e leggere) di te.

Un mondo di bene.


mamma

e-CARTA E PENNA 23 (25)

Da: XX

A: Cucciola di mezzo

(nessun oggetto)

Ciao cucciola! Tesoro mio grande! Come stai? Di scivo dalla spiaggia francese, che vedo questa sera per la prima volta, dopo che oggi, che è venerdì, ho lavorato sul terrazzo. La microba mi ha fatt9 un accrochio con un ombrellone che faceva in effetti ombra, ma tra quello e la tenda non passava nemmeno in filo d’aria. Ho messo un termomentro accanto al computer e segnava 37 gradi centigradi e no, non lo so in Farenheit.

Adesso sono qui a guardare questo mare e questo orizzonte e penso all’orizzonte che hai visto nei primi giorni di camp, quell’orizzone che in effetti sembra un mare: si sa che c’è, l’altra sponda do grande lago, ma non si vede.

E a proposito di grande lago, ieri mi è capitato di vedere si internet, tra le foto strane e incredibili, una foto di una barca a vela cabinata in un microlago che sembrava una pozzanghera, grande forse meno dlla tua camera. Mi ha fatto molto ridere. 

Ora vediamo se indovino qualche tratto di questa avvenura sul fiume: il tuo kajak è stabile, anche perché tu sei leggera e i bagagli sono praticamente inesistenti. Hai preso un bel ritmo con la pagaia e quando si parte magari cantate qualcosa tutte insieme per darvi ritmo, forza ed energia. Ogni tanto ci provano a cucinare la pasta, ma preferirei non pensare ai dettagli… e magari immaginare carne cotta appena sul fuoco, appena prima che abbrustoliate i marshmellows - quelli so che sono super slurp! Il Mississippi, che è il secondo fiume più lungo del mondo (o il primo che se la batte con il Nilo perché la sorgente del Nilo è un po’ dibattuta) è in realtà una fiuma ‘river she flows’ che vi accompagna in favore di corrente e vi stupisce con una natura da togliere il fiato. La notte nelle tende, anche se non siete in un hotel a quattro stelle, si dorme bene - ormai hai settato la tua conta degli insetti su più infinito, quindi tutte le specie di invertebrati sono diventate quasi solo un rumore di fondo. Mi chiedevo anche se *l* kayak di Claire è neutro come lei, aspetta come Claire: nome del kayak: It. Ora mi sa che comincio a mandarti questi pensieri, mi dirai quanto siamo lontani dalla tua meravigliosa realtà e dal tuo meraviglioso coraggio, nella speranza che questo messaggio ce la faccia a rientrare nel giro del re-ration di questo weekend. 

Un bacio grande ti penso sempre. 


mamma

giovedì 14 luglio 2022

CARTA E PENNA 22 (24)

Da: nonna MM e microba

A: Cucciola di mezzo

Ciao CDM, spero che tu stia bene. Com’è lì il tempo? Qui in Francia ieri (martedì) c’è stato un temporaline, tanto che abbiamo dovuto portare in casa la poltrona sospesa che c’era sul terrazzo. Ho anche fatto i video che ho mandato sulla chat, poi vedrai.

Cerca di divertitri un casso.

Io avrei avuto paurissima a fare un viaggio come quello che hai fatto tu DA SOLA, infatti sei stata bravissima. Se ti va, qualche volta scrivici che ci fa piacere… o, scherzavo, ho appena scoperto che non puoi mandare email, mi dispiace.

La nonna ha comprato tre francobolli internazionali, quindi per ora ti scriviamo tr lettere, e questa è la seconda, non so se la prima ti è già arrivata. In ogni caso abbiamo il form di google che ci ha mandato la mamma, per scriverti anche da quello.

Ho comprato un cappellino bellissimo che se vuoi qualche volta ti presto. Abbiamo anche incorniciato alcune foto e le abbia o messe in soggiorno. Sono carucce.

L’altro giorno in mare abbia o trovato sei meduse, SEI! Però per fortu a nessuna ci ha punto.

Un pochino mi manchi.

Con affetto,

La tua sorella preferita,  


microba

—-

Ciao CDM,

Tutto bene, stai benissimo, mi auguro. La tua facilità nel socializzare ti sarà molto utile nel creare nuove amicizie, doppiamente utile, direi: 1) ci giadagna di sicuro il tuo inglese che diventa fluidissimo; 2) conoscerai persone nuove e interessanti, che ti auguro tu pissa continuare ad incontrare e a frequentare per tutta la vita. È vero, come dice la microba, che ho comprato tre francobolli internazionali, però non voglio scriverti solo tre volte…di più,  olto di più.

Qua do torni ti facciamo assaggiare un nuovo gelato buonissimo al lampone, una bontà!

Divertiti,  mi raccomando.

Un bacione,


nonna MM

e-CARTA E PENNA 21 (23)

Da: XX

A: Cucciola di mezzo

Oggetto: To kayak Crème brulée

Ciao cucciola di mezzo! Chissà come si sta sul fiume dall’altra parte dell’oceano, dentro un kayak che si chiama Crème brulée…ti penso dal treno con cui sto andando a Nizza. Da lì lunedì sera prenderò un volo per andare a trovare il mio capo, almeno una volta all’anno ci vediamo per qualche ora. Intanto avrò qualche giorno con la nonna MM e la microba al mare. Alla fine non sono riuscita a portare nessun suo amico e amica oer farsi un po’ compagnia, ma per stasera è programmata una /ella sfida a dabble, o dobble, non mi ricordo mai come si scrive. Vedo il mare che scorre appena più in basso, accanto al finestrino, e penso a quanto è simile, eppure diverso, al grande lago senza sponde che bagna il camp. A partire da oggi, in Europa (in Italia, ma anche in Francia e in Spagna) ci si aspetta che farà davvero caldi, si parla di almeno quaranta gradi : perfino la cucciola grande si è decisa a tenere in frigorifero il cioccolato, dopo che ha dovuto ‘berlo’ dalla carta un paio di volte.

 Redo che i vostri rifornimenti di murande e lettere stiano per arrivare, se non ho sbagliato a fare i conti. Dal messaggio, papà aveva capito che vi avrebbero portato le mutande, oppure la posta. Io confido che a bordo del truck per il re-ration arrivino tutti e due i supplies. Fingers crossed!

Ecco, ho scelto di raccontarti un po’ di vita dall’Europa, per non di enticare questo nostro vecchio e zoppetto continente.

Timpenso fortissimo, a te e all’ingarbuglio nel cuore e a come quell’ingarbuglio, ogni tanto, lo senta un po’ anche io.

Ti penso e ti mando un mondo di bene!


mamma

mercoledì 13 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 20 (22)

Da: XX

A: Cucciola di mezzo

Oggetto: To kayak Crème brulée

Ciao cucciola di mezzo! Abbiamo ricevuto ieri la tua seconda lettera fitta fitta di cose ed emozioni, e noi abbiamo sorriso, riso e pianto (no, papà non ha pianto, e nemmeno la cucciola grande - io un po’ sì, di gioia ed emozione). È già passata una settimana da quando sei partita sul fiume, abbiamo provato a cerca4e l’itinerario ma ci ricordiamo soltanto che attraverserete tre stati, non siamo nemmeno troppo sicuri di quali…della tua lettera mi ha commosso questo groviglio di sentimenti (divertimento, avventura, eccitazione, esplorazione di te, degli altri e del mondo, lo chiami groviglio indecifrabile,’confusionario miscuglio che ormai ti è diventato amico’) che ci racconti, è bellissima questa condivisione. E sai, quando ci penso provo anche io un po’ le stesse cose - un po’ meno divertimento, in realtà, quello non si appalta facilmente, e probabilmente molto più terrore, quando metto i pensieri in fila e ti so dall’altra parte dell’oceano, su un fiume sconosciuto, irrintracciabile, irragiungibile, preda delle rapide e della pagaia, delle zanzare e spero soltanto non degli orsi. Leggendo le tue parole fitte, con quella tua grafia così caratteristica, familiare e amata, ho riso all’idea dei kayak cascati e delle domande su come vi siete sentite, e non vedo l’ora di conoscere la storia di questo Voyage, un po’ alla rice4ca del mondo e un po’ alla ricerca del mondo che sta dentro di noi. E voglio anche sentire TUTTE le canzoni del camp, soprattutto ‘River she is flowing’. Ah, la maglietta dei Ridges è bellissima, ma ricordati: ‘ The Trails are big, sonstrong and so mighty, there is nothing that they cannot do!’.

Ci ha fatto molto ridere il tuo racconto dello ‘shakedown’ a ostacoli, con gli americani in ciambelle galleggianti da schivare a mazzi, non ho capito benissimo dove stavano incani…ah, e papà è molto fiero che tu non abbia spezzato gli spaghetti. Go go go!!!

Anche la tua lista di animali ci è piaciuta molto, abb8amo solo un piccolo dubbio sulle sardine che sono pesci di acqua di mare…

Siccome ora sarai a dormire sotto le stelle, volevo condividere con te un aggiornamento dal mondo: ieri, che era il 12 luglio, la NASA ha condiviso le prime immagini arrivate la telescopio James Webb. Embè, dirai. Embè: il telescopio non è sulla terra, ma è stato lanciato nello spazio profondo il giorno di Natale del 2021 dalla Guyana francese, attaccato ad un razzo Ariane; ha viaggiato per sei mesi e mezzo e ora si trova a un milione e mezzo di chilometri dalla terra, quasi come ogni tanto sembri lontana tu, un milione e mezzo di chilometri. Questo affare ha uno specchio (serve per catturare la luce) che è più largo di sei metri, una cosina non troppo aerodinamica, in effetti, e uno scuso termico per non bruciarsi con il sole che è grande come un campo da tennis. In più, viaggia dove le temperture sono tra -230 e -260 gradi centigradi (no, no lo so in Farenheit). Quello che ha cominciato a mostrare questo telescopio è strabiliante, può vedere il cielo in un’immagine di 4,6 miliardi di anni fa, praticamen5e poco dopo il big bang (che, sappiamo, non è stato proprio un Bang). Sta mostrando nebulose lontanissime che stanno mostrando nuove stelle, una sorta di nursery stellare, poi una stella che nasce, una che muore, tutto congelato dalla luce che arriva fino a noi e ci mostra le immag8ni di allora. Ecco, mi emoziona sapere che stia o andando, come te, sempre un po’ più in là…e che anche il tuo sguardo stasera, qua do guarderai le stelle, saprà che quella è una fotografia del passato, che la luce delle stelle porta fino a noi. E che brillano con te.

Ti penso


mamma


martedì 12 luglio 2022

e-CARTA E PENNA 19

Da: YY

A: Cucciola di mezzo

Oggetto: Letterina!

Ciao cucciola di mezzo! Ho appena ricevuto la seconda lettera; sto aspettando che la mamma torni dall’ufficio per aprirla insieme a lei. La prima che abbiamo ricevuto ci ha fatto molto piacere. E soprattutto ci fa piacere che tu stia passando dei bei momenti vivendo al meglio un’esperienza importante. Ormai sei partita per il vostro viaggio in canoa , quindi credo che non riceverai giornalmente le nostre e-mail a senso unico. Nel fine settimana c’è stato (?…) finalmente il concerto degli Iron Maiden a Bologna, quello che mi avete regalato voi più di due anni fa! La mamma e io ci siamo andati, in una bella giornata di sole; qui infatti sono mesi che non piove e si parla di siccità e mancanza l’acqua. Ci siamo sistemati su una collinetta di fronte al palco, e abbiamo assistito all’esibizione di una band di supporto (gli Airborn, degli australiani con un cantante molto esuberante che suonano musica dello stile AC/DC). Tutto era pronto per l’arrivo degli Iron Maiden sul palco, quando…quando su Bologna si è abbattuta una tempesta di fulmini e vento, con anche un po’ di pioggia; e dopo un temporeggiamento di tre quarti d’ora, il concerto è stato definitivamente annullato perché non potevano essere garantite le condizioni di sicurezza! AAAARRRGGGGGHHHHHHH!!!!!! diciamo che questo concerto è nato sotto una pessima stella! Ovviamente mi dispiace; ma mi dispiace anche di più per voi che mi avete fatto il regalo. Noi ci siamo rifatti nei due giorni successivi visitando Bologna e Ferrara, che sono proprio belle! Adesso ti lascio le tue fatiche fluviali! A presto. 

Papà

domenica 10 luglio 2022

CARTA E PENNA 18

Da: Cucciola di mezzo 

A: XX e YY

Cari XX e YY, questi giorni sono stati talmente intensi che non ho avuto nemmeno il tempo di scrivervi. Non so ancora se vi è arrivata la mia lettera, anzi le mie lettere, e non lo saprò ancora per una settimana, fino al rerashing, quando ci daranno tutte le lettere che non ci sono arrivate in questi giorni e quando possiamo finalmente spedirne altrettante! 

Il cinque luglio siamo partite con l’autobus e, dopo un viaggio di 12 ore, durante le quali  abbiamo guardato Megamind, Mostri contro alieni, Mean Girls e, su suggerimento di alcuni ragazzi, perfino Interstellar (questa volta non ho nemmeno provato a capire), siamo arrivati in un camp in Minnesota. Dopo una pizza che poteva decisamente essere peggio, abbiamo montato le tende; due da tre persone e una da quattro più la tenda da due per i leader. Nella foresta dove abbiamo piantato le tende c’era anche una chiesa abbandonata, e poco più in là un campo da basket. C’era anche un bagno con delle docce (le ultime che mi ricordo) e appena siamo scese dall’autobus c’erano delle pizze ad aspettarci (di sicuro meglio di quella del camp). È stata anche la prima notte in cui abbiamo fatto il bear-yak: abbiamo messo tutto il cibo e gli “smellables“ (tipo piatti e beauty) in un camper così che gli animali non riescano ad arrivarci. Nei giorni seguenti in ovvia mancanza di un camper, l’abbiamo fatto in un kajak e poi infilato gli altri uno sopra l’altro. 

Dovevamo partire il giorno dopo, ma ci doveva essere un minimo di distanza fra i vari gruppi, quindi il sei sono partiti solo i ragazzi. Noi e l’ altro gruppo di ragazze siamo rimaste al campo per un altro giorno, e abbiamo giocato a carte (è un gioco molto simile a quelli a cui giocavamo a Nizza) e anche in un altro gioco a corpo libero a coppie ( è troppo complicato da spiegare adesso, ve lo dirò una volta tornata a casa).

Il 7 luglio siamo finalmente partite, kajak in acqua, remando via da una spiaggia stupenda (seppur piena di pesci morti) con un’avventura davanti che aspettava solamente noi. Alla fine siamo partite come un unico grande il gruppo di ragazze, dato che una Voyager è una leader nell’altro gruppo (62) hanno dovuto abbandonare il campo appena prima di partire. Ci siamo divise in tre grandi gruppi per affrontare il giorno più impegnativo dell’intero viaggio, con 13 miglia prima del luogo del campeggio. Non ho la più pallida idea di quanti chilometri siano, ma da quello che ho capito sono parecchi (contando anche in totale ne facciamo 75 di miglia). Io ero nell’ultimo gruppo, capitanato da Claire. Per tutto il viaggio c’è stato un paesaggio stupendo, ma ho una chiara immagine del lago da cui siamo partiti, coronato da colline boscose e casette di tutti tipi, con un treno che ci correva affianco e l’acqua striata del muschio, che creava ghirigori in superficie. Mentre remavamo abbiamo cantato canzoni di tutti i gusti, da Taylor Swift e canzoni prese da svariati musical. abbiamo pranzato in acqua, con una delizia composta da cracker semi-bagnati, formaggio del colore di crème brulé sciolto, e summer sausage tagliata con chips di banana essiccata. Dopo aver continuato a pagaiare per quello che è sembrato un tempo infinito, Claire è andato a chiedere quanto mancasse al nostro accampamento, e alla risposta di due miglia ci siamo tutte rassegnate (vuol dire meno di un’ora di kayak). Percorse altre quattro miglia, abbiamo avvicinato un barchino per capire dove fossimo fimite. E quelli, serenissimi, ci hanno risposto: “o sì, dovrebbe essere a meno di cinque miglia da qui“. Alla fine siamo arrivate, sporche, bagnate ed esauste, ma siamo arrivate. Il nostro campo era su un’isola in mezzo al Mississippi, e abbiamo cenato sulla riva e poi siamo subito collassate nelle nostre tende. Il giorno dopo dovevamo fare solamente tre miglia, ma prima ci siamo fermate ad un campo che avesse acqua e bagno. Siamo anche andate ad un supermercato nella città lì vicino, e ho comprato delle fette di anguria (non mangiamo frutta da troppo tempo). Poi siamo ripartite e durante il tragitto ho perso i miei occhiali, ma per il resto tutto a posto. Abbiamo trovato una spiaggia piena di fiori dominata da una duna di sabbia. Al tramonto ci siamo inerpicate per guardare un tramonto mozzafiato sotto un cielo immenso che abbracciava il paesaggio fino alla riva opposta, in Minnesota. È stata la prima notte in cui abbiamo dormito sotto le stelle e sotto una luna luminosissima, che ho sempre ammirato dall’altra parte del mondo. E ancora una volta, dopo aver fatto battaglia di pollo in acqua, danze coordinate e corse giù dalla collina, eravamo stremate. 

Il nove liglio sono stata nominata L. O. D. (Leader of the Day) insieme a Gianina, e siamo state nel tendone insieme abbiamo deciso i gruppi per le tende. Nel cercare una spiaggia appropriata che non fosse già occupata da altre barche abbiamo percorso circa 10 miglia, mentre l'itinerario giornaliero era di quattro/cinque. Alla fine siamo capitate nella zona in cui saremmo dovute essere il giorno dopo, quindi ci siamo permesse un giorno di pausa nella stessa spiaggia. Anche qui abbiamo nuotato e anche qui c’è una duna di sabbia coperta di conchiglie che tintinnano quando ci si passa sopra. Mentre io, Gianina e Cory preparavamo la cena (a base di chili), Sam ha trovato delle uova di quelli che pensiamo essere tartarughe. Ad un certo punto, mentre stavamo aspettando che l’acqua bollisse, l’intera bottiglia di gas ha preso fuoco. Abbiamo subito chiamato Peyton e Claire che, nonostante la sua paura del fuoco, è riuscit* a spegnerlo. Sorprendentemente ci hanno lasciato continuare a cucinare la cena che, sempre sorprendentemente, non era male. E per il tramonto siamo di nuovo salite sulla duna e abbiamo cantato qualche canzone mentre contemplavamo il cielo. Abbiamo lasciato le tende aperte e questa volta abbiamo visto molte più stelle che si stagliavano luminose nel cielo notturno. Penso di aver individuato l’orsa minore (o maggiore, non mi ricordo quale sia quella con la stella polare), ma era verso sud, quindi non ne sono sicura. 

Oggi era il nostro giorno di pausa, quindi nessuno è salito sul kajak, a parte Peyton che è andata a fare rifornimento d’acqua in una città lì vicino. Abbiamo delle sacche d’acqua pulita che però, tra il lavarsi denti e lavare le pentole, non durano molto. Ho avuto tempo per imparare un nuovo disegno sui braccialetti (Peyton ha portato i fili anche qui) e ho iniziato a fare dei segnalibri. A proposito di libri, sta già iniziando un traffico di scambi, perché tutti ne abbiamo portati troppo pochi, e mi sa che lo sfrutterò anch’io, dato che ho quasi finito Alessandro. 

Non è successo nient’altro oggi, a parte la preoccupazione per Peyton, che non tornava più, e per le nostre borracce praticamente tutte vuote. Quando è tornata, ci ha raccontato che era finita in un pub perché doveva caricare il suo telefono e quello di Claire e, mentre beveva una limonata, ha raccontato che una coppia le ha chiesto cosa stessimo facendo e dove fossimo diretti e, dopo che Peyton nominò di essere laureata in geografia, l’hanno semi-presa in giro, chiedendo che lavoro riuscisse a trovare con una laurea come quella. Per tutto il resto del pomeriggio ha piovuto a tratti, abbiamo dovuto rimettere la rain fly (la “coperta“ di plastica da mettere sopra la tenda) più volte, perché o volava via (abbiamo scoperto che gli stecchini per tenerla ferma nella sabbia non ci stanno), o perché dentro la tenda faceva un caldo insopportabile. 

Alla fine abbiamo cenato (le cene in fin dei conti non sono così male) e siamo andate nelle tende senza guardare il tramonto, perché era tutto coperto dalle nuvole. Questa notte non possiamo dormire sotto le stelle, perché è prevista pioggia, ma sono sicura che avremo altre occasioni, come la notte della mega-tent, un progetto nel quale Ellie e Cory stanno parlando da giorni. Consisterebbe nel mettere tutte le tende vicine e, non so come, unirle a formare, appunto, una mega-tent. 

Domani torneremo in acqua con i kajak, pagaiando lungo le rive del torbido Mississippi per trovare una spiaggia su cui passare la notte e condividere nuove, fantastiche esperienze.

Vi voglio bene,

Cucciola di mezzo

P.S.: mi sono dimenticata di dirvi che durante i Quad’s Games, abbiamo giocato anche a palloncino assassino. Io ero la rappresentante femminile dei Ridges ma  non ho vinto, perché avevamo quattro palloncini alle caviglie (e qualcuno gli aveva legati sopra il polpaccio) e giocavamo sull’erba, quindi due si sono scoppiati da soli.

e-CARTA E PENNA 17

Da: XX

A: Cucciola di mezzo

Oggetto: non proprio come previsto…

Ciao Cucciola! Mi chiedevo… chissà se i nostri messaggi te li consegnano in ordine cronologico, e tu diligentemente li leggi così, oppure se sono shuffled tutti insieme e tu li leggi in ordine sparso, chissà che cosa vi arriva al rifornimento. Comunque: ecco la storia che non ti avevo ancora raccontato. Tu e le tue sorelle avevate regalato a papà i biglietti per gli Iron Maiden - data prevista 20 luglio 2020; Bologna, unica data italiana. Poi è arrivata quella dolcezza della pandemia che ha scombinato i piani del mondo, compreso il concerto. Così, passin passino, gli organizzatori sono riusciti a riprogrammare la data per il 7 luglio 2022, sempre a Bologna. Il 7 luglio era un giovedì così papà e io (ho goduto anch’io del vostro dono) siamo partiti dopo pranzo alla volta del concerto. Obiettivo: ascoltare quella musica melodica e armoniosa =_=, poi restare in un agriturismo nei dintorni e il venerdì e il sabato visitare Bologna. Così arriviamo nei pressi di questa arena, che in realtà è un’arena naturale fatta di colline di prato con un grande palco al centro - la macchina parcheggiata in un prato di quella che aveva tutta l’aria di erba medica a 2 km - una bella camminata insieme ad un sacco di altri con le magliette nere di Eddie. A proposito, il papà, la sua maglietta di Eddie, l’ha lasciata al mare. Entriamo con gli stessi biglietti del 2020, saliamo sulla collinetta così anche le bassette come me vedono qualcosa: sul palco si agita la band che suona prima, gli ‘Airbourne’ - un teschio come scenografia (indovina), una parlata australo/british (‘ui paipol’ per dire ‘we peaple’) che suona, canta, strilla e parla a torso nudo insieme agli altri componenti della band, tentando di scaldare gli animi per gli Iron. Ora, qui in Italia c’è la peggiore siccità degli ultimi cinquant’anni, non piove da settimane, i fiumi sono ai minimi storici. Tutto vero, tranne che a Bologna in quelle due ore. Il concerto avrebbe dovuto cominciare alle 21 - papà nella sua certezza granitica ‘gli Iron sono sempre puntualissimi’. Però. Verso le 20:50 si alza il vento, comincia a piovere e si vedono moltissimi lampi, ma proprio moltissimi, una tempesta di lampi. Sulla collinetta di prato cominciano a vedersi le prime felpe, k-way, qualcuno sta sotto un asciugamano di spugna, qualcuno non ha niente e si toglie pure la maglietta: pioggia per pioggia, almeno la maglietta resta un po’ più asciutta. Uno anziché la mascherina ha la maschera dell’uomo ragno, quella ‘tutta test’ - chissà che cosa vede, attraverso gli occhiali di rete. Il vento è sempre più forte, gli Iron questa volta sono un po’ meno puntualissimi - ad un certo punto sale sul palco un ragazzo dello staff, che dice con voce stentorea: ‘sono Matteo, dovete immediatamente evacuare la zona davanti al palco, subito, le uscite sono quella destra e quella sinistra. Tra 15 minuti vi faccio sapere.’ Ti immagini: i fan più scatenati, più appassionati, quelli che sono lì da ore per prendere i posti davanti al palco, buttati fuori. Sempre più vento, sempre più lampi, un po’ di pioggia. Passano 40 minuti, l’area davanti al palco è tutta libera, qualcuno rientra, il controllo dei biglietti è ormai un’ utopia. Lo spazio davanti al palco è libero, in caso il vento faccia volare qualche pezzo della struttura. Qualcuno comincia a rumoreggiare, qualcuno chiama ‘Matteooooo!!! Vieni fuori!’. E poi lui viene fuori, dice che la Protezione civile attende una tempesta ancora più forte, che c’è anche un’allerta all’aeroporto, quindi il concerto è annullato, tutti verso le uscite rapidi, grazie. In 100.000, coperti alla bell’e meglio bagnati, intirizziti dal vento, si avviano, e noi con loro, alle macchine parcheggiate nei prati a 2 km. Noi indossavamo i cappelli australiani e le mantella da bici - io sembravo la cugina della Pimpa, con la mia mantella rossa a pois bianchi - ma il vento spostava la pioggia ci ha fatto bagnare lo stesso. Sembra una barzelletta: dopo la peggio pandemia dell’era moderna, nell’estate della siccità più severa dell’ultimo mezzo secolo, ha piovuto per due ore: sopra Bologna, esattamente nelle due ore previste di concerto dell’unica data italiana di un gruppo che chissà se tornerà. In effetti fa abbastanza sorridere, vero? Il vostro regalo, però, non è perduto - ho chiesto il rimborso (gli organizzatori, visto il karma di questo evento, non l’hanno riprogrammato e hanno preferito annullarlo, come dar loro torto?) e comprato due biglietti per un concerto di certi Helloween - stessa musica che piace al papà, che suoneranno (forse) a Milano il 27 agosto. Non sono proprio gli Iron, ma avete lo stesso regalato al papà un concerto della sua musica. Ecco l’aggiornamento… to be continued,  ti raccontiamo che abbiamo fatto i turisti a Bologna e Ferrara. 

Un bacio grande, cucciola di mezzo, ti penso sempre, 

mamma