giovedì 17 ottobre 2019

UN MONDO BELLO

XX rientra in una selle innumerevoli serate di ritorno dall’aeroporto. Sale su un taxi guidato da un uomo gentile e paziente che indossa un basco di lana. Quando arrivano di fronte a casa, lui le recupera il bagaglio e aspetta sul marciapiede che il portone si chiuda dietro di lei, per poi fare un cenno di saluto così, impalpabile, e sparire nella sua notte di viaggio. Ha aspettato che il portone si chiudesse dietro di lei. Il tassista. Un mondo bello.

lunedì 14 ottobre 2019

LA PROFESSORESSA MAPS E L’ORIENTAMENTO - TAKE 1

In una vecchia vignetta Snoopy dice: “Da grande voglio fare la persona felice”. Come immagini te stesso da grande. Quali aspetti della tua vita futura pensi che possano darti la felicità? Quale strada immagini di percorrere per raggiungere i tuoi obiettivi?

Il futuro. Il futuro è una questione estremamente delicata. Come un bicchiere di vetro che, se non si maneggia bene, finisce in mille pezzi. Perché il futuro è fatto di sogni. Sogni che costruiamo sulla base di quello che vogliamo diventare, come vorremmo essere e cosa invece vorremmo evitare di fare. I sogni però, tante volte, si trasformano in illusioni. E quando torni nella realtà ti sembra che il mondo ti cada addosso, e vuoi mollare tutto. Ma è proprio questo l’errore che spesso facciamo: non lasciare mai andare i tuoi sogni. Perché non si può vivere senza sogni, pensando solo al presente.
Ecco, io quando sarò grande spero che avrò realizzato i miei sogni e spero che ne avrò di nuovi. Infatti, quando mi chiedono “cosa vuoi fare da grande” io non so che cosa rispondere. Perché chi me lo chiede intende il mestiere che voglio fare, ma io penso che il futuro sia fatto perlopiù di sogni. Ed è questo che penso che mi darà felicità in futuro, come me la da adesso. La speranza. La speranza di poter realizzare ciò che più desidero. Infatti io non penso molto al futuro. Io non so come sarò da grande, ma so che avrò molti sogni, perché non ne posso fare a meno. Certo, la mia vita non è fatta solo di illusioni. Ad esempio mi piace molto recitare, perché mi immedesimo in qualcun altro e per un po’ mi scordo dei miei problemi. Infatti uno dei miei sogni è imparare a recitare bene e, magari, diventare un’attrice. A me non interessa se avrò fame, se farò molti soldi. A me interessa fare un lavoro che mi piace che mi dia soddisfazione. Spero anche di avere una famiglia che mi vuole bene. Spero che nel futuro io sarò felice! Non chiedo di essere ricca e famosa, ma soltanto felice. Perché più siamo e più si chiede e io non voglio diventare una persona che pensa soltanto ai soldi e al successo. Ma, pensando al futuro più prossimo, io vorrei fare il liceo scientifico. Perché, anche se mi piace molto scrivere, le materie umanistiche non mi ispirano molto. Mi piace invece matematica e anche scienze. E poi, con una base così generica potrò fare un po’ tutti i mestieri, e spero così di poter scegliere lavoro che più mi piace e di realizzare i miei sogni.

Cucciola di mezzo

giovedì 10 ottobre 2019

SCRIVERE

Ci piace scrivere perché
la scrittura è come una poesia
che ondeggia nel mare
e le onde sono parole.

Ci piace scrivere perché
le nuvole sono parole
trasportate dal vento.

Ci piace scrivere perché
le poesie sono come semi
che diventano piante e si arricchiscono.


Microba, quintabì, lavoro di gruppo

martedì 1 ottobre 2019

QUELLE DIECI VOLTE TU...

Quella volta che eri ancora nella pancia e abbiamo detto agli amici più cari che saresti arrivata...e senza esserci ancora, ma già così presente, ci ha reso noi.
Quella volta che il caso, il destino e una meravigliosa fortuna ti hanno fatto incominciare l’inserimento al nido con il tuo amico Potts, che si infilava negli armadietti. Vi siete trovati lì e i vostri cuori si sono legati in un’amicizia senza tempo.
Quella volta che era appena dopo Natale a passeggio, tu avevi perso il ciuccio e l’abbiamo cercato ovunque nel quartiere, finché è ricomparso nel profondo della bocca di un cane e noi l’abbiamo ripreso e usato lo stesso.
Quella volta che ti sei rotta il ditone del piede e siamo tornati dal mare e il medico che te l’ha aggiustato - facendoti supermale per ridurre la frattura prima di mettere il gesso - ed è diventato ‘il tuo amico Andrea’, con cui sei rimasta da sola a chiacchierare di mare e di sorelle in qul tempo senza tempo in cui la mamma si occupava di tutta la burocrazia altrove.
Quella volta che è arrivata la nuova maestra di matematica e tu ti sei presentata sotto falso nome. Matteo. Avendo convinto tutti gli amici a reggerti la parte.
Quella volta che, con gli sci, sei caduta giù giù nel dirupo e noi ci siamo spaventati parecchio e tu anche e poi invece era solo una piccola botta su una gamba.
Quella volta che ti è stato chiesto di preparare il bagaglio per il week end e tu hai riempito una valigia di libri.
Quella volta che ti sei fatta una meravigliosa maglietta con scritto “SONO UNA FEMMINA” decorandola con le smorfie e le facciacce più nere che mai. In barba agli stereotipi di genere.
Quella volta che all’alfabeto delle cose belle, hai scritto N=notte, perché si dorme.
Quella volta che, in risposta al mio “guarda che sono a casa solo un quarto d’ora”, mi hai steso con “eh, ma QUEL quarto d’ora...”.
Tutte quelle volte che sorridi arricciata, che ti arrabbi, che ti accorgi, che ci sfidi, che ci commuovi. Tutti questi dieci anni di pienezza di noi.

Buon decimo compleanno, microba grandissima. Un amore immenso.