martedì 22 dicembre 2015

UN NATALE ACCOGLIENTE

Pensavano che quest'anno non ci fosse, la tradizionale baraonda scolastica attorno al Natale, complice una circolare della preside arrivata con un preavviso scarsissimo. E invece. E invece hanno portato a scuola cappelli rossi e corna di renne, hanno indossato magliette rosse o bianche e hanno cantato, segnato, recitato poesie. Tutto da manuale, se non fosse che nella classe della cucciola di mezzo (che aveva prontamente esibito virus gastrico il giorno prima facendosi rispedire a casa da una commessa un po' seccata), si è cantato in inglese, si è segnato, suonato il violino, la chitarra, un compagno sordo ha accompagnato la musica ritmando (a ritmo!) con i tamburi. I loro desideri per il Natale, una captatio benevolenzae che spera che il Natale porti infinita pazienza alle maestre, recitati con voce squillante e pathos da attori navigati, una poesia di Madre Teresa che invita all'ascolto e alla speranza. Il bimbo sordo che segna i suoi desideri - un Natale di gioia per tutti - e tutti lo capiscono.
I piccoli amici nella classe microba, un filo meno composti, hanno segnato con energia e precisione, indossato piccoli coni di cartoncino rosso e bambagia, novelli microbabbi, recitato poesie e sorriso, corso, mangiato a quattro palmenti e fatto capriole a piú non posso.
XX ha pianto commossa all'esibizione live della cucciola di mezzo e pianto in differita davanti al filmino prontamente condiviso dalla meravigliosa maestra microba. Un buonissimo Natale, una comunità accogliente, un commovente esempio di integrazione.

sabato 19 dicembre 2015

A DISPOSIZIONE

Era un diciannove dicembre di tredici anni fa. Tiepido, anche allora, come oggi. Davanti alla comunità ci siamo presi l'impegno di essere famiglia. Di essere a disposizione uno dell'altra. Oggi abbiamo festeggiato il nostro essere famiglia, un po' affollata e frenetica, ma famiglia stretta, ma soprattutto abbiamo ricordato, mai come oggi, il nostro essere a disposizione. Loro, per la precisione. Loro delle cucciole. A disposizione per partecipare al corso di cannottaggio con papà ogni sabato mattina, non importa se piova (poco, per ora) o tiri vento. A disposizione ad assistere alle tropicali e durissime lezioni di nuoto nel pallone con clima monsonico. A disposizione a traghettare tutti in provincia per la prima gara di arrampicata il cui orario di inizio per le cucciole variava naturalmente di tre ore a seconda dell'età. A disposizione, a gara di arrampicata ancora nel vivo, a traslocare la microba dall'altra parte della provincia alla festa di Natale del basket, novella ed irrinunciabile passione. Tutto in una sola giornata, il sabato prima di Natale, per la prcisione, quando ognuno di noi avrebbe avuto un altro milione di incombenze. Invece siamo stati a disposizione. Insieme per loro. Per la loro gioia, che poi è la nostra. Ed è stata una giornata bellissima.
Buon anniversario, YY.

COME GLI SQUALI

Gli squali hanno più file di denti. Ma in qualche momento della vita questo capita anche ad alcuni umani, nella loro fase bambino. È successo per esempio alla microba che, svoltata ormai la boa dei sei anni da un paio di mesi, ha cominciato a generare enormi denti permanenti dietro i minuscoli e ben saldi denti da latte. Ebbene, è finalmente successo che uno dei dentini incriminati abbia finalmente sclto di abbandonare il suo posto lasciano un pochino di spazio al palettone già cresciuto. Il topino dei denti ha festeggiato l'evento lasciando sotto il cuscino un ricchissimo bottino, integrato da topini di nonne e zie.

martedì 8 dicembre 2015

QUESTA PAROLA LA CONOSCETE, SI, SI, LA CONOSCETE

"Papà, com'è che che fa quella tua canzone che sentivamo prima? Din, didin, dididididin..."
"Si chiama 'Empire of the clouds'; empire vuol dire impero. Invece clouds dovrebbe essere una parola che conoscete..."
"Ah, si! Santa Clouds!"
Ecco, appunto.

giovedì 3 dicembre 2015

A ME PIACE

A me piace compiere gli anni, da sempre. Ho sempre vissuto il compleanno come un giorno un po' unico, di quelli di festa quando tutto sembra normale ma anche un po' speciale. E da quando la mattina del mio compleanno la musica comincia presto, con piccoli piedi cuccioli e cospiratori che trottano e tramano nell'ombra e nel silenzio, e quando mi siedo a tavola sono sommersa da piccoli doni, biglietti e disegni di ogni foggia e dimensione, ebbene, non rinuncerei alla specialità di questo giorno per nulla al mondo. Grazie alla silenziosa e segreta regia di YY e a tutti Voiquattro, che fate speciale questo giorno e fate speciale la mia vita.

giovedì 26 novembre 2015

"STAI TRANQUILLO CHE CI PENSA LA MAMMA"

Logistica d'inferno, recupero precena dalla palestra di arrampicata della cucciola di mezzo, che sorprendentemente rinuncia alle sue ciarle da spogliatoio e riemerge in tempi quasi umani. A casa aspettano una cena, una doccia da fare di volata. XX è anche attesa da una serata tra mamme, la prima della classe prima della microba. Non ci si conosce, si cercano persone simili, in queste occasioni nascono inaspettate e sorprendenti amicizie. Peccato che nel mezzo della pedalata di avvio alla salita, quando XX si trascina sulla bici la cucciola di mezzo con tutta l'attrezzatura di arrampico, la sua borsa, il pc, proprio sul momento di accelerazione massima pre-salita si smonta il seggiolino su cui la cucciola si lasciava trasportare. Lei crolla sulla schiena, viene trascinata qualche attimo finchè la ruota della bici si blocca del tutto. Lei strilla, XX quasi cade, le macchine sfrecciano accanto a loro. Un gentile ragazzo capellone vede la scena apocalittica e si ferma a cercare di dare una mano. Vede la cucciola ancora sdraiata sulla schiena e sul seggiolino smontato, le luci lampeggianti dlla bici e del casco di XX indossato dalla cucciola, cerca di nascondere una risata alla vista di XX che indossa per l'occasione il cappello peloso pieno di occhi, orecchie, zamoe e code della cucciola e le aiuta almeno a liberare la ruota. XX e la cucciola si rialzano, tenendo in bilico il seggiolino smontato ritornano a piedi a casa arrivando circa quattro secondi dopo che il solerte gruppo delle mamme di prima aveva citofonato. XX non si era mai goduta un bicchiere di vino in un momento tanto adatto come quello condiviso quella sera, dopo aver segnalato a YY il danno alle due ruote e riconsegnato in famiglia una cucciola un po' spaventata ma praticamente illesa.
La scena sarebbe entrata a pieno titolo nel medley dei video "Stai tranquillo che ci pensa la mamma"

lunedì 9 novembre 2015

CUORI GONFI

Tutto concentrato in trentasei ore. Il battesimo dell'acqua in un soleggiato e tiepido sabato mattina, con il naviglio reso brillante dal sole ma la vogata non meno difficile. Un undicesimo compleanno di allegria ed emozione. La cerimonia della "confermazione" una volta si chiamava cresima, con emozioni divise e condivise con gli amici speciali dal cuore generoso.
Cominciamo dall'inizio: naviglio brillante, barca enorme, otto remi che uno è in alto, un in basso, uno piatto, uno di taglio, uno incastrato e uno fuori dal suo scalmo. Loro quattro alla loro prima uscita sono felici e ridanciani. L'istruttorebsrafico ad un certo punto, mentre i remisbattono framloro le barca oscilla un po', dichiara serafico "Beh, da qui al massimo rientriamo con la corrente." Hanno percorso circa cento metri totali in mezzora, ma sono stati i cento metri più felici di sempre. Nel giorno dell'undicesimo compleanno della cucciola grande, che al termine delle fatiche sportive ha dispensato fettine di crostata alle albicocche a tutto il circolo.
Un compleanno cucciolo grande non poteva essere senza la sua anima gemella, la cagnolina TT, che ha festeggiato a suo modo giocando a nascondino e cercando wurstel al parco.
L'indomani ecco un altro grande giorno, quelło che magari sembra scontato ma poi tutti sono emozionati. Alla cresima, resa speciale da Mau&Laura, ma anche dal cuginone FF e dal cuginetto GG sbarcati da Torino, i Noicinque si sono sentiti stretti da un affetto caldo ed emozionato, nonostante le smorfie di disgusto della cucciola grande quando il vescovo le ha spalmato l'olio sulla fronte, e non solo.
Trentasei ore di emozioni con varie sfumature, dall'eccitazione di una prima vogata spettinata al più intimo e raccolto rito religioso, ma tutte che hanno gonfiato il cuore di XX di gioia. Gioia e gratitudine.

venerdì 6 novembre 2015

CARI GENITORI

Dal quadernino degli avvisi microbo, al termine di una giornata di fuoco
Cari genitori, 
oggi la microba ha usato le forbicine in modo inappropriato contro un compagno, procurandogli alcuni piccoli tagli sui vestiti e un livido sulla gamba sinistra.
Cordiali saluti.
Le maestre

La tragicomica comunicazione ha avuto alcune conseguenze sulla vita Noicinque: castigo microbo di una settimana (subito esteso a otto giorni per l'immediato non rispetto del castigo stesso), acquisto frenetico di nuovi vestiti al compagno, biglietti di scuse al compagno - e risposta di scuse accettate - e alle maestre - nessun riscontro noto. Speriamo che la creatività microba scelga modi meno illeciti di manifestarsi in futuro.

mercoledì 4 novembre 2015

QUEL MIRACOLO

Benarrivata, Arianna. Benarrivata da quella tua culla dolce, tiepida e accogliente, benarrivata in questo mondo di estremi. Le luci forti, cosí diverse rispetto alla quieta penombra del pancione. I rumori forti, magari improvvisi, cosí diversi dai regolari suoni fisiologici del corpo che ti ospitava, dal regolare tum tum del cuore della tua mamma, dalla sua voce familiare. Ed eccoti. Sei arrivata in un soleggiato pomeriggio di novembre, un giorno di anticipito sulla tabella di marcia dei medici. In un attimo hai reso la tua mamma e il tuo papà LA TUE MAMMA e IL TUO PAPÀ. È con un affetto e una commozione grande che ho visto come in un attimo sei diventata tutto per loro, come profondamente hai cambiato il loro intimo. Loro sono, per te. Sono e basta, in un modo che prima non si immaginavano nemmeno. Grazie, Arianna, per averci portato ancora una volta la magia di questo amore cosí gratuito e incondizionato. Che tumpossa adattarti in fretta alle luci forti, ai rumori forti e a tutto quanto di forte la vita di proporrà, che tu possa percorrere con la leggerezza con cui sei arrivata questo sentiero appena iniziato. Benarrivata, Arianna.

martedì 3 novembre 2015

AH, ADESSO SI...

"Cucciola grande, tutto ok oggi a scuola?"
"Mh, si, benissimo, c'è stata finalmente la supplente di tecnica. E poi anche di italiano."
"Come, di italiano?"
"Boh, tutti dicevano che la prof di italiano era incinta."
"EHHHHHHH?!"

Da:  XX
A: rappresentante di classe primacì, detta Rapp
Ciao Rapp, oggi la cucciola grande, da cui non si sa mai molto, mi ha detto che la prof. di italiano sarebbe incinta e oggi c'era una supplente con cui hanno fatto solo i compiti. Ne sai qualcosa magari tu?

Da: Rapp
A: XX
Oohh. Che io sappia era in gita

Da: XX
A:Rapp
Vuoi dire che la mia pera di figlia ha capito incinta per 'in gita'? Più che possibile....adesso sì che la riconosco.

sabato 31 ottobre 2015

TROVA IL NUMERO DI CANI E BAMBINI

È lei, sempre la vulcanica MONI. Questa volta ha assoldato un numero imprecisato di amici e conoscenti, ha commissionato con anticipo biscotti fatti in casa, ha assemblato sacchetti di squisitezze proibite con ragnatele e zucche, li ha sapientemente distribuiti prima del pomeriggio dei festeggiamenti. Ha raccolto cani e bambini del quartiere e la baraonda di zombi, streghe, scheletri e spiderman ha passeggiato suonando campanelli ad hoc e ricevendo leccornie di ogni genere. Venti gambe pelose, quattordici gambe cucciole, un numero imprecisato e fluido di accompagnatori adulti che andavano accompagnando la strana processione che ha raccolto dolci per un reggimento. Ancora grazie a MONI, alla cagnolina TT che ha portato una gioia fiammante nel cuore della cucciola grande, a tutti i bambini e i pelosi che hanno partecipato a questa festa pagana degli spiriti del male, che però hanno portao  un asafco di buoni sorrisi

venerdì 16 ottobre 2015

QUELLA VOLTA (SBAGLIATA) CHE LA SVEGLIA NON SUONA

Due giorni di fiera a Madrid, un filotto di incontri programmati e non, il pullmann stile gita scolastica per gli spostamenti. E poi, finlamente, il venerdí quasi all'alba, il rientro con una batteria di colleghi, tra cui anche il generale più alto in grado, con cui XX vola per la prima volta in quattrodici anni di servizio. Appuntamento nella lobby alle sette e un quarto e, come probabilmente capita a molti, anche XX quando l'indomani deve prendere un volo presto tende a svegliarsi molte volte con quella sottile inquietudine e diffidenza per la tecnologia della sveglia. Non questa mattina, però, quando alle sette e mezza del mattino lei dorme come un ghiro quando il tutt'altro che discreto squillo della telefono in camera le provoca un quasi infarto alle coronarie. All'altro capo del filo il suo capo "Scusa, ma su che volo sei? Sono le sette e mezza...""Aahhh NONÈSUONATALASVEGLIAAAA!". In un centinaio di secondi circa si libera del pigiama, si lava i denti, chiude la valigia, stacca tutti i device tecnologici dalle rispertive cariche, dimentica gli orecchini e si catapulta nella lobby dove la aspettavano svariati colleghi, neppure troppo impazienti.
Arrivata al sicuro sul taxi diretto in aeroporto chiama a casa, cerca di restarurarsi un minimo il viso stravolto dallo spavento del telefono, scarica la carta d'imparco che però non è disponibile per problemi al server della linea aerea (sarà costretta a ristamparla in aeroporto) e si vergogna moltissimo. I colleghi, tutti uomini, sembrano in realtà impressionati più da quanto XX abbia fatto in fretta a presentarsi che dalla sveglia che non ha suonato.
Un ritorno con brivido. Ah, gli orecchini saranno spediti a Milano insieme a un golfino dimenticato nell'armadio da una collega. Poteva andare peggio, molto peggio.

giovedì 15 ottobre 2015

QUANDO LA BUROCRAZIA ABDICA AL BUONSENSO, QUASI

"Pronto, buongiorno, è la scuola, parlo con la mamma della cucciola grande? Ha mal di testa, la può venire a prendere?"
"Guardi, mi dispiace, sono a Madrid per lavoro, non posso venire, va bene se mando la nonna?"
"Certo. Ma...la nonna ha la delega?"
"Delega? Ma la delega per cosa, scusi, che i ragazzi entrano ed escono da scuola sempre da soli?"
"Eh, ma fuori orario ci vuole la delega. Ma lei non può venire?"
"No, mi dispiace, sono sempre a Madrid per lavoro. Ma non è sufficiente questa mia delega telefonica, vi informo del nome della nonna ecc..."
La delega telefonica non era naturalmente sufficiente. XX ha dovuto chiamare, nell'ordine: la segreteria della scuola; la vicepreside; la nonna MM; YY che ha fatto una magia mandando un documento scansito a una mail che sembrava un codice fiscale senza sbagliare; la nonna MM.
In tutto questo, fatti salvi i rigidi regolamenti scolastici, e ladelega una tantum via mail, la cucciola grande era tutt'altro che moribonda, aveva mal di testa e grazie a questa uscita anticipata ha saltato un'ora di musica e una di religione. A metà pomeriggio era un fiore. XX invece era un po' appassita.

martedì 13 ottobre 2015

QUELL'ENTUSIASMO CHE È ORMAI DENTRO DI LORO

È alta, giovane, energica e magnetica, ha i capelli raccolti, una voce squillante e racconta i ragazzini della classe primacì con contenuto entusiasmo. Si tratta della professoressa di italiano della cucciola grande, uno di quei misteriosi personaggi attorno ai quali si era creato, nel mese passato, un alone di magia sconosciuta. Lei che ha iniziato il programma di antologia con le favole di Esopo, che chiede come compito di disegnare a fumetti e che distribuisce link via mail per fare compiti facoltativi aggiuntivi. Poi c'è la prof coloratissima e frizzante che, a dispetto delle apparenze, insegna matematica e scienze. Piú scienze che matematica, a dire la verità, vista la sua formazione in scienze naturali e il suo passato di giornalista scientifica. Lei che li ha conquistati con la sua esperienza sul comportamento degli animali, e che li ha convinti quasi tutti a fare le gare dei giochi matematici. XX, durante la prima - e probabilmente unica - riunione di classe della prima media, ha conosciuto anche la giunonica e platinata prof di inglese, quella che si manca un compito, o anche solo un pezzo, ti dà subito una nota così almeno non ti dimentichi più, anche se lei sostiene che sia unicamente per informare la famiglia e non una punizione. Lei che ha già organizzato uno spettacolo di teatro in inglese tra due settimane e che sostiene che si, la classe è interessata e partecipe ma molto vivace, la parola più pronunciata durante l'incontro. Il parco insegnanti raccoglie anche una compita professoressa di musica che farà scegliere ai ragazzi lo strumento da suonare "ma se poi ci sono troppe tastiere e pochi flauti non va bene perchè le tastiere non si sentono al saggio". (Pazienza, pensa XX, anche se teme che la cucciola grande, nonostante i brevi trascorsi di pianoforte, si dedicherà al rumoroso e fischiante flauto perchè è più leggero e meno ingombrante da portare). Arte: l'occhio un po' annebbiato, la evve moscia, la volontà di abbellire la classe con i loro lavori, la professoressa di educazione artistica si lancia in una programmazione fitta di che cosa sarà fatto: creatività, immaginazione, precisione, tecnica. Alcuni di loro non sanno nemmeno tenere la matita. Beh, cominciamo bene. E poi la granitica prof di storia, aggregata a questo collegio docenti per due sole ore ma presente e rilevante come se fossero duecento. Anche lei, senza voce "ma non per colpa dei vostri figli, è colpa del tempo" - ah, meno male - racconta di una classe partecipe e vivace, curiosa e chiacchiericcia in cui si insegnerà la storia a partire dalle invasioni barbariche fino all'umanesimo. Completa il collegio il marziale prof di educazione fisica, quello che è stato in piedi, postura militare, per tutta la riunione, che dice che i ragazzi sono vivaci ma basta riprenderli e tutto torna nella norma. Soprattutto se insieme a riprenderli li sfianchi con un allenamento di corsa, balzi, flessioni e addominali che nemmeno i navy seals. Nell'immaginario della cucciola grande lui è il più severo di tutti, anche se ha conquistato un posto nel suo cuore quando ha saputo che lui sta programmando una gita con loro sui navigli...per andare in canoa!
Nel complesso di questo assaggio di scuola media XX ha trovato grande competenza ed empatia, affiancati dal giusto rigore, un grande entusiasmo per questa avventura che la cucciola grande sembra accogliere con diligente determinazione, la sensazione di un gruppo omogeneo, esuberante quanto basta, curioso e partecipe. E anche tra le mamme e qualche papà XX ha ritrovato conoscenze passate di sentieri che si erano già incrociati e che la ruota del mondo ha riportato a percorrere insieme un pezzetto di percorso. Con l'entusiasmo della prima media quando sai di avere il mondo in mano.

venerdì 2 ottobre 2015

DIMMI CHE COSA TI REGALANO E TI DIRÒ CHI SEI

Settimane intense di inizi, bilanci, festeggiamenti. Lei, la microba, che ormai veleggia pericolosamente verso la statura della cucciola di mezzo, oggi compie sei anni. In altre occasioni, in giorni di festa come questi, XX sceglieva di raccontare l'evoluzione delle sue piccole grandi persone di anno in anno. Ebbene, oggi tenta di descrivere l'incontenibile energia della microba attraverso i doni che le persone che la amano più di più hanno scelto per lei.
Uno skateboard, regalato da mamma e papà che hanno la certezza che lei, al momento, non lo sappia usare; una bomba, un gioco imprevedibile che ticchetta e scoppia a sorpresa e senza preavviso, un po', ogni tanto, come lei; uno scheletro di mezzo metro, appeso ad un piedistallo di metallo che pesa almeno mezzo chilo. In attesa di trovare una sistemazione più privata, lo scheletro abita per ora sulla scrivania della microba vegliando attento sulle sue attività; una tartaruga robot che nuota in un catino trasparente del diametro di mezzo metro (quasi una piscina per lo scheletro). Il messaggio: Voi due, si, proprio voi due. I miei genitori, quelli che talvolta tollero a malapena e a cui rivolgo, quando necessario, sguardi di brace...si proprio voi due che non mi permettete di allevare tartarughe vere. Guardatemi qui, costretta a giocare con una tartaruga robot.

domenica 20 settembre 2015

TRECENTOUNDICI

La scuola è iniziata da meno di una settimana. Lei, la cucciola grande, è stata invitata ad un mezzo week end di arrampicata con la sua amica Liluz. Rientra felice e stravolta dopo aver arrampicato, mangiato in parete e fatto progetti per costruire un igloo con le prime nevi, si lancia sotto la doccia e già addormentata va a letto. XX in assoluta buona fede le dice "ti spengo io il telefono", in realtà per la gran parte ignorato nelle quarantotto ore precedenti. Scopre che nei primi giorni di scuola i nativi digitali hanno creato il gruppo di classe di whatsapp e che nei due giorni di monti della cucciola grande i ragazzi si erano scambiati trecentoundici messaggi. Trecentoundici. La maggior parte di essi aveva come oggetto un compito di storia, dunque le conversazioni a base di messaggini e note vocali parlavano di secoli e di quadretti.
Al numero, trecentoundici, XX francamente non era per niente preparata.

martedì 15 settembre 2015

DEDICATO A CHI NON C'ERA

Il passaggio del testimone, da una cucciola grande a una cucciola microba passando per un racconto scritto da loro.
L'ALBERO PENSIERINO
C'era una volta un albero di nome pensierino.
Era una albero molto particolare: infatti il suo tronco era una scuola, le sue radici erano le maestre che insegnavano le diverse materie e i rami erano le classi che si sviluppavano a poco a poco.
Sui rami crescevano le gemme, che poi diventavano foglie verdi, poi fiori e, infine, crescevano ancora e diventavano frutti che, ormai maturi, cadevano giù per terra, appoggiandosi alle radici del loro albero.
Ogni anno, crescevano gemme e cadevano frutti. Questi ultimi, dopo essere caduti a terra, si rompevano e lasciavano volare i semi sotto un altro albero, quello delle scuole medie.
Così, Pensierino trascorreva la sua vita, facendo da sostegno ai bambini delle scuole elementari; gli piaceva vedere gli alunni maturare. Certo, a volte cresceva su di lui qualche ragazzino monellino che disturbava un po', ma pensierino era lo stesso felice: sapeva che, prima o poi, il birichino avrebbe imparato come comportarsi.
E adesso noi, dopo cinque anni di vita quotidiana su quest'albero,stiamo cadendo per lasciare il posto ad altre nuove gemme che stanno per sbocciare (siete voi, bambini!).
Noi tutti vi auguriamo di vivere sull'albero, felici così come lo siamo stati noi.
E, quando lo desiderate, scrivete pure un bel pensiero. Noi e l'Albero del Pensiero ne saremo supercontenti!
Buon inizio ad ognuno di voi da tutti noi, ormai ex alunni della Giulio Romano.

lunedì 14 settembre 2015

IL DEBUTTO

Li ricordo ancora, con chiarezza, e ricorderò anche questo debutto, tenendolo stretto nel cuore. Ricorderò l'emozione della prima volta in prima elementare con te, cucciola grande, nella ormai tradizionale camicetta a quadretti, quando sei stata separata dai tuoi amici turchesi con grande tristezza di tutti. Per poi scoprire che questa nuova avventura ti lanciava in un universo nuovo, ricco di emozioni e di amici, che è diventato il tuo mondo speciale. Oggi il tuo nuovo debutto, quello delle scuole medie, in una mattinata affollata di frizzante entusiasmo, è stato un po' lo stesso: sei finita lontana dagli amici, in una classe con altri non proprio scelti dal tuo cuore...ebbene, è vero. Dopo questi anni intensi ed impegnativi tutti speravamo in un po' di sana normalità. Tutto sembra, sulla carta, questo debutto, tranne che normale. Il mio cuore si è stretto nel vedere le tue lacrime alla definizione delle classi. Però. Però è bello pensare che nulla accade per caso, e che anche questa piccola delusione di oggi sia un trampolino ancora più forte per farti volare più in alto, ancora più su. Come più in alto mi, ci hai fatto volare questa mattina, quando ancora sorridente ed emozionata di hai accompagnato al debutto microbo. Qui, in assoluta e segreta complicità con la maestra dei tuoi voli e che sarà la guida della microba, hai preparato negli scorsi mesi un racconto che parla di alberi, rami, scuola, impegno e scoperte. L'albero Pensierino è rimasto nel mio cuore, è entrato oggi nel cuore di ventidue microbi che vi hanno sostituito ai banchi della classe mentre voi passate il testimone virtuale delle meraviglie della conoscenza per raccogliere quello di tredicenni che lasciano la scuola media e prendere il loro posto.
Lo so, che non eri felice. Lo so, che hai avuto i crampi alla pancia per tutto il giorno. Ma so anche che hai fatto e farai delle cose speciali e che questo nuovo trampolino, oggi magari un po' più triste di come ce lo eravamo aspettato, sarà una nuova, entusiastica partenza. Buon debutto in prima C. Sono con te sempre.

martedì 8 settembre 2015

LEI È ANCORA LÌ

È qualche giorno, ormai, che verso le otto del mattino è ripreso, anche se non ancora a pienissimo ritmo, il via vai verso di lei. Lei è sempre lì, immutabile ma anche un po' migliorata, con il suo carico di emozioni intense. La scuola materna Pezzi, che ha accompagnato le cucciole nello sviluppo di una indipendente autonomia, che le ha stimolate e divertite, commosse ed educate, è sempre lì. I mattoni rossi, le finestre tutte nuove, gli alberi del giardino che vengono potati proprio in questi giorni. E poi finalmente i bagni nuovi, belli e a misura di gambe corte, tutti in comune per potersi fare compagnia e magari aiutare al bisogno. Ed ecco Barbix, lei che l'alba non è proprio il suo tempo preferito, che accoglie, prodiga di sorrisi e complimenti, una ancora stampellante microba che aveva voglia di fare un salutino e rivedere la riga verde, le sue maestre e i suoi spazi, che ora appartengono irreversibilmente ad altri. Prossimo appuntamento il primo giorno di scuola, all'uscita, per raccontare a chi l'ha lanciata nella vita come le è sembrata la prima giornata di nuova vita. Scuola Pezzi: ci manchi già.

martedì 25 agosto 2015

UN PO' DI BARAONDA

Il rientro a casa dopo il lavoro, in una giornata di agosto che sembra novembre in cui le cucciole sono rimaste confinate a casa, poteva essere più tranquillo. XX ha chiesto ad un sempre meraviglioso MrDan non solo di prestarle un passeggino per favorire la mobilità esterna della microba con stampelle, ma anche di portarle il passeggino a casa perché lei era in bici la cui pur enorme capacità di carico non consentiva il trasporto del passeggino.
Al portone XX e MrDan incontrano la vicina del piano di sotto, una frizzante signora dai capelli rossi, armata di un nipotino (di due gemelli) in braccio e la di lei figlia con l'altro gemellino. Le signore con i gemellini prendono l'ascensore, aprono la porta di casa e il loro gatto scappa sul pianerottolo di XX. Qui nel frattempo sono atterrati MrDan e XX, un passeggino rosso in prestito. Sulle scale ci sono anche: un gatto bianco e grigio che non ha nessuna intenzione di muoversi, la vicina dai capelli rossi con un gemellino in braccio, la di lei figlia con l'altro gemellino in braccio. Nessuno riesce a prendere il gatto, dunque XX apre la porta di casa e chiede alle cucciole, impegnate in un gioco di travestimenti dunque agghindate à la façon, di cercare di recuperare il gatto. La cucciola grande, dall'interno di una lunghissima sottoveste di raso grigio perla, si fionda sulle scale alla caccia del gatto. Il gatto prima sale, poi scende, poi entra in casa di XX, la cucciola di mezzo cerca di farlo uscire affinché entri nella sua, di casa, la microba zompetta con le stampelle all'inseguimento (non sulle scale, per fortuna). La vicina strilla di non farlo scendere troppo perché altrimenti il gatto arriva fin giù e poi hai voglia a farlo risalire, la cucciola grande continua ad inseguirlo e finalmente lo prende ma la porta di casa è chiusa per paura che escano gli altri gatti domestici. XX e MrDan inebetiti scaricano il passeggino e si lanciano anche loro all'inseguimento del gatto. Finalmente la porta di apre, il gatto scappato entra come pure la vicina+figlia con i loro gemellini. XX, MrDan, le cucciole e la vestaglia di raso rientrano anche loro in casa soltanto per incominciare un nuovo circo a base di carrucole, animali da salvare e vulcani che eruttano, tutto a beneficio di un sempre allegrissimo MrDan. Passeggino consegnato, gatti a casa loro, gesso firmato. Ma che baraonda.

venerdì 14 agosto 2015

UN OSSO, UNA PICCOLA DONNA CORAGGIOSA, LE CHIACCHIERE AL PRONTO SOCCORSO

Le giornate allungate di fine vacanza, gli amici stretti del mare, un aperitivo insieme. Un gioco di bambine, ci rincorriamo, saltiamo e giochiamo a rialzo. Qualcuna scivola, il sandalo la tradisce, un dito del piede sinistro assume una posizione innaturale. Molto innaturale e molto storta. Il ditone del piede sinistro appartiene alla frizzante microba che in queste ore si è rivelata una piccola, grande donna molto coraggiosa. Il ditone storto viene accompagnato in ambulanza all'ospedale della vicina Lavagna, dove esiste un reparto di pediatria allegro e colorato ma non curano le fratture pediatriche. Curioso, no? La piccola donna coraggiosa con frattura scomposta all'alluce del piede viene ricoverata all'ospedale (lei sceglie di stare con papà, che dormicchia in una branda lunga la metà di lui), XX grazie agli amici stretti riesce a rientrare a casa a tarda notte e inizia le attività di chiusura casa, valigie, bucati e dispensa. Alle sette del mattino successivo si catapulta all'ospedale per dare il cambio a YY che si incarica di caricare le valigie formate nottetempo in quell'accrocchio valigie/bici che rendono le vacanze Noicinque così stile "famiglia Brambilla anni Sessanta". Nel frattempo XX negozia con pediatri e ortopedici liguri una dimissione che li autorizzasse a viaggiare fino a Milano, non soltanto fino all'ospedale dei bambini di Genova dove hanno tentato di indirizzarli nelle precedenti didici ore. Finalmente la famiglia si ricompone, la dimissione, non priva di stecca di cartone che le rendeva il piede microbo, pur rotto, pericolosamente simile a un piede hobbit, li autorizza ad arrivare a Milano dove, ancora in versione auto carica di mille bici e bagagli, la microba con piede da hobbit e XX sbarcano all'istituto ortopedico di riferimento.
Qui, dopo un paio d'ore d'attesa, il brillante ortopedico fa una puntura al piede - prima dose di coraggio vero della piccola grande donna - e poi le riduce la frattura con l'aiuto di due colleghi nel tentativo di scongiurare un probabile intervento. Lei strilla, lui racconta storie di barattoli di lacrime e la conquista con il solletico - seconda, enorme dose di coraggio - infine la ingessa con un rigido, enorme stivale bianco. Lei non vede l'ora di farsi firmare il trofeo del coraggio, rimane ad occupare l'ambulatorio intanto che una stravolta XX corre a prenotare le prossime visite e radiografie e li ritrova che chiacchierano come vecchi amici lui, il brillante ortopedico e lei, la piccola donna coraggiosa con uno stivale di gesso. Si raccontano storie, si raccontano di amici e di cani. XX è davvero grata all'istituto ortopedico e al simpatico medico che ha dedicato dieci minuti extra di chiacchiere allungate alla sua paziente cinquenne.

L'ESSENZA

L'essenza di un amico: fa quello che è necessario fare, prima ancora che tu abbia la consapevolezza di che cosa serve. Non chiede, agisce rendendoti la vita infinitamente più facile e felice. Grazie Sara, grazie Simone, amici di cuore e di sorrisi. Grazie ELE, grazie Tins, amiche di mare e di vacanza, di cuore e di sorrisi come la vostra mamma e il vostro papà.

domenica 2 agosto 2015

QUANDO CI VUOLE

Il passo, in genere frettoloso e affannato, rallenta. L'orologio rimane a casa, abbandonato inutile sul comodino. Il telefono, quell'infernale aggeggio che tiene ormai tutti collegati, sempre, a dispetto del riposo e dei fusi orari, giace sepolto in fondo alla borsa. Viene degnato di un'occhiata ogni tanto, giusto per mettersi d'accordo con gli amici che verranno alla stessa spiaggia.
Ecco, queste solo le vacanze. Dopo un anno di frenesia, impegni, giornate zeppe di tutto, vacanza è lasciare l'orologio, rallentare il passo e non stupirsi più se sulle strisce pedonali le auto ti fanno passare, senza clacson indiavolati. Vacanza, al solito, rassicurante mare. Il ritmo insolito che ci voleva.

mercoledì 29 luglio 2015

SI MA DOMANI...

Vacanze finalmente. Il tempo dilatato, le giornate tranquille senza occhi all'orologio, le onde del mare, mosso e impetuoso da giorni, la spiaggia e i gusti familiari. In questi giorni finalmente meno frenetici, XX decide di mettere alla prova alcuni dei recenti insegnamenti della sua ricerca interiore, che oltre a una speciale luce sul cuore insegna anche, prodromico a pratiche più strutturate, un rilassamento guidato alla portata dei bambini.
Nella speranza di condividere questa nuova condizione con le bambine, XX conduce, con un testo piuttosto preciso, circa cinque minuti di rilassamento guidato, le cucciole nei loro letti e nel cuore di XX la certezza di un sonno immediato, soprattutto dopo l'infinito bagno nelle onde alte del pomeriggio. Il rilassamento si è invece concluso così: "mamma...si, bello...ma domani ci leggi Peppa Pig e la fatina dei denti?"
In effetti, non c'è gara.

martedì 14 luglio 2015

IL MOLLUSCO CONTAGIOSO DAVVERO?

La cucciola di mezzo, ormai è chiaro, non solo ha sviluppato una certa tendenza al melodramma, ma riesce a cacciarsi nelle peggio situazioni pungenti. Dalle ortiche alle meduse passando per i microscopici esserini marini brucianti, è sempre stata lei il bersaglio di tante divertenti amenità. Ebbene, prima di partire per la montagna - oltre due settimane fa - la cucciola mostra perplessa un brufolo sulla pancia, dichiara di averlo pastrugnato un po' e a settimane di distanza i brufoli bollosi sembrano essersi moltiplicati raggiungendo il naso, le gambe e la schiena. La nonna MM, non paga delle "vacanze" al mare, si offre di portare lei e una microba con verruca sul piede dalla pediatra d'ordinanza. Verdetto: mollusco contagioso, probabilmente mischiato con impetigine bollosa. la dottoressa non è sicura, però, il caso è complesso. Meglio andare da un dermatologo che tolga anche l'orrenda (e sempre più grande, nonostante i crio-trattamenti) verruca microba.
Intanto, niente piscina del centro estivo, ovviamente, per evitare di contagiare di mollusco tutti gli amici ancora rimasti in una bollente città.

lunedì 13 luglio 2015

I SORRISI BRILLANTI

In un prevacanze forsennato come poche altre volte, dopo che XX ha attraversato fusi orari come fette di anguria, dal Giappone al Brasile in due settimane passando per una di quelle giornate inglesi, loro, le cucciole, sono finalmente tornate. Sono tornate da una vacanza rilassata e divertita con la super nonna MM, abbronzatissime e sorridenti (YY le ha individuate dal balcone soltanto grazie ai denti bianchissimi su visi molto, molto scuri) le tasche piene di sassi, per citare Jovanotti, ma dipinti. Dipinti dalle forme suggerite dalla forma del sasso stesso, un becco di papera o un grazioso riccio, ma anche decorati di arcobaleni e paesaggi o gocce astratte multicolori. Hanno allestito la mostra dei sassi, l'hanno aperta in onore degli zii FF e PP in visita con il microscopico e pacificissimo neonato cuginetto Edo al quale hanno dispensato carezze inaspettatamente delicate e sorrisi a tuttidenti. Sono andate a letto con molto ritardo rispetto alle più pessimistiche previsioni facendo ritornare una casa silenziosa e ordinata decisamente chiacchierina, se non rumorosa, e parecchio più creativamente disordinata. Bentornate, cucciole dai sorrisi brillanti.

mercoledì 1 luglio 2015

UNA GIORNATA DI QUELLE

Il periodo prevacanze si prospetta caldo e frenetico come mai prima: appena dopo la trasferta asiatica, il tempo di toccare il muro in ufficio e XX è chiamata a ripartire, destinazione UK, senza potersi godere neppure un po' una casa silenziosa e la calda compagnia di YY con le cucciole in trasferte varie. Il volo all'alba, la sveglia prima dell'alba, l'aeroporto intasato di vacanzieri e gite scolastiche, il volo in ritardo di due ore, l'arrivo in una Londra bollente del giorno più caldo dell'anno. E poi, naturalmente, la prima riunione saltata causa ritardo del volo, il congresso a cui deve partecipare in centro che più centro non si può, ci possiamo andare soltanto in metropolitana, ci mettono oltre un'ora e mezza in un caldo che nemmeno a Tunisi.
XX fa la sua parte di conferenza, le pongono una domanda polemica a cui risponde polemica a sua volta, riprendono la metropolitana nel solito clima bollente per recuperare l'auto, in custodia all'aeroporto.
Da qui partono alla volta di Trowbridge, tempo stimato due ore e mezza ma nel mondo di Alice nel paese delle meraviglie e senza traffico. Di ore ne impiegano quattro e mezzo, sembra il tempo dilatato dell'India, alla guida una giovane e simpatica ragazza italiana che ha imparato a guidare a destra e vorrebbe continuare a farlo. A circa sei metri dalla meta, mancava soltanto un ponte da attraversare, dei lavori stradali impediscono l'accesso e soltanto lo charme della fanciulla ha permesso che gli orsi che stavano lavorando li lasciassero passare.
Naturalmente l'ora era tarda e la cena non è più servita, dunque tocca riprendere l'auto in cerca di cibo. Dopo una rapida e distesa cena messicana, XX con i colleghi ritorna all'hotel, tipicamente inglese, in mezzo alla campagna. Fa ancora caldo, ormai fanno diciannove ore di veglia e tutti non vedono l'ora di andare a dormire. Peccato che l'ingresso sia chiuso, il numero da chiamare per farsi aprire suoni a vuoto e nei dintorni non ci sia anima viva. Dopo aver valutato, nel corso dei successivi tre quarti d'ora, le ipotesi più fantasiose spaziando dal dormire in macchina al cercare un hotel nei dintorni (che naturalmente è risultato pieno), dal chiamare la polizia al fracassare il vetro della porta con una valigia, un altro ospite finalmente li sente e li fa entrare da un accesso secondario attraverso la cantina, l'unica chiave che aveva.
Una (lunga) giornata di quelle.

lunedì 29 giugno 2015

QUELLE RIGHE COSÌ SPECIALI

La storia è incominciata con una riga verde. Anzi, con due righe verdi. Sottili ma vistose a rappresentare la prima, la più fondamentale regola della nuova realtà. Si trattava di quasi tre anni fa, quando tu, microba ribelle e io, mamma sfinita, curiose ed emozionate, abbiamo incominciato insieme questa avventura, in quei primi giorni a base di righe verdi da rispettare e di brillantini nella pasta di sale. La riga verde, la prima regola che insegnava: rispettami e io mi fiderò di te. La riga verde, da non oltrepassare MAI senza il permesso della maestra in un corridoio pericolosamente vicino al portone di ingresso, ma che se la rispetti ti permette di girare per tutta la scuola in autonomia, di farla tua e di farti sua.
Da allora la scuola Pezzi, con le sue righe verdi e le sue meravigliose educatrici, è stata accogliente e rigorosa, creativa e stimolante, ha coccolato e spronato, incuriosito e guidato. 
In questa scuola, che per una curiosa abitudine all'essere radicati nelle proprie zone era stata anche la mia scuola materna, siamo entrati ogni mattina di apertura per gli scorsi otto anni e siamo entrati questa mattina, per lasciare te, microba, a trascorrevi le poche ore prima della partenza. Mi piace pensare che le righe, quelle verdi della prima e fondamentale regola, quelle bianche e nere delle piastrelle del corridoio che ho osservato con il cuore soltanto stamattina, nel tentativo di non dimenticarle, poi quelle coloratissime e armoniose delle pareti dell'ingresso - abbellite e rese speciali nel corso di un grandioso progetto con una celebre designer che ha portato la sua arte nella scuola e della scuola si è portata via un pezzetto di arte - saranno per te, per voi, come il filo di un arco, teso e resistente a scoccare le frecce, gli uomini e le donne di domani, dove sceglieranno di dirigersi. Capaci di scegliere in autonomia, come fin dalla loro prima, meravigliosa scuola, hanno avuto la possibilità di sapere di poter fare.
Grazie, scuola Pezzi, con le tue righe rigorose ed accoglienti. Mi mancherai moltissimo.

martedì 23 giugno 2015

STARE NEL SILENZIO

Sempre in Giappone, sempre in silenzio. XX sta lentamente adattandosi a questa maniera rigorosa e rispettosa, mai urlata o eccessiva, di stare nelle cose che sembra propria del popolo giapponese. Ebbene, qui le si chiese di fare mille riunioni alle quali arriva dopo aver saltellato sui treni di mezzo impero. C'è un rito speciale, quello dei biglietti da visita, che si scambiano prima con l'ospite che viene da più lontano - cioè lei - non ci si siede mai prima di averlo fatto, il biglietto si legge insieme con intento esplicativo, si porge rigorosissimamente con due mani e ci si inchina dopo lo scambio. Dopo aver ripetuto il rito con tutti i presenti, soltanto allora ci si siede.
Poi quando inizia la discussione, in realtà non inizia una vera discussione. Succede che in questi casi XX spiega i suoi risultati e gli altri ascoltano, a tratti magari qualcuno traduce dall'inglese. Quando lei ha finito, eccolo, quel momento magico in cui è proprio bello imparare a stare. Tutti in silenzio, a riflettere. Si tratta di un silenzio pieno, pieno di gratitudine per la spiegazione, di riflessione intensa. Ed è bello stare in questa magia che da noi viene invece riempita da parole vuote per la paura del vuoto del silenzio, che invece vuoto non è, ma noi non lo sappiamo vedere. Il Giappone. Il paese del silenzio pieno.

domenica 21 giugno 2015

IL SILENZIO IMPERIALE

Un inizio estate di corse e saltelli per XX, oltre che di emozioni forti generate dalle tre cucciole che finiscono due delle tre scuole in cui sono impegnate, mille lacrime e sorrisi.
Il primo di questi saltelli d'estate è in realtà un po' più di un saltello, un saltone a cavallo di due continenti per raggiungere il Giappone, paese sconosciuto e lontano.
Il primo assaggio di Giappone: il silenzio. Il silenzio sull'aereo, pieno come un uovo di cittadini dell'impero d'oriente ma quieto e silenzioso. Subito dopo, il silenzio in aeroporto, un aeroporto internazionale in una mattina domenicale, affollato e silenzioso ma efficiente ed ordinato. Il silenzio sul bus che la porta in albergo, il quieto bisbiglio delle conversazioni sussurrate nella lobby dell'hotel dove la sua stanza non sarà pronta prima di quattro ore, che si sommano all'ora di trasferimento dall'aeroporto Narita, le undici di volo, le due di anticipo in aeroporto in Italia e cominciano ad essere un bel po'.
XX in quest'attesa non ha ancora colto molti aspetti di costume di questo paese così diverso e complesso, se non una certa tendenza al silenzio. Senza imbarazzo, quel silenzio di chi parla soltanto quando ha qualcosa di davvero significativo da dire. Non come in Italia, dove troppo spesso "si parla perché è gratis".

domenica 14 giugno 2015

QUELLE MONTAGNE NEI LORO CUORI, E NON SOLO

Al termine della settimana "tranquilla", quella in cui le cucciole erano ad arrampicare con la rocciosa Lux e che come settimana di tranquillo in effetti ha avuto proprio pochino, ecco arrivato il momento di recuperarle. Come le altre volte, il rifugio si raggiunge dopo una breve salita nei boschi di circa mezz'ora, si arriva alle falesie dove sono aperte, e frequentate, almeno sei vie dalle corde variopinte. Variopinti sono anche loro in parete, appesi con gli imbraghi alla roccia grigia. Variopinti sono i sempre più creativi soprannomi assegnati in questa come in altre occasioni, dunque oggi si faceva il tifo per Squallido, Kleenex e Bulldozer. Loro, anche i nani piccoli, hanno guadagnato il loro nome sul campo, dunque mentre Potts è diventato Botta - diciamo che tende a cascare piuttosto spesso, ma senza lamenti - la microba, più giovane partecipante al campus di arrampicata, è ormai per tutti Goccia.
Fiera nel suo nuovo nome, che fa riferimento alla sua certa permalosità, pare aver arrampicato senza sosta e partecipato a tutti i giochi proposti, anche quando bisognava scrivere e lei la regola della G morbida o dura non la conosce ancora.
Queste montagne, scaldate dall'entusiasmo di Lux e dei suoi aiutanti Silente, Pecora e Godzilla, sono ormai entrate nel cuore delle cucciole che purtroppo le vivono una settimana soltanto, ma per ricordarne l'emozione non mancano di spalmarsi di residui dell'ambiente e non lavarsi, per portarsi un pezzettino di monti con sé. Tre a zero, tre cucciole, zero docce all'attivo.
Qualche racconto del ritorno: "Cucciola di mezzo, scusa, sto smontando il tuo zaino, ma l'asciugamano mi sembra pulito e piegato molto bene. Non l'hai usato?" "No." "NOOO? Ma le mani, la faccia, il muso quando ti lavavi i denti dove li asciugavi?" "Nel tappetino. Le mani, la faccia e anche il sedere."
Potts-Botta chiede alla sua mamma: "Ma l'altra sera, quando mi hai telefonato, era sera o mattina?" "Sera." "Era sera anche qui." Pensa!
Le montagne nel cuore, sulle ginocchia e sotto le unghie. Una settimana di vita gioiosa ed educativa come poche altre.

lunedì 8 giugno 2015

BAGNATI DI GAVETTONI E LACRIME

Atteso, agognato, un po' temuto, è arrivato l'ultimo giorno di scuola. Che per la cucciola grande è in realtà l'ultimo giorno di scuola elementare, addio scale azzurre, addio cortile di cemento e addio classe intensa, a tratti faticosa.
In mattinata XX ha scattato le più inutili fotografie di un anonimo ingresso a scuola carico sì di emozione ma che verrà rappresentato nelle immagini come uno dei tanti anonimi ingressi a scuola. Verso le 16 iniziano i preparativi a base di commozione e coriandoli esplosivi, cominciano ad uscire tutte le classi mentre le quinte vengono lasciate per ultime a raccogliere gli applausi, i sorrisi e le lacrime. Loro sono felici ed allegri, lanciano in aria il tocco di cartoncino nero alla moda americana e parlano fitto fitto di come fare a festeggiare. C'è chi è armato di pistole ad acqua, chi si è organizzato con i gavettoni e chi si arrangia con vecchie bottiglie. Le cucciole vengono in realtà trascinate a casa molto in fretta, non c'è tempo per le battaglie d'acqua, ci si veste da montagna perché Lux è in attesa delle tre (tre!) cucciole al rifugio per arrampicare, dunque si parte. Appena bagnati di gavettoni e molto di lacrime (XX). Di questa giornata intensa due sono le immagini indimenticabili: l'abbraccio stretto di XX con la cucciola grande, XX che singhiozza di commozione e la cucciola che la guarda perplessa chiedendole "Ma perché piangi?" con occhi che dicono "Ma sei matta? Guarda che non potrei essere più felice di così..." ; e poi lo zaino da 40 litri arancione e grigio che si muove nel bosco grazie ai sottili piedi della microba, che si allontana felice con due sorelle, due amiche e due educatrici per raggiungere finalmente il rifugio. Nessuna lacrima, solo sorrisi.

mercoledì 3 giugno 2015

E POI LA LORO MILANO, CON LO ZAMPINO DI LUX

Un po' più in periferia, in un caldo pomeriggio di giugno, loro invece giocano a fare il giro dell'isolato. Senza toccare il marciapiede con i piedi. Attraversando cancellate, circumnavigando in quota piloni e colonne, graffiandosi sulle siepi ma caschi il mondo i piedi non a terra non si mettono. Una batteria di circa venticinque nani colorati e sorridenti, i più grandi dei quali caricati anche di materassi sulle spalle, sono stati avvistati su svariate cancellate, davanzali e portoni di un isolato assolato, zona Milano sud. La rocciosa Lux guidava la comitiva armata di scopettone d'ordinanza con cui indicare ai nani le prese migliori. Obiettivo: niente piedi a terra. Eccola, la loro Milano.

martedì 2 giugno 2015

LA NOSTRA MILANO

Palazzo Marino è la sede del comune di Milano e nel giorno della festa della Repubblica era aperto alle visite. La frizzante Fede ha creato una guida interattiva che raccontando dei suoi primi inquilini ha guidato le cucciole attraverso la sala del consiglio, la sala verde dove è nata la monaca di Monza e perfino l'ufficio del sindaco, con il quale una sorridentissima cucciola di mezzo si è fatta fotografare in uno scatto di cui è orgogliosissima. Orgoglio, cultura, senso civico, amore, affetto per la propria città. In questa calda giornata di festa, tutte queste emozioni si sono stemperate anche nella visita alla nuova darsena, la riapertura delle vie d'acqua, gli antichi canali che fanno Milano ancora più bella.

martedì 26 maggio 2015

I FIGLI SONO COME GLI AQUILONI

Dedicata dalle maestre della scuola materna ai quarantadue remigini nei quali milita la microba alla festa per il loro congedo.

I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato...
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra...
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.

Infine sono in aria: 
Gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
Il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.

Giorno dopo giorno
l'aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.

Allora soltanto saprai  
di avere assolto il tuo compito.

Erna Bombeck


sabato 23 maggio 2015

RITORNARE

Cara mamma,
ti voglio tanto bene e quando parti e non ci sei si sente.
Quando parti e sei lontana io, nel profondo del mio cuore, ti sento ugualmente: tu sei sempre con me.
È come se una parte di te restasse in noi.
Con questo biglietto di voglio dire BENTORNATA!
Ti voglio un mondo di bene.
La mamma è la metà del mio cuore, il tesoro più prezioso al mondo, grazie mamma per tutti quei regali che ci hai dato, compresa la vita!
SMACK un bacio da lontano.
La tua cucciola di mezzo.

E che bacio.

domenica 17 maggio 2015

E ALLA FINE

E alla fine, oggi è il giorno in cui hai ereditato un mio paio di scarpe. Turchesi, con le stringhe, numero 38. Ti vanno perfette, molto più che a me.

lunedì 4 maggio 2015

OH-OH

Alle 16.15 XX fruisce di qualche mezz'ora di permesso per inforcare la bici e presentarsi alla riunione della scuola materna, l'ultima della sua vita. Qui, con le lacrime pronte, scopre che la brillante Taat, accompagnati i bimbi di cinque anni come la microba alla scuola elementare, chiederà il trasferimento verso altri lidi. Al termine della riunione, si avvia verso casa, riceve un'inquietante telefonata della cucciola di mezzo che lamenta l'assenza di Tatogiù che non si palesa a recuperarla dal catechismo. XX fa per scapicollarsi al recupero, ma un occhio all'orologio le suggerisce di richiamare l'oratorio chiedendo di mandare a casa la cucciola da sola, dibatte con il Donantonio per un po' e alla fine lui, stremato, decide di far scortare la cucciola triste da alcuni ragazzi più grandi, che si rivelano essere quattro, alti almeno come XX, qualcuno più brufoloso e anche antica conoscenza del mare dove con la cucciola battagliavano a buttarsi in acqua. Nel frattempo XX si scapicolla al recupero della cucciola grande, sempre causa assenza ingiustificata di Tatogiù. Alla lezione di scherma XX recupera una cucciola grande dalla spalla semiparalizzata, più bassa e forse lussata. Tatogiù si è perso il recupero di oggi causa distrazione, molte, moltissime scuse (che sarà chiamato e ripetere alla prima occasione ad una offesissima cucciola di mezzo che si è sentita abbandonata, molto abbandonata). Oh-Oh.

venerdì 1 maggio 2015

NEPPURE SE TI METTI D'ACCORDO

Un sacco di tempo, quello passato con XX quando entrambe erano prima piccolissime, poi allgre bambine, poi ragazzine e oltre. Un sacco di tempo, troppo tempo, quello che ha separato la frizzante amica LLL da XX. Oggi, in una giornata festiva stanca ma frenetica, si sono incontrate per uno di quei casi che se ti metti d'accordo non ti verrà mai così bene, proprio sotto casa, si sono abbracciate in un abbraccio stretto, hanno parlato di bambini, quelli di LLL, affiliati al gioco del pallone e dispersi oggi, a seguito del pallone, per mezza Lombardia, e di bambine, quelle di XX, che erano lì a disposizione ad investigare sulla variopinta fauna che frequenta casa di LLL, di cui i tre cani, ma anche il passaggio di pappagalli e tartarughe hanno destato un colorito interesse.
Un abbraccio stretto, LLL dallo sguardo indimenticabile, LLL con spirito dalla simpatia travolgente. Che bello che è stato rivedersi.

domenica 19 aprile 2015

L'EVOLUZIONE DENTRO DI LEI

Dal quaderno di testi e poesie della cucciola brande, classe quinta A.
Descrivo il tipo più simpatico tra i miei compagni di classe
Tra i miei compagni di classe è difficile scegliere qual è il più simpatico, ma credo che quella con cui ho più legame sia Liluz. Certo, è un po' agitata, molto agitata, ma è simpatica.
Ha dei capelli che da qualche tempo tiene corti, gli occhi, che mi parlano, sono marroni, stesso colore dei capelli, e braccia e gambe molto forti. Non è alta, ma è molto robusta. Ha le orecchie proporzionate al resto del corpo e una bocca da cui a volte escono brutte parole.
Il suo carattere lo descriverei così: quando è di buon umore è gentile, ma non la stuzzicare perché ti uccide. Ricordo infatti quell'episodio in cui mi ha spinto in un cespuglio di rose.
Con lei ho un legame special. Non mi interessa che cosa fa, ma come poi rimedia.

E ancora: domande aperte
Il vento    porta dentro di lui i suoni della natura.
Davanti a me   c'è il lungo cammino della vita che aspetta di essere percorso.
La voce   del vento mi parla e io la capisco.
Grande   è il mondo, e dobbiamo imparare a rispettarlo.
Come   uno spaventapasseri che veglia sui campi.
È straordinario   quante bellezze ci riserva il mondo.
Ricordati   di me.
Finalmente   facciamo le domande aperte.

domenica 12 aprile 2015

IL FORMICHIERE

"I formichieri, ma sono carnivori o erbivori?"
"Carnivori, mangiano le formiche? Ti sembrano erba, le formiche?"
"Eehh, no, vabbè, ma non ci sarà mica tanta carne, in una formica..."
"No, è vero, però se ne mangi tante..."
"Cinquantamila. Al giorno. Di formiche."
"Ma come fanno, scusate, usano il naso come aspirapolvere?" - XX e il mondo animale, questo sconosciuto.
"No, usano la lingua, che è lunghissima e appiccicosa, la passano per terra e le formiche restano appiccicate."
"Eehh, allora non ce ne saranno molti. Di formichieri, dico. Con tutta la lingua per terra, si prenderanno un sacco di microbi..."

venerdì 3 aprile 2015

E POI ARRIVA QUEL GIORNO IN CUI

In cui a leggere, in quell'impagabile momento di distensione prima di andare a dormire, è lei: otto anni di energia divertita che legge con interpretazione, facendo anche le vocette dei pinguini. Grazie, cucciola di mezzo, per leggere a noi.

venerdì 27 marzo 2015

INDIA IN PEZZI

L'ha fatto. Gliel'avevano chiesto, sembrava una possibilità molto remota e invece è successo. XX è andata a parlare di India ad una mandria di 42 cinquenni del gruppo della microba alla scuola materna Pezzi. A parlare di India?? Ebbene, le meravigliose insegnanti dello spumeggiante gruppo, capeggiate dalla vulcanica Taat, dallo sguardo dolce e il piglio severo, hanno avviato un progetto sul viaggio. Obiettivo, far "viaggiare", almeno virtualmente, i suoi quarantadue piccoli in paesi lontani ed esotici. Grazie alla multiculturalità delle scuole di oggi, i primi ad essere ovviamente coinvolti sono stati i genitori di altri paesi. Un papà dalla Bulgaria, una mamma coreana, una mamma cingalese, un papà di Dubai, senza scordare i forse più scontati Egitto e Marocco. Finiti gli stranieri, che si fa? "Scusa, XX, tu che viaggi tanto, potresti venire a parlare di viaggio?" "Eh? Come? Mmhh, ok. Proprio tra qualche settimana devo andare in India...ok se parliamo di India?" "Si, perfetto." Così è avvenuto l'ingaggio. XX ha dunque lavorato tutte le sere dal suo ritorno studiando le leggende (per amore di precisione si faceva raccontare le principali storie indù dai suoi collaborativi colleghi indiani)  assemblando le foto dei bambini, imparando la storia della bandiera, Ganesh, i mandala e il puntino rosso in mezzo alla fronte, che si chiama bindi. Si presenta, dopo una veloce puntata in ufficio, vestita in stile indiano con una Saldwar camise comprata a Mumbai in una precedente occasione, di fronte ai quarantadue cinquenni con tutte le sue storie, provate e ripetute per bene, e mille foto. Loro, i quarantadue, la ascoltano composti e attenti, salvo qualche tentativo di fare le ombre cinesi con il videoproiettore prontamente sedato dalle insegnanti. Così insieme scoprono la buffa storia di Ganesh, il dio dalla testa di elefante che aiuta a superare gli ostacoli, i numeri che derivano dalle cifre espresse in sanscrito, gli abiti tradizionali. Annusano incensi illegalmente accesi, scelgono e colorano mandala. XX esce da questa esperienza emozionata, onorata di aver potuto condividere una passione profonda con gli uomini e le donne di domani.

martedì 24 marzo 2015

IL SEGUITO

Da: MONI
A: XX
XX, cuore...questa mattina, verso le 5.10, io e Giomo rincorrevamo una TT fuggitiva che si è parcheggiata davanti al portone di casa vostra...quando mi ha visto arrivare (con un diavolo per capello, anzi due) si è spostata all'apertura dei vostri box...per concludere l'allegra scampagnata, visto che è scappata dal parco e non aveva guinzaglio e nemmeno si faceva prendere, ha cercato di raggiungere furtivamente la scuola delle bimbe. Lì si è fermata in trepidante attesa davanti al cancello. Quando l'ho riportata a casa era tristissima. Per concludere, venerdì mattina possiamo incontrarci, dal vero, prima che le bimbe vadano a scuola? Colazione al bar qui sotto alle 7.50?

lunedì 23 marzo 2015

SKYPE SECONDO LEI

Sono ormai alcune settimane che la cucciola grande e l'amatissima cagnolina TT non si vedono, pare che TT sia in trasferta tutti i week end in una sorta di pet therapy da trasporto. Così la frizzante MONI oggi ci ha provato: appuntamento in videochiamata umano-pelosa, bip bip, sono le 19.30 e sul tablet di XX arriva una chiamata skype. Si sente la voce di MONI, ma si vede un naso circondato da orecchie, una lingua, un muso affilato curioso e perplesso che cerca di girare dietro il tablet di MONI per fare le feste alla cucciola grande, che però dietro il tablet non si trova. TT si dirige allora alla porta, aspettando con ansia che questa si apra per permettere l'ingresso della cucciola, ma neppure questo succede. Nel frattempo la cucciola suddetta, di fronte al tablet di XX si sbraccia e le chiama, la "sua" cagnolina TT, cercando di tranquillizzarla e farle delle feste almeno virtuali. Dura la vita dei cani tecnologici, coccole solo virtuali, niente odori e niente carezze...

venerdì 20 marzo 2015

LEST WE FORGET

Quel viaggio. Il viaggio. Non una scelta, ma un'occasione che il mio frizzante impiego mi ha concesso: l'India, che mi è entrata nel cuore anni fa, e che mi è stata riproposta sotto nuova luce. La luce di luogo ricco di biodiversità, da cui il motivo professionale di questa trasferta, ma la luce di un luogo intenso, intensissimo nella sua forza di colpirti come un caterpillar. Con i suoi odori, i suoni e i rumori incessanti, il caleidoscopio di colori che ti abbaglia e pensi che tutto quello vedrai sembrerà pallido. E invece. E invece, una volta riatterrati in patria, la prima domanda che ti fai è 'dove sono tutti'? Al confronto, Milano sembra il deserto del Sahara. E poi tutto il resto, invece che pallido, appare molto più intenso e tutto mi emoziona con maggiore profondità. I gesti semplici di tutti i giorni, che facciamo senza consapevolezza, acquistano un valore nuovo. Quella semplice abitudine di lavarsi i i denti la mattina, aprendo il rubinetto (e non sempre facendo attenzione a non sprecare acqua); ed ecco riaffiorare le immagini colorate che si sovrappongono delle donne fasciate di colori allegri che con faticosa energia pompano l'acqua al pozzo in recipienti rotondi, li mettono in testa caricandosi di alcune decine di chili e si mettono in marcia verso il villaggio, lontano chissà quanto. E poi, la ragazzina dagli occhi di velluto che approfitta di un acquazzone per lavarsi i denti con l'acque che scende dalla grondaia. Oppure apparecchiare la tavola con stoviglie pulite e pensare alle briciole e ai frutti mangiati avidamente con le mani incrostate dai bambini di strada. L'India, che ti fa assaporare tutto con consapevolezza e gratitudine. Ho scritto queste poche righe per non dimenticarlo, per non permettere a questa nuova intensità che è nata dentro di me di sbiadire lentamente.

venerdì 13 marzo 2015

LA CAREZZA DELLA SERA

È quella che mi manca di più, quando sono via come oggi: la carezza della sera, quel delicato momento di sospensione tra sonno e veglia, il vostro sonno e la mia veglia. Il momento in cui, prima di andare a dormire anch'io, come tutte le mamme del mondo vengo a guardarvi. Si, proprio a guadarvi dormire, talvolta ridere nel sonno, ronfolare quando avete il naso chiuso, fare le talpe sotto il cuscino o girarvi testa-piedi, salvo poi non riuscire quasi a respirare, a capire dove siete e chiamarci a squarciagola. Quel momento sospeso è proprio il momento in cui l'amore profondo prende corpo, si può quasi sentire fisicamente nella gratitudine per la meraviglia che siete.
Diverse, quando dormite. Come da sveglie, del resto. Tu, cucciola grande, che riesci ad estendere il collo che neppure una giraffa, quando ti accarezzo ti gratti il viso come se avessi la varicella, ti giri e ti rigiri in continuazione.
E tu, cucciola di mezzo, accolta e raccolta nella tua cuccia, mentre dormi sembri composta e pacifica. Senti la mia carezza, il mio bacio, e sempre dormendo dispensi baci all'aria, a me; la mattina non ti concede nessun ricordo di tutto questo.
E tu, microba appollaiata sul tuo letto alto che più alto non si può, che sei sempre sepolta sotto chili di coperte e di cuscino, lontana da raggiungere per le mie braccia corte, ma che ti arrotoli sotto l'affetto del tocco della carezza, in genere facendo qualche grugnito.
La carezza della sera è quello che di voi mi manca di più.

giovedì 5 marzo 2015

QUELLE CHIACCHIERE ALLUNGATE NELLA NOTTE

È un'amica antica, l'amica SS. Antica come solo quei legami intrecciati da piccoli e coltivati con cura possono essere. Antica come i ricordi di oltre trent'anni fa, i frammenti di vita che ci hanno reso quello che siamo. SS è anche una mamma, un brillante medico sfiancato dai turni in pronto soccorso e una brillante psicoterapeuta con cui è facile, ma proprio facile parlare. Ed è proprio questo quello di cui è grata XX: di quelle chiacchiere sul tutto, ma anche sulle piccole cose. SS e XX hanno parlato di tutto, davanti ad una tisana alla liquirizia, hanno parlato di medicina e di maestre, di strilli di bambini e di abbracci gioiosi, di futuro e di passato, di paure e di certezze. Grazie per queste chiacchiere intime e intense allungate nella notte.

mercoledì 18 febbraio 2015

LA LINGUA CHE UNISCE

"Eehh, ssai che sulla seggiovia dell'ometto ci sono le impronte di leprotto?"
"Si? Quando le hai viste?"
"Stamattina. All'inizio pensavo fossero impronte di yeti, ma poi Nicholas mi ha spiegato che forse sono di leprotto."
"Nicholas?"
"Eehh, si, ci siamo conosciuti in seggiovia. Lui è polacco, ha 25 anni, sa dire grazie e ciao in italiano e poi in inglese mi ha chiesto come mi chiamavo, dove abitavo. E poi abbiamo visto le impronte. Di leprotto, però, non di yeti. Me l'ha detto Nicholas, in inglese."

lunedì 16 febbraio 2015

QUEST'ANNO

Quest'anno si chiamano Manuelgì, Andreaerre e Manuelbì, insieme, semplicemente, a Nicola. Sono gli angeli custodi che con la pazienza di Giobbe, un sano disincanto di montagna e una buona dose di ironia pascolano le cucciole sulle piste del Trentino per tutte le mattine di questa gioiosa ed impegnativa settimana. Sono i maestri di sci della scuola di Marilleva, che quest'anno ha accolto anche il biondo e chicchierino cuginetto GG. Insieme allo zio FF, infatti, hanno scelto di trascorrere insieme questi bianchi giorni di vacanza insieme ai Noicinque in una maratona dello sci che XX non ricordava neppure nella sua infanzia. Si scia sempre, da prima mattina a pomeriggio inoltrato, su ogni pista ma soprattutto su ogni salto possibile.
Un caldo in bocca al lupo ai custodi di quest'anno, Manuelgì, Andreaerre, Manuelbì e, semplicemente, Nicola.

giovedì 5 febbraio 2015

LEI E...

"Guarda, ti faccio vedere: il nastro lo prendi, lo giri, lo rigiri, lo passi sotto. Questo si chiama 'nodo parlato semplice'."
"Eehh, perché, c'è anche il nodo parlato difficile?"

mercoledì 4 febbraio 2015

QUELL'ULTIMA VOLTA DELLE PAROLE DI METÀ ANNO

Taat, Barbix. Le mie due colonne personali nell'educazione delle cucciole nella fascia 3-5 anni. Quella vostra competenza, quel vostro leggere subito dentro di noi (e dentro di loro, i nani) con una rapida occhiata, quel vostro bene profondo, mai sdolcinato che mira - e riesce - a costruire ragazzi ed adulti indipendenti e rispettosi, curiosi ed entusiasti. Ecco voi, le nostre colonne, questa sera mi e ci avete fatto un grande regalo: il racconto di chi è la microba, di come appare ai vostri consapevoli occhi che di microbi e nani ne hanno visti e cresciuti a centinaia. Ebbene, ai vostri occhi la microba, sia in singolo che nella sua straordinaria amicizia con il prezioso Potts, è una bimba curiosa e divertente, interessata, entusiasta, buona e rispettosa, generosa e socievole. La frase che mi ha emozionato di più: "oggi la microba non c'era: beh, quando non c'è, SI SENTE". Si sente nel senso che manca un traino sorridente ed entusiasta che si appassiona alle piccole cose e sa imparare in autonomia. Ci avete raccontato gli aneddoti divertenti, il fatto che la microba sappia stare con gioia con grandi e piccoli, maschi e femmine, tranquilli e turbolenti pare non essere qualità comune. Ci avete rassicurato sulla prossima scuola elementare e sull'opportunità che rimanga ancora insieme al prezioso Potts, che l'aiuta e che aiuta in molti frangenti. Ci avete raccontato di una bambina felice e gioiosa che sta imparando tante cose ed avete aggiunto che sarà fortunata la sua maestra della prima elementare. Mai come siamo stati fortunati noi, ad incontrare sul nostro faticoso sentiero la vostra passione profonda.

sabato 31 gennaio 2015

IL MIO GIOCATTOLO PREFERITO

Il giocattolo a cui sono affezionata è un elefantino di peluche che mi fu regalato dai miei genitori quando nacqui. L'ho chiamato Keo.
Keo è di colore azzurro; le sue gambe, di forma arrotondata, sono di un azzurro un po' più chiaro rispetto al colore del corpo. Sulle zampe ha ricamata, in arancione, una linea ondulata, mentre il palmo, simile a una buccia d'arancia, è tutto arancione. Sul simpatico musetto ha lunghe e larghe orecchie dello stesso colore delle zampe che gli coprono gli occhi, mentre le piccole guance rosa mi ricordano le fragoline. La lingua, fuori dalla bocca, di colore arancione, è di forma arrotondata.
Keo è tozzo e rotondo, con una proboscide che contiene un ovale di plastica e, se lo premi, squittisce anziché barrire come un elefante. Possiede una coda arancione, dritta e morbida, che, una volta, aveva in fondo dei piccoli fili.
Profuma di vaniglia perché, insieme alla mamma, spruzzo il profumo in modo che nel letto io faccia bei sogni insieme a lui. È fatto di un materiale che non conosco, ma molto simile al velluto.
Lo uso per dormire: quando la mamma parte per lavoro, va in lontani paesi e io provo malinconia, lo prendo e lo abbraccio stretto.
Mi ci sono affezionata molto perché dormo insieme a lui da otto anni. È fatto per stare su quattro zampe, però esse non sono rigide, quindi cade. Ne avevo uno uguale, di scorta, ma l'ho dimenticato in Sud Africa, in albergo, quando sono andata lì, a Natale, con la mia famiglia.

Cucciola di mezzo
dal quaderno di italiano della cucciola di mezzo, classe terza B.

mercoledì 28 gennaio 2015

THE BLIZZARD

Strano paese, gli Stati Uniti. Tutte le volte che a XX capita di capitarci, tale convinzione si rafforza. Che è successo questa volta? È successo che a tarda sera, la vigilia della partenza, XX riceve un messaggio tranchant della sua collega statunitense che dice più o meno così: "attesa la tempesta di neve del secolo, spero il vostro volo riesca ad atterrare, quando arrivi chiamami perché tutta la logistica è saltata, atteso oltre mezzo metro di neve." Ah, perfetto. Il volo invece è in perfetto orario, atterra con dolcezza su una pista bianca di neve perfino all'immagration ora ci sono le macchinette e non si fa più tanta fila, i bagagli arrivano presto. Soltanto che fuori, fuori dall'aeroporto, imperversa una tempesta di neve davvero violenta. L'aeroporto viene chiuso appena dopo l'arrivo del volo da Milano, il sindaco di NYC sta chiudendo tutte le strade e i taxi non ci sono. Tempo d'attesa previsto per trovare un taxi circa due ore, in fila sotto la bufera, con il coprifuoco che incombe. In realtà le ore d'attesa sono state soltanto una e mezza, XX ha trovato un taxista disposto a portarla in NJ - cosa per nulla scontata data la situazione delle strade e della neve, lo stato di emergenza, che qui vuol dire che nessuno ha il permesso di circolare, e le gomme da neve sconosciute.
La logistica di tutto il viaggio è comunque saltata e XX è rimasta prigioniera di un albergo in NJ con vista autostrada deserta per tutto il giorno seguente. 58 milioni di persone impossibilitate a muoversi per ordine delle autorità. Non sembra ancora un po' far west? Considerando poi che la tempesta era stata sovrastimata, almeno in alcune zone del NJ, dove di neve ne è caduta non più di qualche centimetro. Strano paese, gli Stati Uniti.

domenica 25 gennaio 2015

48

La cucciola grande è stata invitata a trascorrere un week end sulla neve dalla sua vulcanica amica Liluz insieme ai suoi pazienti genitori. Dopo giorni di negoziazioni, patti, promesse e giuramenti solenni, le viene accordato il permesso di andare. La sua valigia, pronta con un anticipo di una settimana, ha stazionato sotto la scrivania per svariati giorni. Salvo poi non contenere lo spazzolino da denti...
La cucciola grande è rientrata in serata, dopo essere stata in trasferta per quarantotto ore, che a XX sono però sembrati quarantotto giorni. Tanta infatti la distanza in termini di autonomia e maturità che sembra aver indotto questa breve vacanza sulla neve. Certo, hanno fatto tardi la sera. Certo, la cucciola non si era portata i libri dei compiti sostenendo di averli finiti prima di partire. Però ha mantenuto, e forse sorpassato, la promessa di occuparsi della sorellina di Liluz, vulcanica almeno quanto lei, facendola giocare a più non posso in piscina, tra tuffi e capriole. Vero anche che non ha portato i libri per studiare, ma ha ripetuto la lezione a Liluz, che di studiare proprio non aveva alcuna intenzione. Così magari qualche parolina sugli etruschi la conosce anche lei. Grazie a Liluz e alla sua accogliente famiglia, per questo splendido regalo che rimarrà tra i ricordi più gioiosi.

sabato 24 gennaio 2015

NON SOLO BUROCRAZIA

Incombe la decisione, e la seguente iscrizione, della cucciola grande alle scuole medie. Molte parole si sono spese sulla intima natura dei ragazzi, discussioni su ambienti, metodi di studio, sezioni, lingue e laboratori, grande lavoro di intelligence per saperne di più, buttando anche un occhio ai non sempre veritieri commenti online. XX e YY si sono confrontati con gli amici più cari, che guarda un po', questione di affinità, probabilmente, sono anche i genitori dei più cari amici della cucciola grande. Scelte e ragionamenti non sempre uguali, ma, tutti, ugualmente carichi di amore e di desiderio di scegliere per il meglio. Così, dopo un ultimo paio di telefonate e messaggi, di confronto, ecco attivato il procedimento dell'iscrizione, da un paio d'anni unicamente online. Iscrizione conclusa alla scuola più prossima, non solo come distanza ma anche, sembra, come ambiente e metodo, lingua francese. Il tutto, per il cuore di XX, è risultato essere molto, molto più che sterile burocrazia.

venerdì 23 gennaio 2015

LE BANDIERE DEL MONDO

Alcuni confetti comprati in Francia stimolano la discussione.
"Eehh, guarda: se metti il blu di sopra, ti viene la bandiera della Russia. Se lo metti qui, viene fuori quella dell'Olanda."
"COME QUELLE DELLA BULGARIA E DELLA LUNGHERIA. LA VEDEVAMO SEMPRE, IL PAPÀ E IO, QUANDO ANDAVAMO AL MARE IN BICI DA GIOERINO."
"Vedevate la bandiera della Bulgaria da Gio&Rino?"
"NO, DELLA LUNGHERIA."
"Eehh, invece, qual è la bandiera che inizia per il rosso?"

martedì 20 gennaio 2015

LA SUPPLENTE DEGLI INDOVINELLI BIZZARRI

"Dunque oggi a scuola tutto bene? Qualche avviso, comunicazione, qualcosa che dovrei sapere?"
"C'era la supplente della maestra Giada. Checihafattogiocare, olè!"
"Mmhh, ma giocare tutti insieme oppure ognuno giocava da solo?"
"Eehh, giocavamo tutti insieme. Lei ci faceva degli indovinelli. Che cos'è quella cosa che striscia, si trova nelle aiuole o nei prati e che quando arriva un bambino va via?"
"Mmhh, vediamo...un lombrico? Verme? Bruco? Lucertola?"
"No. No. No. No. CONIGLIO."
"Coniglio? Ma striscia, il coniglio? E quanti conigli hai visto nelle aiuole?"
"Eehh, infatti. E poi, vediamo se indovinate questo: tira l'aratro e ha le corna."
"Bue."
"Eehh, visto come erano precise le definizioni degli indovinelli, io ho detto CONTADINO."

domenica 18 gennaio 2015

MMHH, CHE DECISIONE...

Dal 15 gennaio al 15 febbraio ci sono trenta giorni utili per l'iscrizione, rigorosamente online, alle scuole medie (e anche per le elementari della microba, in realtà). Sono settimane che l'intelligence genitoriale si scambia informazioni di ogni genere sulle scuole di quartiere, le sezioni, le lingue, gli orari. Loro, i ragazzi, prestano attenzione a quante sono le ore di ginnastica e di quanti passi disterà la nuova scuola, che cominciando alle 8.00 impatta non poco sui minuti di sonno mattutini rubati alla pazienza altrui.
Le classe della cucciola grande, livello genitori, è popolata da persone meravigliose, intense e straordinariamente affini a XX e YY. Sorge dunque spontanea, dopo le mille chiacchiere davanti ai frettolosi caffè della prima mattina e dopo numerosi i pareri scambiati telegrafici via sms, una cena, gradevole e rilassata. Argomento top: doveiscriviamoinostrifigli. L'orario della scuola media, infatti, termina senza appello alle 14. L'orario di XX, YY e di tutti gli altri, al contrario, termina senza appello un minimo di quattro ore più tardi. Dunque che fare di tutti questi undicenni curiosi nelle lunghe ore del pomeriggio? Cercare di costruire dei gruppi di autoaiuto, oggi da me domani da te, un giorno da soli, un giorno dalla nonna e magari si riesce pure a prendere un po' di ritmo. Così, un grazie ai simpatici amici che si sono prestati a confronto e condivisione di informazioni dal tema: obiettivo - scuola media, e grazie alla nonna MM che sempre disponibile ha reso possibile la partecipazione alla cena senza bambini.

venerdì 16 gennaio 2015

ECCOLI, I DUE

È una promessa antica, quella che XX mantiene stasera. La promessa è di invitare lo straordinario Potts, inseparabile amico della microba, a dormire, finalmente forti di un nuovo materasso gonfiabile per ospiti. Così XX rientra a casa verso le 18, trova i due cinquenni a piedi nudi che saltano sul letto felici, la cucciola di mezzo che va a kung fu  la cucciola grande dispersa dalla sua amica Liluz. Comincia a predisporre i letti per la serata, gonfia con pompetta artigianale un materasso da una piazza e mezza per poi scoprire che nella confezione manca...il tappo! Sgonfia il materasso, corre come una matta dal ferramenta del quartiere nella speranza che esista uno standard che invece non c'è, torna con un tappo di metallo da idraulico che viene sputato fuori al primo balzo sul letto che era stato rigonfiato. Ok, XX rinuncia al letto extra e con un giro di letti per mettere le altezze e in sicurezza, sistema i due inseparabili in posizione testa-piedi nel letto di una sorprendentemente benevola cucciola di mezzo. Prima di dormire i due hanno fatto la pizza, ma soprattutto mangiato la pasta cruda, fatto il bagno svuotando un'intera confezione di bagnoschiuma blu, la microba sosteneva che Potts facesse le bolle da ehm...il suo pisello - XX non ha indagato oltre, ridevano entrambi - hanno letto insieme i libri della biblioteca dell'asilo e nella notte hanno incredibilmente dormito, per poi sorgere alla vita verso le otto della mattina dopo. La microba era felicissima, Potts a suo agio con il bagaglio overnight più preciso e ordinato e che XX avesse mai visto, e che è rimasto ordinatissimo per tutta la durata del soggiorno. Alla prossima, Potts, e magari riusciamo anche a trovarti un letto.

domenica 11 gennaio 2015

LA SUA LUPA

"Ma tu te la ricordi la leggenda di Romolo e Remo?"
"Eehh certo. Te la racconto: c'era una signora che faceva la guardia al palazzo dell'imperatore. Un giorno si addormentò sotto un albero. Arrivò un deo, un po' prepotente, che la fece incinta. La signora ebbe due gemellini, Romolo e Remo, ma il re non voleva e li mise in una cesta sul fiume. Qui trovarono una lupa che però lo li mangiò, ma anzi li fece crescere. Quando furono abbastanza grandi trovarono un contadino che li fece crescere ancora. Quando furono cresciuti, diciamo venticinque anni, andarono sulle colline e vollero fare il loro villaggio proprio. Allora andarono su una collina e uno vide nonsoquante aquile e l'altro anche. Dunque fecero i loro villaggi e radunarono delle persone per combattere contro il re.
Legenda
La signora: Rea Silvia
Il palazzo: il tempio di Vesta
Un deo: il dio Marte
L'imperatore: il re di Albalonga
Nessun accenno alla rivalità fratricida.

giovedì 1 gennaio 2015

PRIMA RILEVAZIONE DELL'ANNO

Prima rilevazione dell'anno con qualche aggiornamento e qualche conferma.

Cucciola grande: i chili e i centimetri di altezza aumentano a dismisura, la rilevazione ora fa riferimento anche al numero di piedi, il 37, e alla misura delle mani, che ormai surclassa più che abbondantemente le appendici di XX. La sua scoordinazione cresce al crescere della lunghezza degli arti, anche se a vederla arrampicare sembra che tutto torni armoniosamente ed elegantemente in ordine. Pur rimanendo una mangialibri, ha ampliato la gamma delle sue letture dedicandosi alle avventure classiche come Zanna Bianca (se ci sono animali è meglio, sempre), anche se il fantasy resta un indimenticato amore.
Interpreta il ruolo di sorella maggiore saggia e pacifica salvo assaltare, in combutta con le cucciole più piccole, il povero YY ogni volta che rientra a casa. Continua ad amare incondizionatamente la cagnolina TT, che vede di rado ma che la riconosce come indiscutibile capobranco.

Cucciola di mezzo: nel suo caso centimetri e chili crescono meno rapidamente, non così l'energia esplosiva racchiusa in un guscio tanto mignon. Dichiara con determinazione - di cui nessuno dubita - di voler diventare cintura nera di kung-fu, questa disciplina antica che sembra mettere ordine nella sua dinamite interiore, forse anche perché un giorno sì e uno no tale disciplina impatta come un frontale sulla già fragile logistica familiare. Il maestro Ciop la adora e lei adora lui, che la porta alle gare in cui lei riceve orgogliosa medaglie e coppe. A scuola, nonostante la frizzante energia, continua a ricoprire il ruolo di "signorina tuttidieci" ruolo per il quale era stata strategicamente sistemata a mo' di cuscinetto in banco accanto a due discreti monelli, vicino ai quali è resistita un giorno per poi chiedere a gran voce, e ottenere, di finire in acque meno tempestose. Come se la tempesta non la facesse lei.

Microba: nel suo caso chili, ma soprattutto centimetri, crescono con la rapidità di una pianta infestante, di cui la microba conserva anche il garbo e la delicatezza. La sua scrittura si arricchisce di fantasia, inventa scrivendo ed illustrando, storie di elfi, draghi e mostri. Le è stato riconosciuto l'onore delle armi cantando a squarciagola le canzoni di Natale all'ultima festa della scuola materna con cui si è guadagnata uno degli ambitissimi migliori nove posti dello spettacolo, in bilico su un tavolo ad intonare la canzone segreta. Continua ad arrampicare felice ed arricciata in compagnia di rutti e puzzette che dichiara con allegra nonchalance. Canta e parla in continuazione, arricchendo il suo lessico di parole sempre nuove che dispensa con temibile generosità, non tacendo mai. Mai.