sabato 16 novembre 2019

IL MONDO DA COSTRUIRE CHE C’È GIÀ

La microba, all’asilo, ha stretto amicizie preziose. Non soltanto quella, seminata al nido, con l’inseparabile Potts; è stata anche capace, sotto la guida sapiente delle due meravigliose ed indimenticate maestre Taat e Barbix, di creare un’alchimia di accoglienza.
Ebbene, l’alchimia dell’integrazione, dei cittadini del mondo, degli amici di cuore, è sbocciata in tutta la sua irruenza in questo umido sabato di novembre.
La storia: otto anni fa, quando dei minuscoli nani si sono ritrovati spaesati in una classe verde, uno di loro era testé arrivato da Sri Lanka, suo paese di origine. Nè lui nè i genitori parlavano una parola di italiano, in più lui era un po’ in crisi per la nuova configurazione scolastica. 
Nel corso dei tre anni della scuola materna, Riish è diventato più italiano di noi, ha fatto da ponte tra le due culture per la sua splendida mamma e ha invaso un pezzetto di cuore di tutti.
Poi la scuola elementare e le distanze della città li hanno divisi, salvo farli ritrovare, Potts, la microba, Riish e un altro paio di amici di varia origine, nella pizzata di questa sera. Come se non si fossero mai lasciati. Cittadini del mondo, per salutarsi e dirsi un caldo “arrivederci a presto” alla vigilia della partenza di Riish per la Germania, dove papà ora lavora e per Riish non ha più senso stare qui. Dove ancora una volta una cittadina della Baden Württemberg diventerà un altro posto che Riish sarà capace di chiamare casa, dopo lo Sri Lanka e l’Italia.
La sua mamma al tempo stesso altera e timida, che negli anni passati andava a cucinare insieme ai bambini della materna le gustose ricette del suo paese di origine e a spiegare la sua bandiera e le canzoni della tradizione - un passaggio che pochi dei bambini piccoli di allora hanno dimenticato - ha organizzato un saluto last minute con i primissimi amici di allora, quelli che hanno fatto si che Riish, questa Italia, la potesse, a tutto titolo, chiamare casa.
E loro, che hanno raccolto entusiasti l’invito, hanno riso e scherzato e giocato come se si fossero visti ogni giorno da allora. Si sono raccontati il futuro, hanno ricordato il passato, si sono promessi incontri nel mondo, si sonno detti un leggero arrivederci, accompagnati da high five, non ci dimentichiamo. 
La mamma dall’eleganza orientale, che ha finito di impacchettare sessanta scatole con le cose di una vita e ha saputo che il furgone arriva tra una manciata di giorni, che ora parla un bell’italiano, ma l’italiano di famiglia è sempre Riish, ha guardato commossa il miracolo dell’accoglienza, della normalità. Che siano loro i cittadini del mondo, incapaci di vedere le differenze dei colori e delle lingue ma ben allenati a scoprire le sfumature dei cuori che crescono vicini.
Che sia, per tutti loro, un trampolino del mondo che sapranno costruire. E che grazie a loro, c’è già.

giovedì 7 novembre 2019

QUEL SOFFIO ATTRAVERSO I CONTINENTI

Ci penso ogni anno, il sette novembre (e non solo), a quella notte del sette novembre di, oggi, quindici anni fa. Quando sei arrivata nel nostro mondo, ci hai reso famiglia e noi eravamo impreparati. Quando eri lunga e magra, leggera come una piuma, e, secondo il tuo papà, piena di peli.
E da allora ci hai sorpreso, sempre. Anche quando pensavamo di poter prevedere. Anche quando pensavamo di conoscere.
Ci hai sorpreso in un mucchio di maniere, da piccola e meno piccola. Leggendo avida, sempre. Preferendo gli animali alle persone. Ritirata nei tuoi silenzi. E poi, all'improvviso, aperta al mondo dei tuoi pari. Ci hai sorpreso con la scelta della scuola superiore, con una mondanità inattesa, con il lavoro estivo di animatrice di arrampicata. E chi se lo immagina ora, con mani da manista e  statura di un'amazzone, i capelli lunghi e i piedi anche, che un pugno di anni fa urlavi dal tepore di una culletta termica?
Eppure questa volta, questa cifra (mezza) tonda, non ero lì a festeggiarla con voi. Abbiamo sfidato sei fusi orari, la stabilità della videochiamata, il 4G tailandese e, nell'era digitale, abbiamo fatto in modo che per quel soffio di candeline attraverso i continenti ci fossi un po' anch'io. Piccola nello schermo del telefono di papà, che ha fatto notte fonda per preparare un dolce a base, che domande, cioccolate e cioccolato e cioccolato. Piccole ed intensissime le tue candeline. Meno piccole ma altrettanto intense le tue sorelle, sorridenti ed orgogliose dei loro doni per te.
Tu che continui a sorprendere noi e che per loro fai da apripista, modello, riferimento. Tutto si tara con quanto ti è concesso o riesci a negoziare, manca davvero soltanto che contiamo i maccheroni nei piatti. Così ci hai reso equilibristi attenti ad essere giusti, anzi, a provarci chè giusti davvero non si è mai. E così, in questo momenti di anni (mezzi) tondi, gli unici (mezzi) tondi in cui ci si sente davvero in mezzo a un tondo, siamo chiamati ad essere genitori, pompieri, gendarmi, alleati e nemici giurati, il tutto facilmente nella stessa mezz'ora o poco più. In un’altalena di unori ed emozioni, ma sempre, solidamente radicati nel nostre bene per te.
Buon compleanno (mezzo) tondo, cucciola grande.

martedì 5 novembre 2019

VIABILITÀ THAI

In Thailandia si guida a sinistra, ma non te ne accorgi perché: 1. Nessuno osa attraversare la strada, ci sono passerelle aeree e i pochi incroci a raso sono regolamentati da semafori eterni; 2. C’è troppo traffico per realizzarlo.
Il tassì in Asia, prenotato dall'Italia, che quando ti deposita alla meta ti fotografa di fronte al punto di arrivo.