lunedì 28 luglio 2014

LA PAGAIA, LA SCOPA E IL RETINO

Prima giornata di vero mare per i Noicinque, che hanno recuperato alcune biciclette giurassiche per andare al mare e legarle in cima alla spiaggia più vicina all'acqua cristallina di Paraggi. Al momento di ripartire, l'accrocchio di bici subisce, le malelingue dicono provocato da XX, uno scossone che fa volare il casco della - indovina - cucciola di mezzo, sull'irraggiungibile tettoia del bar della spiaggia. XX e una afflitta cucciola di mezzo chiedono l'assistenza dei sempre disponibili Gio&Rino, i gestori della spiaggia i quali, con spirito d'iniziativa degno del miglio McGiver, attaccano una pagaia ad una scopa consumata ad un retino rosa fucsia. Il tutto a creare un manico di oltre quattro metri, legato con uno scotch industriale, con cui tentare il recupero del casco. L'affare sembrava un po' arrangiaticcio, ma oltre al casco si sono recuperati anche un bracciolo azzurro e una bottiglia di vino.

mercoledì 23 luglio 2014

GLI ANAGRAMMI E POI

"Ne-ve. Ve-ne."
"Eehh, è un anagramma. Come Trilussa. Che in realtà si chiamava Sallustri."
"Chi è Trilussa?"
"Quello che ha scritto dell'autunno. Che ha paragonato le foglie gialle a farfalle SPENSIEROSE."
Chi non vorrebbe essere un po' spensieroso?

domenica 20 luglio 2014

QUEI MONTI DEL CUORE

L'amica preziosa e antica SJ ha invitato, per una giornata di camminata, aria fresca e monti limpidi, tutti i Noicinque a Champoluc, dove ormai troppo tempo fa la stessa accogliente e preziosa SJ trascorreva, adottando temporaneamente una XX ragazzina, estati serene e giocose. Così si programma una gita compatibile con la tribù di bambini che li accompagna, compatibile con il legamento crociato rotto di XX, con qualche accurata distrazione realizzata per l'occasione come un provvidenziale albero delle caramelle, proprio alla fine della salita più dura, guarda un po'. La gita attraversa pascoli e prati, una capanna costruita un paio di settimane fa, un "lago delle rane" che ha stimolato interessanti discussioni di carattere naturalistico. "Sei riuscito a prendere un girino?" "Siiii, guarda!" "Mmhh, ma secondo te i girini respirano? Cioè, sono già anfibi come le rane? Hanno i polmoni?" "Boh, secondo me in acqua fanno come i pesci...".
La ricca biodiversità dei prati alpini induce attente riflessioni sulla tassonomia botanica. "GUA-RDA UN DE-NTE DI LEO-NE.""EEhh, guarda, e questo?" "QUE-STO È UN DE-NTE DI LEO-NE-SSA." E poi si sono composti mazzi di fiori di campo, campanule barbute, qualche ortica e un curioso fiore dal nome tedesco 'zampine di gatto'.
Il cuore di XX si è sciolto nel riconoscere i profili di quei monti, i nomi familiari delle vette e dei ghiacciai, il sorriso caldo e familiare di SJ.

giovedì 17 luglio 2014

17

Tanti sono gli anni che ci hanno separato. Era un pomeriggio tempestoso di un luglio passato ma non per questo meno doloroso quando quella forza cattiva chiamata tumore, più forte del tuo corpo di paparone forte, vinceva proprio su di esso, mentre eri riuscito, appena qualche mese prima, a vedere con orgoglio la cerimonia della mia laurea (la carazostatina, ti ricordi?) e mentre la sempre vitale nonna MM riversava nel suo amato giornale la forza di resistere al dolore della tua malattia.
Sono tornata, certo lo sai, grazie all'altruismo della nonna MM, a vivere nella 'nostra' casa, resa rumorosa da tre nipotine vocianti. Qui trovo, oltre che nel mio cuore, i piccoli ma forti segni di te: il cavo di acciaio teso oltre venti anni fa e ancora tesissimo per stendere, dei biglietti e dei carteggi che ci scambiavamo e che ho conservato a dispetto di riordini di decenni, la tua preziosa collezione di libri di fumetti, che divertono oltre a me le suddette vocianti nipotine le quali hanno imparato, come tu avevi insegnato a me, ad amare profondamente i libri ed averne estrema cura.
Vorremmo venire più spesso a trovare i luoghi dei tuoi voli, i laghetti, lasciando amorevoli bigliettini al destino dell'acqua e del vento. Gli stessi biglietti, però, li potremmo scrivere proprio qui, per dirti come sei forte, vivo e amato dentro di me.
Mi manchi, papà

martedì 8 luglio 2014

CHE TRASFERTA

Con uno di quegli incastri che neppure con il tetris, XX è riuscita a combinare una trasferta e un trasloco cucciolo. Dunque, partenza alle 7.40 di un nuvoloso lunedì di luglio, appuntamento con la nonna XX sul lungomare nizzardo per lo sbarco in corsa delle due cucciole, successivo appuntamento con la collega francese all'aeroporto di Nizza, riunioni a Monaco, deposito della collega francese all'aeroporto in serata, cena e notte con le cucciole e rientro a Milano il martedì mattina.
Tutto incastrato perfettamente, sennonché...
Sennonché, dopo aver passato la domenica precedente a derrattizzare gli strati geologici di briciole dall'interno della macchina, proprio in dirittura d'arrivo nel viale di Nizza dove è IMPOSSIBILE fermare l'auto, la cucciola di mezzo dice "mamma..." e vomita su seggiolini, sedili, cintura, maglietta, braghine, tappetino, scarpe, ipad. XX non riesce a fermarsi, lancia sul sedile posteriore fazzoletti e sacchetti di plastica, poi si ferma, blocca il traffico lungo la direttrice nord-sud direzione sud, cambia la cucciola, raccoglie quello che può e tenta freneticamente di contattare la nonna MM, a mollo nel mar Mediterraneo.
Riesce a contattare la nonna appena in tempo per lo sbarco in corsa, sbarca due cucciole e vola verso l'aeroporto, dove la collega un po' naif le dà appuntamento al terminal sbagliato. Dopo essere entrata e uscita da tre parcheggi aeroportuali, recupera finalmente la bionda parigina per le riunioni a Monaco. Terminate le riunioni, risbarca la stessa parigina bionda all'aeroporto, questa volta al terminal giusto, e comincia cercare di far funzionare quell'incantesimo della tecnologia con il telefono della nonna MM, telefono che si collega inevitabilmente ad una segreteria telefonica francese.
XX è ormai fuori casa sul lungomare di Nizza dove non ti puoi fermare nemmeno se hai una gomma a terra, nessuna traccia di nonna né cucciole. Riesce, per un insperato colpo di fortuna, a trovare un posticino temporaneo ai parchimetri lì intorno, continuando ininterrottamente a sperare nell'incantesimo del collegamento telefonico. Percorre chilometri di lungomare come una vedetta nautica nel tentativo di avvistare dei crapini noti che nuotano, fa il giro dell'isolato per citofonare a casa (stesso risultato dell'incantesimo tecnologico) quando finalmente il magico collegamento si stabilisce e la nonna MM, alla domanda "MA DOVE SIETE?" risponde garrula "Al Parco Phoenix. E tu?". Ora, il parco Phenix si trova a circa 45 minuti, previsione ottimistica, da casa, al netto di tre cucciole in fase di protesta per il fatto di doversene andare così presto. XX rimane, con la macchina in multa, ad aspettare fuori casa per circa un'ora, non spiegandosi l'urgenza di dover proprio andare al parco fuori città quando avranno una settimana a disposizione per farlo con più calma.
Dopo una cena a base di pizza francese (!) un invito neppure troppo velato ad andare lei dalla vicina a dormire anziché la nonna MM "così possiamo stare con la nonna" (fa niente se con la nonna staranno una settimana e se per questo schiaffo morale XX avrebbe voglia di mettersi in macchina e tornare subito) e dopo una notte comunque movimentata dalla tosse asinina della cucciola grande, che minacciava di alzarsi alle quattro e mezza ed è tornata a più miti consigli limitandosi a mettersi a leggere la sua irresistibile lettura attuale, XX riparte alle otto e mezza lasciando delle cucciole mezze assonnate e mezze in pigiama, a godersi una giornata da urlo, con mare e sole in grande spolvero.

domenica 6 luglio 2014

L'ORGOGLIO, LA FIDUCIA, LA CONFIDENZA E L'AUTONOMIA

È arrivato il giorno del ritorno, il giorno in cui non riesco a non farmi scappare qualche lacrimuccia appena la maestra di cavallo della settimana vi chiama a raccontare qualcosa di voi e del rapporto con il vostro cavallo e voi, con voce squillante, raccontate la meraviglia di questa confidenza. È proprio questo che mi stupisce e scalda il cuore, la confidenza che riuscite ad avere con i sentimenti di bestioni si sei quintali ai quali vi siete dedicate per tutta la settimana. Così scopro che sapete slegare, legare e condurre i cavalli a piedi, che attendete pazienti che si grattino le gambe, oltre a conoscere le piccole testardaggini di ciascuno dei vostri animali "non mi piace quando Pawab non si vuole far mettere la capezza". Per una settimana avete accarezzato, accudito, montato, condotto e coccolato degli animali straordinari che vi hanno reso un affetto incondizionato. Con orgoglio avete descritto non solo il vostro cavallo ma anche le loro virtù "mi piace Melissa perché è bella e veloce quando facciamo lezione, più di tutti mi è piaciuto galoppare alla passeggiata in campagna". La fiducia non è venuta meno, cucciola grande, neppure quando la bella e obbediente Melissa, proprio al carosello del saggio, ti ha fatto fare un volo al galoppo che neppure uno stuntman: con coraggio e determinazione sei risalita subito in groppa, hai concluso il tuo show inghiottendo le lacrime e poi hai anche fatto la pace con lei. Non posso fare a meno di pensare che riuscire a leggere e stare con i sentimenti altrui, anche se "l'altro" ha quattro zampe, quattro zoccoli, mangia carrube e pesa seicento chili, vi insegnerà a saper stare con i vostri e i sentimenti altrui che incontrerete sul vostro sentiero.
Che orgoglio grande che ho provato nel vedere che grande fiducia, confidenza e autonomia.

martedì 1 luglio 2014

I POMPIERI SUB E QUEL CAVALLO CHE...

"Pronto. Si, ciao XX, noi tutto bene. Ho un telefono nuovo francese ma non ci ho ancora fatto amicizia, quindi non mi è facile telefonare. Però ti sento benissimo se mi telefoni tu. Oggi, vero microba, è successa un'avventura sulla spiaggia. C'erano i pompieri sub, proprio sulla nostra spiaggia. Sembrava lo sbarco in Normandia, una motovedetta della polizia si è fermata cento metri al largo e loro hanno nuotato fino alla riva. Poi sono usciti dal mare, la microba sparava con le pistole ad acqua e loro ridevano. Dei fustacchioni...poi hanno camminato sugli scogli e un furgone li ha recuperati. Ti passo la microba."
"Pronto, ciao microba, come stai, fai la bravissima?"
"SI ZE-RA-NO I POM-PIE-RI TU-TTI NE-RI, E-RA-NO POM-PIE-RI SUB. FA-CE-VA-NO U-NA GA-RA. POI IL MA-RE FA LE ON-DE GRA-NDI-SSI-ME. IO FA-CCIO IL BA-GNO CON AN-DREA. POI LE MA-CCHI-NE A-VE-VA-NO LE BAN-DIE-RE DE-LLA FRAN-CIA AL PO-STO DE-LLE AN-TEN-NE E SUO-NA-VA NO I CLAC-SON PER-CHÈ HA VIN-TO LA FRAN-CIA. CIAO, MUA."
"Pronto? XX? Qui comunque stiamo benissimo, la microba ha un sacco di amici, soprattutto Andrea che ha nove anni e la invita a fare il bagno. Un bacio!"
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"Prontoooo. Si, buonasera, sono il papà della cucciola grande e della cucciola di mezzo, le posso salutare?"
"Cuccioleeeeeee! Telefonooooooo! Pronto. Si, ciao papà. Si, mi diverto, sai come si chiama il mio cavallo? M..."
"Marta."
"No. ME..."
"Medaglia."
"No. MEL..."
"Mela."
"No. MELI..."
"Melinda."
"No. MELIS..."
"Melissa!"
"Si Melissa. E la monto solo io."
"Wow, allora la devi sellare e dissellare tutta da sola..."
"Si, ma è bellissimo. E poi non ha ancora fatto la cacca in giro, quindi non ho ancora spalato niente! Ciao, ti passo la cucciola di mezzo."
"Pronto, ciao cucciola di mezzo, come stai, ti diverti?"
"Si, come si chiama il mio cavallo? P..."
"Paolo."
"No. P..."
"Pongo."
"No. PA..."
"Boh...aiutaci..."
"PAWAB."
"Pawab? Come facevamo a indovinare? Ma è un cavallo o una cavalla?"
"Boh? Dicono che è BISESSO."