mercoledì 23 febbraio 2022

SEMPRE LUI

Questa volta la consegna del prof. Rana, una delle persone più autorevoli dell’intera scuola microba, quello che ha insegnato al liceo e faceva gli esami di maturità, quello che loro sono monelli ma basta uno sguardo, quello che la microba è destinata a studiare e fare delle cose bellissime…

Ecco, questa volta la consegna, degna dei migliori exploit della indimenticata prof Maps, quella a forma dì prof dì lettere e che ha appassionato il cuore dì mezzo, ecco, la consegna a una banda dì dodicenni esagitati è la seguente:

Tema: ‘Se io fossi una poesia…’

Svolgimento microbo: Se io fossi una poesia, sarei sicuramente in rima. Secondo me le rime esprimono felicità e allegria, ma senza sembrare filastrocche per bambini.  In genere ho queste sue caratteristiche, la felicità e l’allegria, anche se sono molto sensibile e talvolta mi capita di piangere senza motivo. 

Se fossi una poesia, sarei suddivisa in strofe. Questa separazione mi da un’idea di serietà, di coscienza. Nell’ambito scolastico sono, la maggior parte delle volte, molto diligente.

Se io fossi una poesia, i miei versi non sarebbero molto estesi. 

Se io fossi una poesia, le parole da cui sarei composta non sarebbero difficili ne complicate. Nel mio linguaggio utilizzo parole semplici e dirette senza rendere difficile il discorso. 

Dal momento che un’altra delle mie caratteristiche è quella dì essere molto collerica, mi arrabbio facilmente anche se non è necessario, scelgo dì associare e rappresentare questa caratteristica nel titolo della poesia, che è la parola più importante. 

Ecco come sarei se fossi una poesia.

UN ACCENNO DI PROTESTA BIANCA

Pare. Pare che nella classe della cucciola grande la fantasmagorica gita di cinque giorni programmata in Sicilia sia andata a gambe all’aria perché il prof di inglese si trasferisce in Canada e  l’insegnante di ginnastica, disponibile a fare l’accompagnatrice di riserva, continua a voler fare la riserva ma non ad accompagnarli.

Così loro immaginano una protesta bianca e dicono che in gita ci vanno da soli. Magari non così lontano, magari non così a lungo, ma programmano tre giorni a Firenze in tempo di scuola. Così ciascuno di loro parte con la propria crociata personale per strappare un permesso ai genitori e contarsi.

‘Ma quando volete andare?’

‘Aprile.’

‘Ma…e la scuola?’

‘No, ma guarda che non saltiamo più di due giorni.’

‘Ma scusa, da soli? E i prof?’

‘Vabbè, possono venire, se vogliono.’

Ecco. Possono. Venire. Se. Vogliono. Che invece no, non vogliono, tanto è vero che la gita non la fanno proprio per mancanza di accompagnatori. E poi i dubbi su venti minorenni insieme da qualche parte, sia un ostello o una pensioncina, ‘No, guarda che due sono maggiorenni. Anzi, forse, tre, dipende dalla data.’ Da teneri frugoletti minorenni di cui ci si prende cura e si è responsabili, a maturi e solidi accompagnatori dei pari compagni, ma ancora diciassettenni, in un giorno, il giorno del compleanno dei diciott’anni.

In parallelo, la chat dei genitori si scatena. Li accompagna qualcuno, si, no, e i prof che cosa dicono, ma non la possono fare alla fine della scuola, ognuno decida secondo coscienza, magari io li posso accompagnare, contiamoci, chi sarebbe d’accordo, ma sono loro a dover parlare con i prof, eccetera.

domenica 20 febbraio 2022

SEMPRE PIÙ GEOGRAFIA

Nel corso di una piacevole serata con gli amici preziosi Asp e Odd, quelli che si vedono poco ma ogni volta i cuori si aprono, XX e YY accolgono l'entusiasmo della notizia che la loro figlia maggiore, Ele partirà per un periodo di studio in Canada, a sedici anni.

Riportano, con la stessa gioia, la novità alle cucciole.

'Avete sentito allora che Ele va ad Halifax, In Nuova Scozia?!'

'Ma non andava in Canada?'

Ecco, così in un attimo si sono tolti il dubbio se mandare anche loro. E dove, poi...?

sabato 19 febbraio 2022

FESTONI VERDI

Sul balcone della cucina, oltre ad un piccolo agrumeto, qualche stitica erba aromatica e la coltivazione del cavolo minestra, sono oggi comparsi dei lunghissimi festoni verde prato. XX prova a toccarli con aria interrogativa e viene bloccata da un urlo: 'Non toccarli!! Puzzano tantissimo!' ‘??puzzano perché sono...?’ 'Sono le calze del cavallo.'

Le. Calze. Del. Cavallo. Non soltanto i Noicinque comprano le mele rosse, anzi, rosate, più pregiate perché sono buone e piccole giuste, forniture di carote che nemmeno la collina dei conigli, finanziano il benessere del maestoso quadrupede in ogni modo, compresa la paghetta cucciola con cui vengono acquistate forniture continentali di biscotti alle carrube. No, adesso l’invasione riguarda anche…la lavatrice di casa.

XX riflette sulla lavanderia a gettoni proprio lì sotto: forse, almeno per la biancheria intima eqiona, se ne potrebbe promuovere l’uso?

martedì 15 febbraio 2022

CINQUANTA

Oggi è IL compleanno di YY. I preparativi fervono da giorni, e riguardano doni, ricette, tutorial di torte vegane, palloncini, elio ('lo possiamo comprare al negozio dei cinesi?' 'no, le bombole di elio non credo le abbiano nemmeno loro...'), disegni, biglietti, candeline, rime e molto altro.

Alle sei e quaranta alcune cucciole si aggirano già per la casa recuperando le decorazioni di cioccolato fondente a forma di 50 dal freezer, in mancanza dell'elio si appiccicano palloncini a forma di numeri, sembrano più SO che 50, al muto con il biadesivo, si compongono torte a due piani, si accumulano regali su una sedia troppo piccola per ospitarli tutti.

Lui fa finta di niente, cerca di non entrare nelle stanze in cui sospetta ci siano in corso piani segreti e finalmente poco dopo si accendono le candeline: uno zero riciclato da qualche "dieci anni" di ormai parecchio tempo fa, e siccome il cinque non c'era allora ci si arrangia con cinque candeline bianche attorcigliate, di quelle uguali a sé stesse da almeno cinquant'anni.

mercoledì 9 febbraio 2022

IL METAVERSO

La consegna delle pagelle ai tempi del digitale ha perso moltissima dell’allure del passato, quando si veniva convocati a scuola e accanto alla consegna fisica della pagella, un foglio A3 piegato in due che con numeri striminziti aveva l’ambizione di rappresentare risultati e talenti, passioni e spunti di miglioramento. In quel momento era possibile qualche minuto di confronto con i docenti, era possibile aggiungere qualche parola che, accompagnata da uno sguardo, dal tono e dall’atteggiamento dell’insegnante, aggiungeva un sapore, o più sapori, una sensazione, o più sensazioni, insomma dava forse qualche informazione e risposta in più rispetto alla vita degli eredi all'interno dell'istituzione scolastica.

Oggi. Oggi no. La pagella arriva, anzi, veramente non arriva nemmeno...diciamo piuttosto che si compone in quel disastroso spazio virtuale che si chiama 'registro elettronico', alla voce 'scrutini'. A seconda delle app, ormai siamo nel metaverso, quella composizione alchemica di numeri te la devi andare a cercare più o meno quando sai che arriverà. Non c'è una data certa, o almeno XX non la conosceva. Non c'è il pathos della 'pagella'!, non c'è la responsabilità dei ragazzi nello spiegare i loro risultati. No, niente. Se ti ricordi, e quell'anfratto del metaverso lo trovi al momento giusto, riesci a leggere una tabellina di una decina di righe, le materie, e numeri, i voti. Ma siccome al posto dei voti ci sta, appunto, normalmente il voto, ma la valutazione della condotta viene assegnata attraverso i giudizi - che pur essendo striminziti anche loro e ridotti a una parola occupano comunque più posto dei numeri - parte tutta la discussione su che cosa sia il giudizio di condotta 'ds'. Sarà 'distinto' (veramente? alla fine la microba ha preso 'distinto' in comportamento? Meno male...) oppure, magari, 'discreto'? Che appare forse più in linea con alcune performances, ma sarebbe davvero punitivo?

Lei gioca sul dubbio, e giura sul 'distinto'. A XX e YY resta l'amarissimo sapore di una interfaccia virtuale che deresponsabilizza, impoverisce e toglie valore. Anche se alla fine ci hanno creduto, a quel 'distinto'.

sabato 5 febbraio 2022

UN SUO SOGNO IN POESIA

Mamma, persona speciale,

morte, una cosa cruciale.

E' capitata la morte,

portando un dolore forte.

Prima c'era un'armonia,

ora tutto è in agonia.

Nel mio cuore è presente 

e il dolore è pungente

non la tocco, non la sento,

ma il suo cuore non si è spento.


La consegna: 'descrivi un tuo sogno in poesia'.

'Ho sognato che morivi, mamma.'

Ma i sogni, nell'accezione comune, non dovrebbero essere lieti?