mercoledì 29 giugno 2016

MA CI TELEFONI?

"PRONTO, CAVALLIFICIOOOO!"
"Pronto, buongiorno, sono la mamma della cucciola grande, della cucciola di mezzo e della microba. Me le potrebbe passare?"
"No, guardi, deve richiamare tra 45 minuti perchè adesso sono nei boschi. Deve chiamare dopo le tredici."
"Ah, scusi, ma che ore sono? Non sono le quattordici e quindici? No, sa, sono in Giappone e ho sbagliato a fare i conti con il fuso orario..."
"Mpf."
"Va bene, richiamo più tardi."
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"PRONTO, CAVALLIFICIOOOO!"
"Pronto, buongiorno, sono la mamma della cucciola grande, della cucciola di mezzo e della microba. Me le potrebbe passare?"
"CUCCIOLEEEEEE LA MAMMA AL TELEFONOOOO."
"Pronto."
"Pronto, ciao cucciola grande, come stai, come state, vi divertite, fate le bravissime, cavalcate?"
"Si. Ho una cavalla che si chiama Rosi. È altissima e bravissima, solo non vuole uscire dal paddock e si imbizzarisce sempre. Ma galoppa una meraviglia. Ti passo la cucciola di mezzo."
"Eehh, prontoooo!"
"Ciao cucciola di mezzo, come stai, come state, vi divertite, fate le bravissime, cavalcate?"
"Si, un sacco. Il mio cavallo si chiama Fedele ed è bravissimo. È un mezzo pony da gara e galoppa velocissimo. Ieri nel bosco un altro cavallo gli è andato addosso allora lui ha cominciato a galoppare fortissimo e stavo per cadere ma poi non sono caduta. È bravissimo. Ti passo la microba."
"Pronto! Ciaocomestai?"
"Bene microba, sto bene e tu come stai, come state, vi divertite, fate le bravissime, cavalcate?"
"Siii, cavalchiamo. E poi c'è anche la piscina. Indovina come si chiama il mio cavallo tra Fedele, Rovere, Estero e...basta."
"Basta."
"No, basta era basta non un cavallo."
"Ah..mmhh...Rovere."
"Giusto. E indovina di che colore è tra baio, morello, sauro, roano..."
E pensare che XX stava per dire grigio, bianco o nero.

martedì 28 giugno 2016

QUELL'ARMONIA UN PO' INGESSATA

Questa volta l'ha un po' cercato, questo inizio estate frenetico e lontano. In realtà XX si è resa disponibile ad una trasferta che i colleghi, stretti tra altri impegni, non riuscivano ad onorare. Così si trova nel lontano Giappone, che un anno fa non le era sembrato così lontano.
Lontano per le abitudini - agli incontri non pensare di sederti dove vuoi, c'è una rigida gerarchia dei posti - anzi, veramente non pensare proprio di sederti, lo farai soltanto dopo aver ricevuto il permesso dell'ospite. Il permesso arriva soltanto quando il cerimoniale dei biglietti da visita, illeggibili e incomprensibili per la maggior parte, si è concluso, dopo che la consegna con entrambe le mani (per farlo bene ne servirebbero quattro, di mani) e inchino profondo è avvenuta da tutti e con tutti.
Lontano per la difficile lingua, di cui XX interpreta una parola ogni tanto di derivazione inglese e capisce che per la maggior parte delle volte stanno parlando di come sia difficile portarla a mangiare fuori, lei che è vegana e non mangia pesce, ma nemmeno carne.
Lontano per l'empatia, quella magica energia sottile che durante le discussioni di lavoro permette di cogliere da piccoli segni se nell'interlocutore si accende la scintilla dell'interesse o se l'incontro si spegne nella noia. Le conversazioni si svolgono prevalentemente a senso unico, dopo un'introduzione inintelleggibile rigorosamente in giapponese a XX viene richiesto un argomento preciso come le canzoni ai tempi dei juke-box. Lei tenta di sdrammatizzare, di interpretare sguardi, ma quello che in passato le sembrava un favorevole tempo dell'armonia dedicato alla riflessione ora le sembra di più un tempo chiuso a cui lei non ha accesso.
Per questo, per i ritmi giapponesi, per la pignoleria che la fa lavorare ogni minuto libero per non ritrovarsi una catasta di incombenze al ritorno, per una pigra stanchezza di fondo che questa volta non la spinge neppure a cercare la scuola di yoga all'alba, ebbene per questi motivi l'armonia giapponese appare, oggi, un po' ingessata.

venerdì 24 giugno 2016

GIORNATE ALLUNGATE E PIENE DI...

Non sempre la logistica delle mamme organizzate va come deve; talvolta ci si trova a fronteggiare eventi imprevisti che richiedono una stellare combinazione di improvvisazione e problem solving skills.
Gli scorsi tre giorni sono uno di questi casi. La cucciola grande, che avrebbe dovuto essere in località montana con la sua amica Liluz e una di lei cugina che esercita come guida alpina, è in realtà parcheggiata a Milano per tre giorni causa temporanea indisponibilità della guida. Vuoi perdere la possibilità di dormire insieme, adesso che finalmente la casa offre qualche posto letto in più? (Il dettaglio del letto in più sarà oggetto di uno specifico post).
XX fa buon viso a cattivo gioco, pensa che dopo mesi di solitudine la pulsione della cucciola grande alla compagnia di suoi pari vada, se non proprio incoraggiata, almeno non ostacolata e acconsente. Così negli scorsi tre giorni lei è andata e venuta liberamente frequentando le case deserte degli amici e loro la sua. Non ha mai risposto alle telefonate di XX salvo chiamare a ripetizione entrambi i genitori per chiedere il permesso di dormire qui o invitare qualcuno a cena là.
Oggi è finalmente l'ultimo giorno di noia, che noia non è stata per nulla. La consegna ricevuta è stata: "Non fare niente a cui XX direbbe di no."
XX non è sicurissima che la consegna sia stata rispettata alla lettera da alcuni indizi disseminati per casa. Tra cui spiccavano: due bottiglioni pieni d'acqua (e sostanze non identificate) collegati da un cavo e messi a campeggiare all'interno della cabina armadio di XX. È mancato poco che XX li pestasse rovesciando litri e litri di soluzione ignota. "Aahh! Scusa, e questi che cosa sono? A momenti ci metto un piede dentro!" "Ehm. Un esperimento. Di cristallizzazione. Le soluzioni devono stare in un posto caldo e tranquillo per una settimana."
Una settimana a scavalcare bottiglioni al buio per amore della scienza. E non sapere che cristalli si starebbero formando.
"E poi, di bello, che cosa avete fatto oggi?" "Abbiamo mescolato bicarbonato e aceto per fare un sacco di schiuma." "No, scusami. Il patto non era di fare soltanto cose a cui avrei dato il mio consenso? Avete fatto una reazione chimica, con il piccolo chimico. Sulle istruzioni non c'era scritto - da fare in presenza di un adulto?-" "No, veramente abbiamo preso un libro di esperimenti. Cinquanta cose da fare con la scienza. Le vogliamo fare tutte."
XX ha continuato a trovare residui di scienza per tutta la casa. Alcuni metri di pellicola trasparente "Avete finito la pellicola?" "Macchè finita! Erano trecento metri."; colla a caldo sotto la tovaglia; un drago di schiuma.
Ne mancano ancora quarantasei.

sabato 18 giugno 2016

LA TRIPLA CATARSI

Ha un che di catartico, il fine scuola. Soprattutto quando lo stesso giorno rientrano a casa varie tonnellate di masserizie di diversa natura, dall'abaco costruito con i rotoli della carta igientica ai chilometri di cartelloni delle ricerche di storia, geografia o scienze. XX ha resistito una settimana cercando di entrare il meno possibile nella stanza in cui le masserizie erano state ammassate in bel disordine. Poi, sull'orlo di un esaurimento nervoso generato da quel sacro fuoco che arde quando l'entropia domestica raggiunge livelli critici, ha dedicato la giornata di oggi alla bonifica. E di bonifica davvero si è trattato, complice un controllo probabilmente troppo lasco sugli school supplies negli ultimi mesi.
La bonifica ha riguardato, in modo igienicamente rilevante, i tre zaini cuccioli. Dopo aver (invano) chiesto alle bertucce di vuotarli per poterli finalmente lavare comme il faut, XX ha deciso di affrontare il rischio sanitario.
In ordine sparso, ecco un elenco non esaustivo di quanto rinvenuto nei tre zaini di non afferente al materiale scolastico:
sei stick di burro di cacao nella stessa tasca ("Ho trovato sei burri di cacao nel tuo zaino." "Eehh così almeno ne ho sempre uno si scorta!")
un budino al cioccolato residuato di Milano Ristorazione - grazie al cielo non era esploso in cartella
oltre un grammo di paracetamolo in polvere, sparso in varie tasche
qualche etto di scarto di matite temperate, vari colori
un orologio da taschino che per un soffio non è finito in lavatrice
cinque succhi di frutta, vari gusti
una scatola di Mikado aperta (e scaduta) da un'epoca, che XX ha dovuto sottrarre con la forza alle grinfie cucciole che se ne volevanomcomunque cibare
un paio di mutande (di scena, pare) taglia sei anni
un animale velocissimo, forma bruco, che abitava in uno degli zaini e che si è avventato su XX
un vangelo tascabile
numerosi chili di briciole di varia natura - riconducibili ad almeno una dozzina di merende non consumate
una ventina di spille da balia "non si sa mai"
Dopo aver verificato di essere ancora coperta dalla vaccinazione antitetanica e dopo un numero di ore infinito dedicato alla bonifica dell'ambiente di studio, XX ha il cuore finalmente leggero, per almeno due motivi. Primo, ora può tranquillamente accedere alla stanza dello studio senza avere attacchi di panico. Secondo, per quanto l'ufficio di Igiene potrebbe non concordare al 100%, a questa prima analisi non sembrano essere state rinvenute sostanze o indizi di natura illecita o delinquenziale. Una vera, tripla catarsi, le dieci ore dedicate alla riorganizzazione.

sabato 11 giugno 2016

IL DOPO PRANZO

"Puoi guardare? Le mie sorelle dicono che ho una roba rossa nelle orecchie."
"È pomodoro, probabilmente. E poi hai anche del dentrifricio sulla schiena."
Un tranquillo lavaggio denti post-prandiale.

giovedì 2 giugno 2016

TERRENO FERTILE - TAKE TWO

L'abisso di veleni della scuola media della cucciola grande ha visto un coinvolgimento di vicepreside e rappresentante di classe. Il risultato di questo confronto è stata una riunione dal titolo "ci prendiamo un caffè?" nella quale la spumeggiante rappresentante di classe ha cercato di chiarire una situazione di disagio che si è creata in classe. Inutilmente XX ha cercato di centrare l'attenzione sui veleni generalizzati che trovano un'ottima scusa nella situazione di disagio ma che hanno ben altra origine. Soltanto una delle mamme intervenute ha mostrato un sentire simile a quello di XX sulle dinamiche femminili in classe. XX è uscita da questo incontro, all'alba nel bar di fronte a scuola, con la grande angoscia nel cuore che questi compagni, con queste famiglie, potrebbero non essere terreno fertile per migliorare l'intelligenza emotiva della cucciola grande, che sembra capire alcuni meccanismi molto bene ma se ne tiene alla larga con determinazione.

GLI OCCHI VISPI, I MODI SPIGLIATI

"La mail diceva che per lo spettacolo in teatro ti devi mettere i jeans con almeno tre tasche e una camicia o una polo bianca o chiara. Abbiamo questa bella camicia bianca."
"NOOOO-OO. La maestra ha detto anche una maglietta. E io mi metto questa maglietta, è bianca e c'è scritto MICROBA."
Ci sono alcune battaglie, in particolare quelle che riguardano nello stesso combattimento la microba e l'abbigliamento, che XX sceglie di non combattere. Questa è stata una di quelle.
Qualche ora dopo, quando lo spettacolo teatrale ha visto protagonista la classe microba davanti ad un pubblico di genitori orgogliosi e commossi, la scena si è aperta con la microba, unica in scena sul palco, nella sua bella felpa ROSSA. Con modi vispi, parlata spigliata, sguardo orgoglioso e gesti bilingui in lingua dei segni ha introdotto senza cedimenti la storia di Gulliver. L'intera classe ha regalato alle famiglie uno spettacolo corale che insegna che l'integrazione è possibile, i bimbi sordi accanto ai compagni udenti, tutti precisi e spigliati come chi calca le scene da mezzo secolo. Ma ce ne vogliono dieci di loro, per fare mezzo secolo...