domenica 15 luglio 2018

CAMPOCAVALLO, CHE NON È UN POSTO

La consueta attività equestre della cucciola grande ha quest’anno avuto un’evoluzione. Non più i giorni regolari e prevedibili in maneggio, con l’emozione di una ventiquattr’ore di trekking sul fiume Trebbia, ma una ben più avventurosa attività itinerante, con tenda al seguito, lungo gli appennini Liguri.
Campocavallo prevedeva una dozzina di cavalli, condotti da una dozzina di ragazzine (un solo rappresentante del genere maschile, che in questa avventura un po’ da macho in compagnia femminile pare si sia trovato benissimo) ai comandi di Diego il condottiero che andava in esplorazione di sentieri e passi prima di condurvi la carovana.
L’avventura si è conclusa su una strada di montagna, in località non definita, dove sono stati ritrovati cavaliere e cavallerizze a rifocillarsi all’ombra, i cavalli già ripartiti - “Cucciola grande, ma i cavalli come fanno a tornare?” “Mmh, in pullmann...” -.
L’avventura ha restituito una cucciola grande poco loquace, ma questa non ha stupito nessuno, ma con un inatteso, spiccatissimo senso di adattamento. Pare infatti siano stati vari e variegati gli imprevisti, compreso un virus gastro-intestinale che ha provocato più di un mal di pancia ai cavalieri, accomodati nei boschi.
Pare che la tenda non fosse impermeabile dunque si è bagnata lei e tutto il contenuto, con cucciola grande che si infila nottetempo in tende altrui per stare all’asciutto. Le stringate cronache raccontano di sentieri impervi da percorrere a piedi, conducendo i cavalli; le stesse cronache si soffermano appena sulla puledra franata dal sentiero nel burrone, per fortuna senza conseguenze per nessuno. L’ufficio di igiene è rimasto all’oscuro del fatto che siano stati quasi tutti oggettto di puntura di zecche.
A parte la necessaria quarantena obbligata dei supplies di cavallo all’aperto per un numero imprecisato di giorni - analoga quarantena sarebbe stata necessaria per la cucciola grande, che per necessità logistiche è invece stata trasferita a casa della nonna MM che sperabilmente ne ha ridotto il rischio biologico.