giovedì 13 gennaio 2022

DAY 7: QUATTRO BALZI IN MEZZA EUROPA

Sveglia alle cinque, la bufera di vento stamattina è mista a neve. Ma l’ottimismo non manca, XX e cucciola grande, ormai guarita e ristorata dal forzato isolamento (niente genitori, niente sorelle e niente scuola è sempre buio e si dorme un sacco, come gli orsi…di più si poteva chiedere soltanto il cavallo) salgono sull’unico taxi del villaggio dirette all’aeroporto, nel cuore la speranza che la direzione del vento sia fausta.

E dopo cinque aeroporti, quattro voli e diciotto ore di viaggio finalmente atterrano a casa.

mercoledì 12 gennaio 2022

DAY 6: NUOVI PROGETTI DI RIENTRO

L’assicurazione dice (ma non scrive) che la cucciola grande sarà libera. Il settimo giorno, l’ha detto il corrispondente norvegese. ‘È possibile parlargli direttamente?’ Nemmeno per idea.

XX ragiona sulle tempistiche dell’emissione di eventuali biglietti di rientro da parte dell’agenzia dell’assicurazione, tempi per nulla favorevoli alle 24 dì validità del tampone di rientro (fatto con certificazione online brillantemente scoperta da Lux e FFF) e la montagna di rientri che l’assicurazione dichiara di dover gestire.

XX comincia a guardare i voli, timidamente li organizza (non uno degli itinerari più comodi ne uno dei più brevi, ma uno forse dei meno incerti), e li compra. Comincia il circo delle registrazioni, i moduli per il rientro, il check in e il tampone, sempre da fare con l’app online.

Nel frattempo il villaggio dell’esilio è sferzato, da tutta la notte, da una bufera di vento e pioggia. XX tenta quindi anche di parlare con l’aeroporto, quella minuscola striscia di asfalto rubata al mare di Norvegia, per capire se quel vento, una bufera che in patria avrebbe fatto chiudere gli aeroporti di mezza Italia, può pregiudicare i voli del giorno successivo.

L’aeroporto risponde con una segreteria telefonica rigorosamente in norvegese, si intuisce una selezione di tasti, XX preme quello che le sembra più ragionevole. In effetti l’aeroporto la richiama ma senza fare il prefisso nazionale dunque lei non riesce a prendere la chiamata, e solo dopo altri tentativi finalmente parla con qualcuno. ‘Volevo sapere se con un vento come questo si vola lo stesso.’ ‘Dipende dalla direzione del vento’. Concreti, pragmatici. Vichinghi.


martedì 11 gennaio 2022

DAY 5: QUEL POSTO IN CUI

Quel posto in cui.

In cui quattro strati di maglioni, i loro maglioni, sono più caldi di mille strati dell’abbigliamento più tecnico che c’è.

In cui ‘macché freddo, c’è la corrente del golfo’, e il termometro dell’auto segna -16.

In cui per fare i 300 metri che ti separano dalla farmacia, devi tornare a casa a mettere i ramponi perché non si fa neppure un passo sul ghiaccio liscio.

In cui le giacche hanno tutte inserti catarifrangenti, anche le copertine dei cani.

In cui quando c’è luce d’inverno, è una luce breve e meravigliosa che colora tutto di un rosa acceso.

In cui non ci sono le tende alle finestre, nemmeno una.


DAY 4: CINQUE AEROPORTI E DUE STANZE

La sveglia delle quattro del mattino, che tanto è buio esattamente come alle due di pomeriggio, le carte di imbarco, un itinerario che tocca cinque aeroporti e una parte dei Noicinque, YY con cucciola di mezzo e microba, oggi rientrano. Un selfie in ogni aeroporto, un selfie su ogni aereo, e dopo quindici ore sono rientrati a casa.

Nel frattempo, nelle due stanze rimaste, la cucciola grande resta in isolamento, nutrita dalle pantagrueliche colazioni dell’hotel e dalle mille telefonate e messaggi di affetto che riceve. XX, nell’altra stanza, cerca di impostare qualche giorno di smart working con il tablet personale e i mezzi limitati, chiama l’ormai familiare helpdesk in Ungheria chiedendo di poter avere la mail del lavoro sul tablet e sim salabim! nel giro di qualche minuto la mail le sparisce pure dal telefono.

La giornata si allunga tra call e messaggi, telefonate e mail. Alcune dedicate anche al recupero dei documenti necessari per il rientro, comprendenti discussioni con l’assicurazione, la nave, la municipalità, l’hotel. Le loro quindici ore, loro divisi tra cinque aeroporti e due stanze.

domenica 9 gennaio 2022

DAY 3: PROGETTI DI RIENTRO

FFF, Anri e Lux quatti quatti che cercano di rientrare in Italia alla chetichella, hanno trovato una soluzione geniale per la questione del tampone negativo, certificato, da presentare alle autorità italiane. Esiste un’app, di cui si compra il tempo di un infermiere, probabilmente, che fa le foto e valuta il video di un tampone autosomministrato. Così, prima loro che partono, e poi anche tutti i Noicinque, si mettono in bella vista con le meglio luci a disposizione per mostrare il passaporto, scattare un selfie, scrivere una sigla segreta e univoca sulla cartina del tampone e caricare video e immagini che, a seguito di valutazione di correttezza, ricevono un certificato.

L’itinerario previsto per domani costa caro, comincia parecchio presto, tocca cinque aeroporti in mezza Europa e speriamo li faccia rientrare a casa.

I progetti di rientro oggi hanno visto la mattinata dedicata alle conversazioni con l’assicurazione e l’acquisto di un numero di biglietti separati, insieme, youth, collegati eccetera, e il pomeriggio dedicato al video making del test e alle comunicazioni alle scuole: c’è chi sarebbe in quarantena da positività ma senza documenti, chi potrebbe stare a scuola ma in realtà sarà su un aereo e chi sarà a casa in mezza quarantena perché la sua ultima vaccinazione ha più di 4 mesi.

Il sudoku extreme comprato per ingannare le ore non è nulla, al confronto.

Lei, nel frattempo, dichiara: ‘Ho finito le mutande’. Giusto in tempo.

sabato 8 gennaio 2022

DAY 2

Un hotel costoso, l’impossibilità di uscire ma anche di contattare il centro di emergenza medica norvegese (il telefono di XX non abilitato, gli altri con il credito che si asciuga peggio che alla roulette), l’etica di mettere un numero a pagamento come riferimento della emergenza medica norvegese. Il bucato della biancheria, le mille telefonate all’assicurazione, alle linee aeree, al cuginone FFF, fatto sbarcare anche lui o torto collo ma senza segnalazione alle autorità, i confronti con Lux, anche lei scaraventata giù dalla nave. Il check in di chi riesce a partire come FFF, le video all con le nonne che si incastrano e si incrociano anche a distanza. Le ragazze tranquille, ognuna persa per i fatti suoi. La cucciola grande che sembra stare bene con un po’ di tosse al di là della porta che non si può varcare. Si ordina la colazione che faccia da brunch, c’è chi legge, chi finisce i sudoku, chi riceve la ricerca di scienze di gruppo che non potrà esporre a scuola con gli altri, chi chiama a perdifiato, chi prova ad allenarsi dopo aver eliminato la brandina microba, chi chiama la TIM per la questione del numero inaccessibile e apre un disservizio, chi riceve messaggi di affetto e chi li manda, chi fa il conto dei positivi in classe e chi cerca di interpretare la lingua etrusca in cui sono scritte alcune circolari della scuola che riguardano le procedure Covid. C’è chi fornisce i numeri dell’ambasciata, chi quelli del console della municipalità, chi promette il vocabolario di greco online per la DAD.

venerdì 7 gennaio 2022

THE BLAST

Il viaggio degli imprevisti cominciato con Lux che sbaglia aeroporto e poi lo risbaglia e parte con un itinerario completamente differente, sviluppatosi con effrazione per dormire in una casetta di altri, culminato con il furgone mezzo ribaltato nella neve e recuperato con abile mossa del minuscolo, ma ottimamente piantato nella neve, carrettino attrezzi, raggiunge il suo culmine a bordo della nave Hurtigruten, in servizio da Svolvær a Bodo il venerdì sera. Per policy della compagnia navale, all’imbarco si fa un test rapido ai passeggeri. Il test è fatto come controllo, basato sul nome di battesimo scritto su un post it giallo e fatto in una delle cabine del ponte basso. Si rimane in reception ad aspettare il risultato, e quando la cucciola grande viene richiamata dalla solerte infermiera bionda, nessuno vuole credere. Nessuno crede che si stia per sviluppare una magnifica ed ineguagliabile entropia. A base di: la cucciola grande risulta positiva, le rifanno il test che è di nuovo positivo e lei vieneimmediatamente chiusa in una cabina del ponte inferiore. Chiusa. Non la vede più nessuno.

Si presenta il comandante, elegante nella sua uniforme dai bottoni dorati, che spiega che tutta la famiglia deve scendere. Poi saranno affari del dottore, loro devono sbarcare graze. E la cucciola grande? No, lei sbarca solo dopo, molto dopo, per non incrociare nessuno. Ma scusi, sono quasi le nove di sera? Ah, il sistema medico vi ha prenotato un albergo. Adesso dico quale: può essere quello lì o questo qui. Ah, si, è questo qui. (No, salta fuori che è quello lì, comunque la prenotazione è stata fatta in modo misterioso e nessuno capisce nulla).

Alla reception ad un certo punto vengono allontanati come lebbrosi, nonostante tutti i noicinque indossino mascherine FFP2 inesistenti nell’arcipelago norvegese. Dopo alcune mezz’ora di negoziazione con l’assicurazione e l’hotel, si installano la cucciola grande in una stanza e gli altri NoiQuattro nell’altra, non senza qualche attimo di puro pathos quando la microba si è chiusa a portafoglio nella brandina o alla reception hanno dichiarato che no, la cucina era chiusa e non si poteva mangiare nulla.

Così, dopo la giornata più brillante con il sole che danzava per qualche attimo sull’orizzonte tingendo il mare e i monti di un rosa barbapapà difficile a credersi, punteggiato dalle aquile di mare che si sono lasciate ammirare da vicinissimo - con annessa sea-sickness microba nella sciarpa - ecco l’esplosione dell’imprevisto in tutta la sua deflagrazione. La positività e l’isolamento nel remoto arcipelago norvegese. Ne è valsa la pena, però.

giovedì 6 gennaio 2022

LA BEFANA VIEN DI NOTTE

Le ore di buio sono lunghe, si ha l’impressione, di fatto si vive, di notte. Così oggi, tra un fiordo, la spiaggia più lunga delle Lofoten a Romberg, il paesino caratteristico di Nusfjord e il campo di calcio più suggestivo del mondo costruito su uno scoglio di Henningsvaer, circondato dal mare da tutti i lati, Lux racconta. Racconta le storie della befana di montagna, di Eufemia che era bella e si innamora del riccone e poi qualcuno la spaventa mentre lei lava i panni, c’è una cugina che fa la spiona e l’acqua bollente del bucato, e insomma, il giorno della befana si dice Gabinatt e si risponde  sutt la coda del gatt, noto animale stregonesco.

mercoledì 5 gennaio 2022

BIANCO, BIANCO E BIANCO

Oggi è giornata di gita. La destinazione è un passo da cui si dovrebbe godere di un pazzesco panorama montano e innevato che si apre da una parte su una spiaggia e dall’altra parte sull’altra.

Il tempo, oggi è bianco. Bianco di neve, di bufera, di vento e di ghiaccio. Ma la gita si può fare lo stesso, siamo bene attrezzati.

Anche la strada è bianca, e appena prima di arrivare alla partenza del trekking, il dislvello è bianco, la neve è scivolosa e bisogna procedere a zig zag e nel corso di uno zig, o di uno zag, il furgone si inclina fuori strada, non ribaltandosi per un soffio.

La BigFamily sbarca, scarica e bagagli e guarda sconsolata il furgone incastrato sul ciglio della strada con due ruote sollevate.

Lux, per non avere addosso troppi occhi preoccupati, li spedisce a fare la gita ‘seguite il sentiero, (bianco anche lui) è facile’, e si dedica alla ricerca dei soccorsi.

La dama bianca è quasi invisibile nella remosta strada colpita dalla bufera e indossa il gilet giallo, catarifrangente e visibile da lontano. Peccato non passi nessuno per vederlo.

Si incammina verso la fattoria più vicina, abitata da una coppia di anziani norvegese-parlanti. Cerca di farsi capire usango google translator, il vecchietto non vede perché non ha gli occhiali, ogni parola viene screenshottata per ingrandirla…ad un tratto sulla strada sferzata dalla bufera compare un trattore, che fornisce un biglietto da visita del soccorso stradale. Chissà a quanti è già successo di essere traditi da tutto quel bianco.

La BigFamily nel frattempo ansima su un sentiero innevato, affonda nella neve soffice o spera di avere un buon grip dei ramponi sul ghiaccio. Ci sono rocce da scavalcare, stalattiti di ghiaccio enormi e una volta arrivati al passo si apre la meraviglia di uno scenario alpino, un doppio mare, cristalli di neve e perfino un po’ di sereno, la bufera si quieta.

Lux li chiama per assicurarsi di non disperdere il gruppo, loro scendono e la bufera si rianima, insieme aspettano il soccorso. Si palesa, dopo poco, un mezzo giallo, delle dimensioni di un ape car, guidato da un tranquillo e mingherlino soccorritore vestito di giallo.

L’ape di soccorso guarda il furgone, si puntella con dei perni nella neve, attacca un cavo al furgone e comincia, lento ed efficiente, il suo recupero.

La BigFamily versione umarell commenta che non è possibile, pesi, angoli, leve sono tutti sbagliati. Invece dopo dieci minuti il furgone è libero e non sembra avere riportato danni.

La gita in solitaria, l’avventuroso recupero hanno reso questa una giornata memorabile.


lunedì 3 gennaio 2022

ANCHE SE NON C’È FUSO ORARIO…

Lux, che da Oslo era partita prima, accoglie la BigFamily nel minuscolo aeroporto di Bodo con un furgone taxi guidato da un inedito magrebino. Il primo assaggio di Norvegia è proprio solo un assaggio, si dorme qualche ora (ma non troppe) perché il volo successivo, quello finalmente per le isole, parte comodamente alle 4.50 della mattina successiva. Ci si chiede che cosa mai andranno a fare, i pendolari del lunedì con un bimotore leggerissimo alle 4.50 del mattino quando i primi raggi di luce non si vedranno prima di mezzogiorno.

Atterrati sotto una bufera nella pista costruita sul mare, meno male che era buio e non si vedeva, alla BigFamily viene concessa ancora qualche ora di sonno in una casa affittata per l’occasione. Essendo però l’alba, il padrone di casa non aveva messo a disposizione le chiavi dove avrebbe dovuto e i sette si ritrovano a dormire in una casa vicina, non loro, senza acqua ne riscaldamento (reato di effrazione, in effetti). Ma i letti hanno fatto il loro dovere. Quando albeggia, circa verso le undici del mattino, si cominciano a vedere i magici profili delle montagne di neve che si tuffano a picco nel mare, e sono tutti già innamorati di questa magia.

A completamento del viaggio dalle notti turbolente, appena auguratisi la buonanotte, tutti in branda in pigiama nella casa di fronte al mare, ecco che l’energico bussare alla porta non lascia dubbi: ‘l’auroraaaa!’. Così escono, chi in pigiama, chi un po’ più vestito, tutti con i ramponi ai piedi per stare stabili sul ghiaccio e con le batterie di scorta delle macchine fotografiche. Il cielo regala una girandola veloce e le strisce di colore tra una nuvola e l’altra. E il viaggio si qualifica come ufficialmente meraviglioso.


domenica 2 gennaio 2022

PARTENZA COL BOTTO

La sveglia suona alle 3.45, YY si era alzato comodamente alle 3.30 perché sveglio da un po’. Le valige sono pronte da ieri, speriamo ci sia tutto. Arrivano due taxi, al posto di uno grande, che raddoppia la spesa per l’aeroporto. Qui ci si trova con in cuginone FFF, sempre sorridente, come è bello vedersi, e sua simpatica e brillante moglie Anri. La coda al check in è chilometrica, una tesserina color oro un po’ scaduta velocizza le operazioni. Intanto ci si chiede ’Lux, dove sei?’ ‘Sto arrivando, ho ciccato aeroporto.’

Lux è alla Malpensa, il check in a Linate chiude in venti minuti. XX tenta di ritardare di qualche secondo l’inarrestabile chiusura, niente da fare. Lux non parte, almeno non con i voli programmati.

Di tutti gli imprevisti possibili, tra la roulette dei tamponi, gli ottomila voli cancellati ieri, il nome sbagliato di YY sul biglietto…ecco, di tutto quello che ci si poteva aspettare, questo era davvero il più impensabile avvenimento.

Lux ha corso come una pazza, non c’è stato nulla da fare. L’aeroporto è stato rinnovato, pare ora di sia una biglietteria unica, lei riesce a trovare un biglietto che parte dall’aeroporto di prima. Ci si vede a Oslo, prima di fare l’ultimo salto.

Così, neve e nebbia fuori, legno chiaro e un mucchio di gente dentro, la BigFamily e Lux si incrociano, per caso tra la folla, all’aeroporto di Oslo. Lei prende un volo prima, loro tentano di ridurre le sei ore di attesa, intanto bisogna fare dogana con le valige, come se la Norvegia fosse uscita dagli accordi di Schengen nella notte. La questione del tampone all’ingresso, poi, è quasi esilarante. Si inquadra un QR code che porta ad una pagina di registrazione, due volte su tre non arriva la validazione del telefono, una volta in coda una signora con pettorina gialla dell’aeroporto grida a tutti che chi è arrivato con volo Lufthansa non deve fare la coda per il test lí, Ma piuttosto andare a recuperarsi le valige. Pazienza se non siamo all’aeroporto di destinazione e le valige hanno scritto invece proprio quello sull’etichetta. E il test? Seguire le indicazioni gialle, scendere le scale, seguire le altre frecce gialle…’No, qui il test non si può fare.’ ‘Scusi, Ma ci siamo registrati, da su ci avete mandato giù, e le valige, eccetera…’ ‘Vabbè, il test lo potete comprare in farmacia e lo fate a casa. Entro 24h.’ ‘Aspetta…quindi è un test autosomministrato? E i risultati?’ ‘Nooo, non importa, solo se esce positivo dovete prenotare un antigenico.’ ‘Boh…quindi il test dove si compra?’ ‘ In farmacia.’ ‘Ah, ecco la farmacia dell’aeroporto. Avremmo bisogno di comprare dei test covid per autosommin…’ ‘Eh, peccato, li abbiamo appena finiti.’ Quindi? Con tutta la buona volontà del mondo, la BigFamily segue altri due percorsi per i test, uno a pagamento, uno con una registrazione barocca, e alla fine decide che avendo tutti un tampone negativo, allora vabbè, se i norvegesi si fidano, si fidassero. E prendono il volo successivo.


sabato 1 gennaio 2022

TRE ORE E DICIASSETE MINUTI

A completamento del papeleo del giorno precedente, e per partire con quel pizzico di serenità in più, i Noicinque decidono, nel primo giorno dell'anno, di fare un test covid di sicurezza. Negli ultimi giorni, nelle ultime ore si sono susseguite le notizie di amici, e parenti vicini e vicinissimi positivi o in quarantena - davvero un miracolo pensare di essere rimasti, per ora, in una bolla immune. E' infatti saltato il Natale con il nonno GG (la fisioterapista che andava a domicilio era risultata positiva), saltato il Natale con lo zio PP, positivi e malati vari tra grandi e piccini. L'amica preziosa SJ, in quarantena dal giorno prima di Natale, il prezioso Potts, positivo appena dopo. Insomma, nella cerchia ristretta di amicizie dei Noicinque non si riesce a pensare a qualcuno che non sia bloccato. Dunque, azzerati i contatti con l'esterno (auto quarantena preventiva), YY si arma di santa pazienza e un po' di ottimismo e verso le dieci del primo giorno del nuovo anno si mette in coda alla farmacia sempre aperta, quella che fa i test senza appuntamento. La coda è lunga, ma soprattutto, quasi immobile. Dopo circa un'ora e mezza anche gli altri Noicinque lo raggiungono in coda, in un serpentone che si sviluppa disordinato, qualcuno ne esce per fumare senza mascherina, molti sono al telefono e raccontano agli amici la via crucis dei tamponi. Nella via anonima, secondaria e normalmente deserta transitano un mucchio di auto in esplorazione, alla ricerca di un tampone in tempi non biblici, che studiano quanto è lunga la coda.

Dopo tre ore e sette minuti arriva il loro turno. Hanni i piedi gelati, le mani anche come probabilmente tutti quelli che sono nella coda con loro. Dopo altri dieci minuti, ecco i risultati, tutti ok. Nell'attesa, intrattengono conversazione con gli umarell riadattati, che in assenza di cantieri si chiedono che cosa ci fa tutta quella gente in fila. Ma cos'è, non ce l'hanno il green pass? No perché lui si, ce l'ha anche di carta che così è più sicuro. Ma allora, tutta la fila è per andare a lavorare? 

No, signore, almeno per loro, è per tentare di andare in Norvegia.