mercoledì 28 gennaio 2015

THE BLIZZARD

Strano paese, gli Stati Uniti. Tutte le volte che a XX capita di capitarci, tale convinzione si rafforza. Che è successo questa volta? È successo che a tarda sera, la vigilia della partenza, XX riceve un messaggio tranchant della sua collega statunitense che dice più o meno così: "attesa la tempesta di neve del secolo, spero il vostro volo riesca ad atterrare, quando arrivi chiamami perché tutta la logistica è saltata, atteso oltre mezzo metro di neve." Ah, perfetto. Il volo invece è in perfetto orario, atterra con dolcezza su una pista bianca di neve perfino all'immagration ora ci sono le macchinette e non si fa più tanta fila, i bagagli arrivano presto. Soltanto che fuori, fuori dall'aeroporto, imperversa una tempesta di neve davvero violenta. L'aeroporto viene chiuso appena dopo l'arrivo del volo da Milano, il sindaco di NYC sta chiudendo tutte le strade e i taxi non ci sono. Tempo d'attesa previsto per trovare un taxi circa due ore, in fila sotto la bufera, con il coprifuoco che incombe. In realtà le ore d'attesa sono state soltanto una e mezza, XX ha trovato un taxista disposto a portarla in NJ - cosa per nulla scontata data la situazione delle strade e della neve, lo stato di emergenza, che qui vuol dire che nessuno ha il permesso di circolare, e le gomme da neve sconosciute.
La logistica di tutto il viaggio è comunque saltata e XX è rimasta prigioniera di un albergo in NJ con vista autostrada deserta per tutto il giorno seguente. 58 milioni di persone impossibilitate a muoversi per ordine delle autorità. Non sembra ancora un po' far west? Considerando poi che la tempesta era stata sovrastimata, almeno in alcune zone del NJ, dove di neve ne è caduta non più di qualche centimetro. Strano paese, gli Stati Uniti.

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