domenica 29 maggio 2022

PORTA APERTA

Ne avevano parlato diffusamente, dell’emergenza dei profughi dall’Ucraina, riflettendo sul se, sul come, sarebbero stati disponibili ad aprire la porta di casa. Hanno partecipato a seminari informativi, hanno diffusamente discusso sull’ennesima potenziale riorganizzazione della geografia di casa - si trova una soluzione che coinvolge l’appoggio incondizionato della nonna MM, che avrebbe ospitato la microba che a sua volta sarebbe stata disponibile a mettere la sua camera a disposizione.

Nulla succede per qualche settimana - durante la quale XX ritiene di combattere la sua personale battaglia contro il sistema e chiede, in situazione emergenziale come quella legata all’esodo dallUcraina, di accordare del tempo libero ai dipendenti che si impegnino nell’accoglienza, in assenza di regolamentazioni nazionali più strutturate. La speranza era di scardinare le regole aziendali ed ottenere un impegno su scala globale; ottiene una mezza vittoria perché del tempo viene accordato a lei, non potendo la società, che ha anche sedi in Russia, prendere posizione diversa da un’algida neutralità. Meglio di niente. Nel frattempo, attraverso un canale diverso, viene lanciato l’allarme: ‘ho con me Ollè, che è arrivata da Kiev ma lei è di Odessa, ma devo lasciare casa mia per due settimane. Dove la posso mandare?’

XX ne parla di nuovo in famiglia, l’unanimità allargata che comprende il sostegno della nonna MM è chiave in questa decisione, e si dicono che si, ok, Ollè può stare da loro, nella stanza microba, quella con il letto alto comodo solo per le scimmie e la coperta di pelo di pecora sulla sedia della scrivania, anche con trenta gradi.

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