martedì 16 ottobre 2012

JO'BOURG, ZA

Questa, per XX, é un po' diversa dalla solita trasferta. Un po' perché la destinazione é di quelle ambite, rare e preziose, di quelle che fanno un po' invidia: Jo'bourg, Johannesburg, Sud Africa. Un po' perché, a differenza di molte altre volte, in questo caso i dati che XX ha da presentare sono sotto forma di poster, non di lecture, quindi per una volta assiste alle conferenze mentre gli altri parlano. Un po' perché a Jo'bourg ci tornerà tra appena due mesi in vacanza, con tutto il resto dei Noicinque (e non vede l'ora).
In queste poche ore, di questa patria così variegata é stata accolta da:
- un elefante di perline a grandezza naturale che campeggia in una sala dell'aeroporto con zanne, orecchie e tutti gli accessori sempre di perline;
- una fila più che chilometrica al controllo passaporti che le ha richiesto oltre un'ora per uscirne;
- una popolazione che parla correttamente un ottimo inglese, ma talvolta non si capisce niente;
- una serie di ruspe ora rosa, ora gialle, ordinatamente disposte appena fuori dall'aeroporto allineate e sonnacchiose;
- un'autostrada con guida a sinistra su cui sfrecciano rapide auto tedesche accanto a lenti camion che trasportano terra e persone, tutti insieme sul pianale posteriore.
La quotidiana comunicazione con casa ha raccontato a XX invece di perline infilate a collana, non a forma di elefante, di lezioni di ginnastica e pianoforte frequentate con diligenza e di una monella microba che pare essersi nascosta in giardino con il suo amico Potts alla scuola materna, attività per la quale ha subito un non meglio identificato castigo di durata incerta, peraltro (che dunque potrebbe durare anche domani e poi chissà). La serafica nonna MM ha commentato che forse, anziché nascondersi, i microbi non avevano sentito il richiamo delle maestre. XX pensa invece che si stessero nascondendo. A tre anni, alla scuola materna, ridendo come matti. La microba naturalmente nega qualsiasi addebito.

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