venerdì 17 ottobre 2014

MASSIMO, CIAO

È poco il tempo che ho per cercare nel cassetto dei ricordi gioiosi e felici, renderli vividi per poterli condividere, dunque proverò a tracciare un ricordo di Massimo con l'aiuto delle immagini, quelle che ritornano alla mente ora cariche di malinconia.
Il mio sarà un ricordo parzialissimo di uno zio che ha saputo essere brillante e acuto, giocherellone ed affascinante e che mi ha insegnato alcuni gesti indispensabili nella vita di tutti noi. Come fare la gara e sputare i noccioli delle ciliegie più lontano degli altri, ad esempio, nel giardino della sua mamma.
Il primo sorriso che spunta sul mio viso mentre pesco tra i cassetti dei ricordi è una foto. La foto rappresenta una bambina paciocca e infagotta come una cipolla di circa un anno. In un cestino di quella carta straccia, di quelli che c'erano a Milano alcuni decenni fa, grigi e con una fila di buchini rotondi. ecco: Massimo mi aveva messo, per ridere e fotografarmi, in un cestino nel quale peraltro sembravo stare benissimo. Soltanto un'immagine, che ci racconta con quanta gioia e giocosità sapeva vivere.
Un altro ricordo gioioso di bambina di cui vi vorrei raccontare è la felicità di ritornare dall'asilo con lui sulla sua lambretta su cui stavo, in barca alle più elementari norme di sicurezza, in piedi sulla pedana davanti. E poiché con la sicurezza non si scherza, una volta c'è anche stato qualcuno che ha parte la portiera dell'auto, proprio mentre passava la nostra lambretta, con qualche livido e un ginocchio sanguinante.
Di Massimo ho nel cuore la profonda passione per le barche, il lago, il suo lago, lo sci nautico, le miniature, la storia e la sua profonda conoscenza dei personaggi famosi di cui leggeva avido le biografie, i quadri, la mano ferma e i pennelli fini. E in tempi più recenti il suo essere bambino con le mie, di bambine, e farsi gli scherzi a tavola e giocare con la pastasciutta.
Ho nel cuore i suoi grandi e limpidi occhi grigi o azzurri a seconda della luce, la parlata fornita e brillante che lo ha reso un professionista stimato, lo spirito ironico e affascinante e la grande generosità che si sono trasmessi immutati nel bell'Alessandro. Quello,spirito che purtroppo una malattia crudele ha allontanato da tempo, ma che non è sbiadito nel ricordo di quel che è stato e che ha lasciato a tutti noi nel mostrarci come amare la vita.
Vorrei lasciarti con questa preghiera, caro Massimo: che il tuo amore giocoso per la vita possa essere eredità preziosa per noi che ci stringiamo nel salutarti nella certezza che il tuo spirito sia vivo e vitale in noi.
Ti vogliamo bene.

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