mercoledì 18 maggio 2016

LE 72 ORE DELLA LOGISTICA IN TILT

Viaggiare sta diventando complicato. Anche se questo viaggio, per XX, sulla carta non sembrava nulla di che. Sulla carta. Cominciamo dal principio: XX sfrutta un passaggio di colleghi il lunedí sera fino a Nizza, dove lo studiò della supernonna MM le risulta provvidenziale per passare la notte dopo aver ricevuto dalla padrona di casa un brief con i fiocchi che riguardava la luce, l'acqua, il riscaldamento, la doccia, le lenzuola, il frigorifero e le tapparelle. XX ha sognato per un attimo di ricevere analogo brief per far funzionare, o far smettere di funzionare, i condizionatori di certi hotel americani.
La mattina seguente, dopo aver puntigliosamente richiuso tutti i possibili rubinetti, contatori e riscaldamenti, esce di casa alle otto del mattino sotto un sole caldo ed estivo e davanti ad un mare che pare dipinto per prendere il bus alla volta della stazione. Da qui conta di prendere un treno per Aix en Provence dove incontrerà con precisione quasi chirurgica le colleghe in arrivo da Parigi. La prima sorpresa è che IL collega di Parigi, quello garbato che alla guida si trasforma in mr Hyde, dà forfait a metà della notte, causa la sua bimba piccolissima con laringospasmo. Pazienza. Ce la si cava anche senza di lui. XX aspetta il bus per la stazione una buona mezz'ora. La fermata mano a mano si popola ma di bus nemmeno l'ombra. Controlla su internet dove sono i taxi, trova un parcheggio non lontano che è sfortunatamente vuoto. Chiama il numero indicato, le assicurano che in taxi arriverà in cinque, dieci minuti al massimo. Dopo altri venticinque impazienti minuti richiama per trovare la linea sempre e solo occupata. Quando, passata mezz'ora di frenetica attesa, un altro operatore le risponde che manderà una macchina in dieci minuti, si fa largo dentro di lei la consapevolezza che il treno sarà impossibile prenderlo. Chiama le colleghe in arrivo da Parigi che con un sistema di geolocalizzazione le suggeriscono il luogo più vicino per affittare un'auto: la stazione. Bagagli addosso, di buon passo, si reca a piedi verso la stazione. Qui, dopo aver atteso un tempo infinito per l'auto prima di lei, finalmente affitta una piccola utilitaria di cilindrata ridicola che mal di adatta alla spregiudicata guida della Francia del sud. Senza fermarsi percorre i 250 km che la separano da Aix en Provence per raggiungere la stazione proprio all'arrivo delle colleghe parigine. Dopo la riunione, restituiscono l'auto, la cui aria condizionata non funzionava, con tante scuse ma neppure uno sconticino, e saltano su un altro treno veloce alla volta di Parigi.
Il giorno dopo XX si fa trovare all'alba o quasi nell'ufficio di Parigi per collegarsi con i nuovi sistemi di meeting virtuale ad una riunione con Milano. Il pomeriggio con i colleghi francesi l'ennesimo incontro e poi, finalmente, all'aeroporto per rientrare. Il volo parte puntuale ma all'ora di arrivo il comandante informa i passeggeri che all'aeroporto di Linate ci sarebbe stato un piccolo incidente, nulla di grave (...), ma l'aereo non ha abbastanza carburante per aspettare che riaprano la pista. Quindi sceglie di atterrare alla Malpensa.
Dopo l'atterraggio nella provincia di Varese, quando tutti i passeggeri stanno cercando di organizzare un ritorno a casa che speravano diverso, dal microfono la voce del comandante infoma i passeggeri che no, non si può sbarcare, l'aeroporto non è attrezzato per l'assistenza allo sbarco del loro volo. Dunque rifaranno carburante, il piano di volo, e in circa mezz'ora ripartiranno per Linate. Tempo di volo, otto minuti. Numero di persone che hanno volato tra i due aeroporti su un volo di linea negli utlimi due anni, quelle del volo di ieri.
Settantadue ore di logistica in tilt.

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