martedì 15 agosto 2017

FEDERICO, FILOSOFO

Come in tutti i posti di mare in cui la montagna si affaccia direttamente nell’acqua salata, la Ligura non fa eccezione: anche qui si contano spiagge risicate e scogli appuntiti che sembrano essere stati gettati in mare da mano sapiente con l’intento di sfidare passanti e bagnanti, quasi dicendo: “Io sono qui, guardiano di un mare turchese e cristallino. Sarai così ardimentoso da arrampicarti sui miei spigoli taglienti e, una volta in cima, tuffarti a godere di un mare trasparente e chiaro? Sono qui, ti aspetto...”
Oggi le cucciole hanno raccolto la sfida. Con manovra di avvicinamento si sono cimentate, con le inseparabili amiche del mare Ele e Tins, in tuffi da mezza costa, salendo di una spanna per volta come capre di montagna per tuffarsi ogni volta da un po’ più in alto. Sopra tutte, Federico. Un filosofo dodicenne, habitué della spiaggia, che dopo qualche tuffo di riscaldamento si fermava sulla sommità dello scoglio, a guardare il mare con la sapienza di un nostromo, a scambiare qualche parola con gli aspiranti tuffatori e ad esercitare il ruolo di motivatore esperto verso i tuffatori titubanti. Che, a ben guardare, un po’ di ragione l’avrebbero anche avuta, a fermarsi quell’attimo in più sul sottile confine tra paura e coraggio: nove metri di altezza, un volo in veticale e sotto, un po’ sotto il mare, un sacco di scogli ben visibili nell’acqua trasparente.
Qualcuno ha bisogno di più tentativi per aggrapparsi al suo coraggio. Dopo un po’, il meccanismo si è oliato, il filosofo ricomincia a tuffarsi anche lui e i tuffi si contabilizzano a ventine per volta. A persona.

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