Non si sa precisamente dove, nè a che ora. Ma XX e YY sono chiamati a partecipare alla seconda gara di ippica delle cucciola grande e di mezzo, dopo averle abbandonate al loro destino il giorno prima, quando loro hanno vissuto la loro PRIMA gara. Sì, una cosa da denuncia la telefono azzurro.
Fatto sta che si sono svegliati all’alba, microba compresa, sono partiti all’alba e alle otto di una radiosa domenica mattina si sono presentati in un centro ippico nell’alessandrino.
Un mondo nuovo.
Cavalli altissimi dalle criniere acconciate fresche di piega, con trecce, cucugnelle e copriorecchie (quello intrecciato all’uncinetto dalla cucciola grande in tempo di lock down farebbe un figurone) si nuovono aggraziati al comando di ragazzine eleganti vestite di bianco - che è il colore adatto quando si sta a cavallo da mattina a sera, commenta YY - con divise immacolate e copricap tono su tono. Ci sono camper misti per persone e cavalli lunghi come portaerei, la calzatura d’ordinanza non può che essere lo stivale da cavallerizzo, i tre campi di gara e di allenamento fervono di attività. Alcuni cavalli hanno sulla coda acconciata un fiocchetto rosso, che si scopre vuol dire ‘Pericolo, sono un cavallo pericoloso. Calcio e altro e tu non lo vuoi scoprire.’ Oppure il fiocchetto è giallo, a veicolare il seguente messaggio: ‘Io invece sono un puledro, sembro grande ma sto ancora attraversando l’intensità dell’adolescenza, non fidarti.’
Le cucciole sembrano muoversi fluide in questo mondo nuovo, sono assorbite dai preparativi, in ascolto attento degli istruttori.
Poi tocca a loro, all’altoparlante i nomi di persone e cavalli sono quasi sempre sbagliati, talvolta ci si confonde anche perché i cavalli noti del maneggio hanno alias diversi registrati all’anagrafe equestre.
Sempre l’altoparlante che sbaglia i nomi, ad un certo punto chiama: ‘Chiediamo gentilmente al cavallo Evelyn di andare alla porta.’ Chiediamo al cavallo Evelyn. Così XX e YY si chiedono dove stia davvero la volontà: se prevalgano credito e merito del cavallo o del cavaliere. Alla domanda diretta: ‘Chi decide in che momento saltare?’, le risposte sono nebbiose, sembra che sia il cavallo a scegliere il momento giusto, ma deve andar bene anche al cavaliere.
Questa volta le cucciole saltano ostacoli come grilli, tutti i loro percorsi sono netti e loro sono radiose. Oggi il premio non sono carote ma un calendario di cavalli. I loro avrebbero sicuramente preferito le carote. Alla fine degli impegni, i cavalli sono rimessi su un van enorme color azzurro cielo, un po’ sgarrupato anche lui, le cucciole anche, compresi i bagagli microbi di lei che stavolta, anche senza Potts, torna a trasformasi nella bucolica anima che è.
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