sabato 7 novembre 2020

I TUOI SEDICI ANNI

Sedici anni, oggi. Potrei ripensare a quella mattina presto di sedici anni fa, quando sei arrivata inattesa, come tante delle tue cose sono arrivate inattese. Questa giornata invece è un segno. È il segno di questo tempo sospeso, chiuso tra le mura di casa - più facilmente dalle geometrie oblique e limitate della tua stanza, da cui esci di rado - con la finestra virtuale sul mondo, sugli altri, che del mondo e degli altri racconta non abbastanza. 

Ne abbiamo parlato un pochino, di questo tempo (il fluire delle tue parole rimane sempre piuttosto essenziale, in un’eredità che non posso non ricondurre alle parole essenziali di YY), ho capito che sei resiliente, non per dote ma per necessità. ‘Me ne sono fatta una ragione’, hai detto. Della didattica a distanza, del non potersi vedere ed ed abbracciare e raccontare fitto con le amiche (talvolta perfino la tua essenzialità viene meno), del non arrampicare, non andare a cavallo, non uscire se non in quei pranzi brevissimi e clandestini alla ‘Taverna della nonna’. Te ne sei fatta una ragione, la resilienza è piena di proverbi: di necessità virtù, e allora via a cercare tutti i lati positivi del tempo chiuso: si guadagna una mezz’ora buona di sonno ogni mattina, niente spostamenti, tempo risparmiato. 

Eppure. Eppure il mio cuore si stringe, a pensare che a sedici anni si cresce e la personalità si forgia anche, se non soprattutto, grazie alle interazioni con i pari. La musica scelta durante l’adolescenza sarà quella che rimane più profondamente nei nostri cuori, e talvolta la scegliamo o impariamo ad apprezzarla per un ascolto casuale dal compagno di banco. Così come tanti altri aspetti della personalità in formazione.

Così, da genitori, non sappiamo bene come fare, e forse non si deve neppure fare niente, perché i tuoi genitori, oggi, rappresentano gli antagonisti. E sono invece i compagni, gli amici, i pari o i leader che scegli (me ne vengono in mente un paio e la dama bianca è in cima alla lista) a crescere con te e in te.

Insomma, in un compleanno chiuso mi vorrei stringere a te, ma forse è invece di spazio che hai bisogno. Di quello spazio fisico che non si riesce ad avere, di quello spazio privato indispensabile alla tua età ed invece popolato dagli altri Noiquattro, anche loro chiusi nella stessa casa. Siamo fortunati, ad averci. E ad avere una casa con qualche spaziuccio ognuno il suo, anche se ci si sente attraverso i muri e ci si indovina attraverso le porte. Così siamo stati vicini ma non troppo e tu hai sorriso, ritrovando (forse) una famiglia che cerca di fare il meglio e in cui ogni tanto, in questa novella reclusione, sembra troppo stretto stare.

Buon compleanno chiuso, cucciola grande. Che sia chiuso soltanto per poco e che il tuo cuore sappia restare aperto al mondo.


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