martedì 24 ottobre 2023

COSE NUOVE

Nel suo lavoro, i posti dove XX va sono ormai quasi sempre gli stessi. Quasi. Perché oggi, in un momento in cui il mondo è in fiamme, è arrivata in un paese inconsueto, meno battuto dalle rotte internazionali: il Pakistan.

La prima impressione è che mezzo paese fosse nel finger dell’aereo all’arrivo: erano in 23, con maglietta gialla fosforescente che è la divisa di chi lavora in aeroporto, molti con una sedia a rotelle piegata e pronta ad aprirsi per accogliere qualcuno. Sono le tre del mattino e lo sbarco è affollatissimo.

In questa prima giornata è stata portata in giro da mister Shabbir, la barba più lunga che si sia mai vista, perfino più lunga di quella finta di Babbo Natale.

Mister Shabbir emana tranquillità, pace e serenità; riceve una telefonata via l’altra, l’unico gesto che fa è mettersi un auricolare senza fili che porta al collo, nascosto dalla lunghissima barba, e parla, lavora, rassicura, convince, e tu non sai mai davvvero se parla al telefono o con i presenti.

Quando in Italia si parla di Pakistan, il sentire comune rabbrividisce al ricordo della tragica uccisione di Saman da parte della sua famiglia, pakistana, perché la ragazza aveva rifiutato un matrimonio combinato. Quindi, quando XX è partita, l’ha fatto con il peso di questo pregiudizio.

Invece. Invece quello che XX ha trovato è un paese curioso, è vero che molte donne hanno il capo coperto ma il volto scoperto. Le pubblicità ricordano molto le immagini di Saman in Italia, e la tradizione sembra mescolarsi con un’idea di modernità non demonizzata.

Al momento ci sono i mondiali di cricket, lo sport nazionalissimo, e il cielo ci scampi se si perde contro l’India.

Animali avvistati: numerosissimi asini e somari che tirano carretti, bufali, mucche e vitelli, un cammello sul guard rail della tangenziale, dei cavalli altissimi da polo.

In Pakistan si guida a sinistra come in India ma il traffico sembra meno congestionato. Le strade sono rese allegre dai camion che sono dipinti di tutti i colori, delle vere opere d’arte. Ci sono moltissime moto che portano un numero variabile di persone (XX ne ha contate 5 sulle stesse due ruote). La lingua ufficiale è l’urdu, che si parla come l’hindi e si scrive come l’arabo. Per esempio, mister Shabbir conosce l’arabo scritto ma non parlato. Che misteri.

Al lato della strada un venditore di enormi orsi di pezza ne ha ammucchiati una dozzina esemplari color fuchsia in un insolito girotondo accanto a un palo, al centro di una rotonda. Gli orsi di pezza hanno le dimensioni dei bambini delle elementari (inoltrate) e la visione dell’ensemble risulta piuttosto surreale.

Sulla banconota da 500 rupie pachistane campeggia l’immagine verde del fondatore del Pakistan, che agli occhi occidentali sembra un elfo dei boschi del Signore degli Anelli.

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