venerdì 24 maggio 2024

CLACK!

XX è in una di quelle trance logistiche nelle quali spera di aver ottimizzato tempi e attività. Rientra da Parigi, ma direttamente nell’oltralpe della nonna MM, dove la attende un appuntamento amministrativo improrogabile. Così approfitta della casetta della nonna, che è sempre bello stare lì, anche se si battaglia con il Wi-Fi perché non ci si riesce più ad attaccare tanto facilmente alla rete dell’hotel di fronte, vabbè, userà i dati. E poi c’era la scelta del ritorno, treno, ma con due cambi e non si infila con gli orari delle call già programmate…proviamo il bus, che non ha cambi e ha il Wi-Fi a bordo, per le call. Così esce di casa, la valigia, la spazzatura, ho chiuso tutto, la porta fa clack e…le chiavi sono in casa. La porta è una di quelle che quando te le tiri dietro, o hai le chiavi o non entri più. E infatti. Prova inutilmente a chiamare il fido guardien, che naturalmente non risponde. Chiama la nonna MM spiegando il fattaccio ed esponendole lo scenario del ‘io devo andare che sennò perdo il bus e tu chiami il guardien dicendogli di venire a chiudere…’, lei suggerisce di citofonare a questa entità onnipotente di guardien. Così dopo tre belle citofonate energiche, finalmente lui risponde, apre la porta con le sue chiavi e salva la situazione.

Se solo fosse finita qui.

A quel punto XX è un po’ in ritardo per il bus, che si prende in un remoto e desolato parcheggio bus come solo i parcheggi bus sanno essere desolati e remoti, e il bus non c’è, perché è in ritardo pure lui. Poi arriva, guidato da un autista già parecchio arrabbiato per motivi suoi, che guida come al Camel Trophy, e infatti sembra di essere su un cammello. Il bus accumula sempre più ritardo, il mitologico Wi-Fi di bordo è, appunto, solo mitologico. Poi ad un certo punto il bus si rompe un po’, fa un certo rumore che insomma, ci fermiamo all’area di servizio e nel frattempo cambiamo bus. XX ha tentato inutilmente di scrivere qualche mail, ma sul cammello non era semplicissimo. Grazie alla guida tranquilla più di un passeggero sta male e si aggira tra sedili con sacchetti vuoi e pieni, le call sono quasi tutte un po’ spostate e al momento della migrazione di bus lei sta discutendo in francese dei recentissimi dati di ricerca sul cardo. Quando non è in call, chiacchiera con un bizzarro regista di Dubai che ha fatto un cortometraggio su un piccione e un bambino, non ha capito benissimo. Arriva all’altrettanto desolato e remoto parcheggio bus di Milano con oltre tre ore di ritardo, tre call ancora da fare in un venerdì che no, diciamo, poteva andare meglio.

Nessun commento:

Posta un commento