Accade questo. Mi sono trovata, quasi mio malgrado, radicata in un punto di vista dischiuso con l’ultimo corso della nostra classe alla scuola speciale, quella che ti cambia il modo. Di vedere il mondo, te, gli altri. È accaduto alla mostra di Dolce e Gabbana che si sta chiudendo a Milano, ‘Dal cuore alle mani’. A me, che di moda poco mi interesso per non dire che me ne infischio proprio. Nelle sale di Palazzo Reale si snodano pezzi incredibili, abiti e accessori e gioielli di ogni possibile foggia, creati e decorati con i materiali piu diversi. Dal vetro alle nappe di seta, dalla rete ai ricami in rafia, dalle piume al macramè. Ma non è questo. In ogni sala si rappresenta un elemento di ispirazione, l’opera con i palchi della scala prioiettati sui muri e gli abiti di Aida, Turanot e la Traviata, accanto a molti altri parimenti scenognafici. Ma non è questo. In ogni sala un’esperienza diversa, dal policromatico shock per gli occhi dei carretti siciliani alla sala successiva che celebra il barocco bianco, e allora via di ali angeliche e putti appollaiati sulle spalle degli abiti. Magistralmente costruita. Ma non è questo. E poi ogni sala stimolava più sensi. Musiche diverse, il battito del cuore che subito mi ha portato all’origine con la mia scuola speciale, le luci, i profumi. Ma non è nemmeno questo. Accade che, nel passeggiare tra pezzi di haute couture scelti con cura, sono diventata vulcano acceso, accesissimo. Mi sono entusiasmata nel vedere le mani che rendono fisico il cuore, che lo fanno andare al mondo. E tutte eravate lì con me, ad infiammarci di meraviglia ed entusiasmo per il bello. Accade che raramente mi sono sentita così salda in un punto di vista, e solo il cielo, e noi, sappiamo quanto è balsamo questa bellezza. Senza la mia scuola speciale non sarebbe accaduto, non così.
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