Stessa spiaggia, stesso mare, gli ombrelloni sgarrupati di sempre, il ping pong pure di più ma è divertente giocare lo stesso, le sfide mai finite. Ed è proprio una sfida di ping pong all’origine di questa piccola tragedia: XX e YY, sfidati in doppio, giocano con gli amici Sa e Sì, quelle splendide persone con cui condividono un occhio sul mondo teen accurato e talvolta sfinito (lo sguardo, sfinito, non il mondo teen).
La partita finisce, la giornata è calda, Sì propone una doccia, gli altri tre ribattono dai, facciamo un tuffo invece! L’acqua è bellissima.
La spiaggia di sempre è attrezzata con scalette di metallo e alghe che consentono l’accesso in acqua, ma fa caldo e c’è un po’ di gente che sale e scende. Così Sì va alla scaletta più lontana, comincia a scendere, ha i sandali di gomma, scivola e con tutto il corpo finisce contro il braccio destro, intrappolato nella scaletta. Il braccio si frantuma come un gessetto di scuola, lui grida, qualcuno grida ‘un infarto!’, i bagnini si attivano, lui finalmente esce dall’acqua e quasi sviene dal dolore. Ripensa alla dinamica ed è convinto che gli manchi un pezzo di braccio. Grandissimo spavento per tutti, arriva l’ambulanza, riparte per Lavagna.
Il dolore resterà ancora molti giorni, con un’operazione a cavallo del ferragosto si guadneranno due placche in acciaio di cui andare fieri come Rambo.
In effetti, fare il bagno può essere sport pericoloso.
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