giovedì 27 febbraio 2025

TEEEST

Ci sono quelli della patente, la teoria e le carreggiate e i segnali stradali e lo spinterogeno, che forse non è più tanto di attualità ma bisogna saperlo lo stesso. E poi, quando quel test l’hai passato, si comincia, ma solo piano piano, a guidare con l’istruttore, che con mamma e papà solo dopo che lui ha detto si e ha certificato sei guide al buio, in autostrada e chissà cos’altro. Una sorta di test interno per permettere di guidare con il foglio rosa, cosa che con la generazione precedente si poteva cominciare a fare a diciassette anni e mezzo il giorno di iscrizione alla scuola guida.

E poi il risiko dei test di ingresso all’università, quello che non lo sai ancora tanto bene quindi meglio farli. In inglese, in italiano, in città e fuori regione. E monitorare le date, e quando escono le date, e quando escono le date per iscriversi alle date. 

E poi quella bizzarra e incomprensibile valutazione dei test invalsi, che se non li fai non ti ammettono alla maturità, ma come li fai non importa a nessuno. E allora, ci si domanda, qual è la motivazione dei diciottenni a dare il meglio, a mostrare che e se la scuola funziona, quando è la loro unica presenza in classe che importa? Sapendo che non esserci quel giorno ha grosse conseguenze, e se hai una malattia rara e non stai bene e hai la febbre ci vai lo stesso, e se hai avuto un brutto incidente in motorino e hai parecchie ossa rotte e non puoi scrivere nè muoverti poi l’ammissione all’esame diventa complicata - entrambi casi presenti nella classe cucciola, ndr - ma poi come rispondi non fa nulla, nulla di nulla. Se non far arrivare al brillantissimo ministro del ‘merito’ un’allerta sulla scuola che non considererà.

E poi ci sono i test dell’esame vero, si fa la simulazione del tema, della versione di latino e anche dell’orale, con gli insegnanti che diventano spietati per preparare i virgulti allo scenario peggiore, quello di un professore esterno spietato.

Stagione di test, questa, che frulla la testa e il cuore.

lunedì 24 febbraio 2025

I COLORI NEL PIATTO

Si cena, a casa Noicinque, con uno di quei bei risotti invernali. La cucciola grande ha un gusto tutto suo, che passa più attraverso la consistenza, la misura di durezza ed elasticità che attraverso i recettori gustativi. E questo si sapeva.

Quello che invece sorprende è come la percezione del gusto, che passa anche attraverso la vista, racconti di un arcobaleno che sembra quello della luce polarizzata.

‘Comunque, questi funghi viola hanno una consistenza strana.’

‘Viola??’

Si, grazie, anch’io bevo volentieri un bicchiere di vino blu.’

No, non é il vino al metanolo del passato. É un vino rosso che all’occhio cucciolo appare blu.

E infatti, il suo cavallo bianco lei lo chiama grigio, in effetti.

Eppure, con la patente il daltonismo lo controllano…

giovedì 20 febbraio 2025

TENEREZZA, QUELLA LORO

Attraversa migliaia di chilometri e fusi orari, attraversa confini e vola nell’etere. In una tarda sera di Mumbai, il telefono di XX si illumina di un messaggio della cucciola grande. La cosa di per se è piuttosto inconsueta, ricevere un messaggio non sollecitato, e che non chiede nulla, poi…. Il messaggio è una foto e dice ‘la foto che ho comprato alla gara’.

Quattro zoccoli robusti e curati, tutti sollevati da terra al galoppo, nell’esatto momento della fine dell’ultimo salto della gara. La coda lunga e bianca e scintillante che crea un’onda sinuosa. Le redini libere che svolazzano nello spazio. Le orecche ritte, coperte di nero dalla protezione dalle mosche, appena davanti al cap nero della sua amazzone. Una manolunga e allungata che accarezza e ringrazia e coccola e riconosce e va giù giù fino ad abbracciare il collo bianco più che può.

È il momento della fine della gara, il momento in cui le due creature insieme sanno di essere stata una, sono una e se lo dicono. Con quel galoppo, quella carezza, quel corpo cucciolo tutto abbassato a diventare ‘grazie’ alla sua mezza tonnellata preferita.

È un’immagine di tenerezza molto speciale e tutta loro, la sua foto della gara.

sabato 1 febbraio 2025

ALTRI RIVOLI, ALTRA BUROCRAZIA

Scena 1: XX in coda in un affollatissimo ufficio postale (è il primo del mese, giorno di pensione…) nel tentativo di ritirare un non meglio specificato pacco dall’estero con dazi doganali.

Scena 2: la cucciola di mezzo a scuola, nel bel mezzo di un’assemblea sulle carceri con testimonianza di un inmate.

La conversazione si svolge su whatsapp.

Cucciola di mezzo: ‘Ciao mamma, stavo guardando come iscriversi al SAT e la prima data disponibile è l’8 marzo ma non ci sono più posti ne a Milano ne a Torino, la sede più vicina è Roma. Iscrizione e tasse costano 111 euro.’

XX: ‘ Ok, domanda: vuoi andare a Roma?’

Cucciola di mezzo: ‘Per fare il test per me non è un problema andare a Roma.’

XX: ‘Prova a guardare quali sono quelli dopo a Milano o Torino, magari se sono vicini puoi fare quelli, se no ti tocca andare a Roma…’

Cucciola di mezzo: ‘Il problema è che quello subito dopo sarebbe il 3 maggio, che secondo me è un po’ troppo in là.’

La conversazione surreale sulla linea ‘posta assaltata da pensionati’-‘assemblea sulle carceri’ prosegue con screenshot delle possibili date, orari dei treni per Padova, destinazioni alternative, reperimento di ospitalità per la notte a Roma, pagamento degli euro richiesti per l’iscrizione sulla carta cucciola per il pagamento dell’iscrizione.

Come spin off, YY riceve la notifica della spesa (che era in dollari), chiama la cucciola per chiedere lumi sul pagamento (sempre in orario di scuola), lei gli risponde via whatsapp ‘sono a scuola all’assemblea sulle carceri, non posso risponderti’.

Analisi del testo: stupisce più di tutto quel ‘il 3 maggio sarebbe un po’ troppo in là’ scritto da una creatura che fa del vivere sul filo dell’ultimo secondo un punto di vanto e una filosofia di vita: perchè farlo prima quando posso farlo dopo, ma proprio dopo dopo, quando sembra non ci sia più tempo? Questo si applica ad ogni aspetto del suo andare al mondo, quando prende (o perde) un treno (cambiano pochissime lettere), quando prende un biglietto per il treno che sta per partire, quando prepara (con risultati brillantissimi peraltro) un compito per scuola nottetempo, quando dichiara cosa farà la sera. ‘Torno a cena’, poi chiama e avvisa che non torna.

Così ‘il 3 maggio mi sembra un po’ in là’ si legge come una radiosa eccezione al vivere all’ultimo minuto, oppure sarà il segno di una transizione verso una più prudente gestione delle scadenze? Nel frattempo lei resta signora del tempo, del suo tempo.