Giorni pieni pieni questi. Pieni pieni, si penserebbe, di ripassi, di scuola, di mappe concettuali, collegamenti, che la maturità è fra poco.
Sono giorni pieni, questi, si, ma mi sembrano pieni di altro, che forse nemmeno so. Giorni pieni di organizzazione, di feste, di balli, di scuola guida, di celebrazioni.
Ieri sei stata alla festa della scuola, che iniziava alle sei di sera e come alla scala poi chiudevano le porte, meno male che la bidella signora Filomena ti conosce e ti ha fatto sgattaiolare dentro. Non so bene che cosa fosse, la festa del liceo in abito lungo e tacchi con il preside che balla. E poi la festa è finita alle dieci, e che è, vorrai mica tornare a casa, cosa siamo, all’asilo? Così via a fare serata altrove, per poi presentarti a notte più fonda.
E poi tra qualche giorno si vota, non il voto della vita ma la prima volta che eserciti un diritto, e allora ecco la spedizione di voi a ritirare la tessera elettorale.
E poi la scuola guida, che le lezioni te le fissano una al mese quindi tocca farla, e poi bisogna caricare il capolavoro per la maturità, e fare pure l’orale di prova.
E poi ci sarà la festa al parco, quella della scuola ma senza il preside, per dire, dove mi sa tanto che si ballerà fino a mattina.
E poi c’è domani. Ci penso e vorrei dirtelo, che domani è il tuo ultimo giorno di liceo. Non l’ultima volta che entrerai in quella scuola, ma l’ultima volta che ci entri per avere orario e lezioni, anche se mi sa che ormai le ore scorrono a fare altro.
Sono vicina al tuo cuore e ai tuoi passi veloci di domattina, chissà che strada sceglierai di fare, quella tutta dritta oppure la scorciatoia attraverso il parco. Con quali emozioni salirai i gradini della scala D o B, chissà, insomma quella nascosta in fondo al corridoio di sinistra. Chissà come guarderai il tuo banco, o come lo sguardo curioso di mondo e con un po’ di nostalgia guarderà fuori dalla finestra.
Chissà l’esplosione di grida al suono dell’ultima campana (no, non ho letto le circolari quindi non so a che ora sarà) quando tutta la scuola sarà gioiosa e voi pure e forse anche un po’ tristi.
Abbiamo letto insieme, prima, le parole di una prof di quelle che ce ne vorrebbero tante, Valentina Petri. Ha scritto ai suoi ragazzi e alle sue ragazze : ‘Questa é l’ultima volta che siete costretti a stare a sentire una che vi spiega una poesia. Magari no, magari andrete in rete a cercare dei versi da scrivere su un bigliettino, magari invece non succederà più, non poserete più gli occhi su delle parole che qualcuno ha accuratamente scelto perche stessero insieme e vi dicessero qualcosa, anche qualcosa di diverso rispetto a quello che pensava l’autore. La poesia è di chi gli serve.’ E conclude: ‘ credo che una delle cose più belle della scuola sia il privilegio di poter scegliere delle parole da regalare agli altri.’
E così, anche senza poesia, vorrei regalarti queste parole, dedicate alla tua giornata di domani e al tuo cuore che le vive, anima bella.