sabato 17 maggio 2014

LA NOSTRA MERAVIGLIOSA FRECCIA

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
“Parlaci dei Figli”.
E lui disse:
i vostri figli non sono vostri.
Sono i figli della brama
che la Vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi
ma non da voi.
E sebbene siano con voi
non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri.
Poichè hanno pensieri propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi
ma non alle loro anime.
Giacchè le loro anime
albergano nella casa del domani,
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Potete tentare d’essere come loro,
ma non di renderli come voi siete.
Giacchè la vita non indietreggia
ne s’attarda sul passato.
Voi siete gli archi dal quali i figli vostri,
viventi frecce,
sono scoccati innanzi.
L’Arciere vede il bersaglio
sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza
affinchè le sue frecce
possano andare veloci e lontano.
Sia Gioioso il vostro tendervi
nella mano dell’Arciere;
poichè se ama il dardo sfrecciante,
così ama l’arco che saldo rimane.
(Gibran)

Ecco cucciola grande. Un po' complessa, forse, ma magari la leggiamo insieme (e siamo sicuri che a qualcuno di noi potrebbe scappare qualche lacrimuccia), questa poesia. Questa poesia che dice che tu sei speciale e che noi siamo solo il mezzo con cui tu sei arrivata alla vita. Questa poesia che spiega di un Disegno grande, di cui tu sei parte, oggi sempre di più. In questo disegno, tu sei rappresentata come una freccia che viene scoccata dall'arco, che siamo invece noi, papà e mamma. Oggi questo arco sta dicendo che la nostra freccia è pronta, quando vuole, ad andare (e venire) in autonomia. A casa e fuori. Con le tue chiavi.
Vola alto, vola dove saprai scegliere, meravigliosa freccia.

Il tuo papà e la tua mamma commossi ed emozionati

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