giovedì 17 luglio 2014

17

Tanti sono gli anni che ci hanno separato. Era un pomeriggio tempestoso di un luglio passato ma non per questo meno doloroso quando quella forza cattiva chiamata tumore, più forte del tuo corpo di paparone forte, vinceva proprio su di esso, mentre eri riuscito, appena qualche mese prima, a vedere con orgoglio la cerimonia della mia laurea (la carazostatina, ti ricordi?) e mentre la sempre vitale nonna MM riversava nel suo amato giornale la forza di resistere al dolore della tua malattia.
Sono tornata, certo lo sai, grazie all'altruismo della nonna MM, a vivere nella 'nostra' casa, resa rumorosa da tre nipotine vocianti. Qui trovo, oltre che nel mio cuore, i piccoli ma forti segni di te: il cavo di acciaio teso oltre venti anni fa e ancora tesissimo per stendere, dei biglietti e dei carteggi che ci scambiavamo e che ho conservato a dispetto di riordini di decenni, la tua preziosa collezione di libri di fumetti, che divertono oltre a me le suddette vocianti nipotine le quali hanno imparato, come tu avevi insegnato a me, ad amare profondamente i libri ed averne estrema cura.
Vorremmo venire più spesso a trovare i luoghi dei tuoi voli, i laghetti, lasciando amorevoli bigliettini al destino dell'acqua e del vento. Gli stessi biglietti, però, li potremmo scrivere proprio qui, per dirti come sei forte, vivo e amato dentro di me.
Mi manchi, papà

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