venerdì 16 ottobre 2015

QUELLA VOLTA (SBAGLIATA) CHE LA SVEGLIA NON SUONA

Due giorni di fiera a Madrid, un filotto di incontri programmati e non, il pullmann stile gita scolastica per gli spostamenti. E poi, finlamente, il venerdí quasi all'alba, il rientro con una batteria di colleghi, tra cui anche il generale più alto in grado, con cui XX vola per la prima volta in quattrodici anni di servizio. Appuntamento nella lobby alle sette e un quarto e, come probabilmente capita a molti, anche XX quando l'indomani deve prendere un volo presto tende a svegliarsi molte volte con quella sottile inquietudine e diffidenza per la tecnologia della sveglia. Non questa mattina, però, quando alle sette e mezza del mattino lei dorme come un ghiro quando il tutt'altro che discreto squillo della telefono in camera le provoca un quasi infarto alle coronarie. All'altro capo del filo il suo capo "Scusa, ma su che volo sei? Sono le sette e mezza...""Aahhh NONÈSUONATALASVEGLIAAAA!". In un centinaio di secondi circa si libera del pigiama, si lava i denti, chiude la valigia, stacca tutti i device tecnologici dalle rispertive cariche, dimentica gli orecchini e si catapulta nella lobby dove la aspettavano svariati colleghi, neppure troppo impazienti.
Arrivata al sicuro sul taxi diretto in aeroporto chiama a casa, cerca di restarurarsi un minimo il viso stravolto dallo spavento del telefono, scarica la carta d'imparco che però non è disponibile per problemi al server della linea aerea (sarà costretta a ristamparla in aeroporto) e si vergogna moltissimo. I colleghi, tutti uomini, sembrano in realtà impressionati più da quanto XX abbia fatto in fretta a presentarsi che dalla sveglia che non ha suonato.
Un ritorno con brivido. Ah, gli orecchini saranno spediti a Milano insieme a un golfino dimenticato nell'armadio da una collega. Poteva andare peggio, molto peggio.

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