mercoledì 7 novembre 2018

QUATTORDICI, VENTICINQUE

Sempre più diverse, le nostre giornate di te, con te. Da quelle prime ore in culla termica, quando hai scelto di sorprendere tutti con il tuo arrivo, passando per i mesi e gli anni di un nido colorato di cui non hai memoria, i mesi e gli anni chiassosi e colorati di una classe turchese di cui hai frammenti di ricordi, passando per i turbolenti cinque anni di scuola elementare che ti hanno regalato la solida amicizia con Liluz, per finire con il cupo triennio di scuola media appena concluso.
Un anno fa sfogliavi scuole e openday come petali di margherite. Oggi ti è rimasto il petalo più bello, quello che sembra il più giusto per te. Fatichiamo, fatico a convincermi che l’ambiente, e la scuola dove passi tante lunghe ore, non abbiano impatto su chi sei e chi diventerai.
E quello che vediamo oggi è una metamorfosi che bruco che che diventa farfalla, che vola sul mondo scoprendone le bellezze profonde, complice un destino benevolo che ti ha regalato, finalmente, una comunità di pari in cui ti riconosci e che ti riconosce.
Ecco, rispetto a quella mattina di novembre di quattordici anni fa hai quattrodici anni in più, pesi venticinque volte tanto, i piedi sono ormai pinne lunghe quasi due spanne e una tua spanna è lunga come un mio piede.
Leggi, arrampichi, cavalchi, ti occupi degli altrui animali con un affetto e una determinazione che mi colpiscono. E ti rendono il mio orgoglio.
Buon quattordicesimo compleanno, amore mio.

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