giovedì 4 luglio 2019

UN ALTRO “PRONTO”?

“Pronto, ciao, sono il don A.”
“Ciao, don A. Come state al passo Gavia? Tutto bene?”
“Bene, solo che la tua microba dice che è vegetariana. E siccome non lo sapevamo e nessuno ha detto niente prima, ha mangiato di tutto e adesso ha vomitato un sacco di volte e ha la cagarella. Scusa, ma siete vegetariani e non avete avvisato?”
XX respira profondamente, cercando di dimenticare gli innumerevoli temi a sfondo politiche alimentari di famiglia con cui la microba stessa ha deliziato la maestra di italiano, il cui messaggio prevalente riguardava un desiderio -“vorrei che la mia famiglia smettesse di essere vegana”- come se questo la riguardasse, e “il mio piatto preferito sono le polpette della nonna”.
“No, in realtà la microba non è vegetariana. A casa non mangiamo carne, è vero, ma a scuola lei ha il menù normale come tutti. E quando va dalla nonna o fuori mangia carne regolarmente. Forse a colazione, quando a casa beviamo latte di riso, in realtà lì potrebbe aver bevuto più latte vaccino del solito, ma ti assicuro, non è vegetariana nè vegana.”
“Vabbè, ti passo la dottoressa.”
“Pronto, buongiorno, sono la dottoressa. La microba dice che è vegetariana, e se è anche intollerante al latte abbiamo fatto un bel macello...”
“No, guardi dottoressa, come spiegavo al don A., a casa non mangiamo carne, ma la microba a scuola e dai nonni e ogni volta che è fuori casa è onnivora.”
“Vabbè, ho capito, adesso vediamo di rimetterla in piedi.”
Sembra un ottimo proposito.

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