sabato 14 marzo 2020

OGNUNO LA SUA

Richiesta unanime. Le cucciole vorrebbero ognuna la propria stanza. Ed è possibile, dal momento che gli ambienti ci sono, sono soltanto destinati ad uso promiscuo. Una stanza per dormire, una per studiare e giocare, insieme. E a XX il cuore si stringe un po’, all’idea che la sorellanza delle chiacchiere che si inoltrano nella notte abdichi ad un aumentato bisogno di stare da sé e con sé. Tant’è, però. Il tempo sospeso dell’emergenza lo consente, le ore di convivenza sono aumentate esponenzialmente e ci sono ben più di una buona ragione per accogliere la richiesta.
Dunque in un sabato mattina sospeso, in cui YY esce per la ragione migliore che ci sia (donare il sangue, happening a cui un’ampia partecipazione della città ha permesso di durare oltre sei ore), XX tenta di guidare la sua squadra di smontatrici. Primo: si elimina il letto a castello sopra il giaciglio della cucciola grande, ormai inutilizzato. Intanto che XX si dedica alla sua priorità, le smontatrici hanno tolto tutte le viti del letto alto della microba. XX urla, intanto che il letto sta insieme unicamente grazie alla memoria storica. Si rimettono le viti; obiettivo, smontare solo le zampone alte, dividere il letto in due e spostarlo così. Peccato che le zampone alte non si riescano a smontare. Dunque parte il progetto al contrario. Si disegna il letto in pianta, poi si fa la proiezione ortogonale e ogni pezzetto di legno acquisisce un nome in codice scritto si scotch di carta e appiccicato sul legnetto stesso che ne identifica, in modo si spera inequivocabile (...), la posizione. Poi si tolgono tutte le viti, e siccome ogni smontatrici faceva un po’ a sè è arrivato il momento in cui i pezzi di legno cadevano al suolo che non bastavano le otto mani e gli otto piedi per evitarlo. Nel momento di massimo pathos, rientra YY, un po’ pallidino, ma sufficientemente in forze per dedicare le sue mani, e non solo, ad uno smontaggio e rimontaggio ottimali.
In serata le ragazze si dividono. La camera microba è piccina, piena piena ed accogliente, un po’ come lei. La camera di mezzo è in mezzo, appunto, in attesa che vengano tempi migliori per riempirla della necessaria mobilia. Nel frattempo la sua padrona si sente la regina del castello, possiede, ed usa, due scrivanie contemporaneamente e si gode una luce del tramonto dell’ovest che nemmeno in Polinesia. La mattina, dopo una prima notte da single, la microba confessa di essersi sentita un po’ isolata. Ma vuoi mettere quella scrivania che sta sotto al letto, il sistema solare che si illumina nella notte e una porta da chiudere? Ne vale la pena.

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