martedì 21 dicembre 2021

UN ADDIO CHE SUONA ARRIVEDERCI

Lei viaggia, è ufficiale. Con la forza, la determinazione, l'energia che ha mostrato e condiviso in tutti questi anni, la rocciosa Lux ha scelto di viaggiare. E lo fa in uno dei momenti in cui, da Cristoforo Colombo in poi, il senso del viaggio, ma anche la sua concretezza, la possibilità di muoversi, sono ai minimi storici. Lo stesso, lei sceglie di fare questo in questa sua nuova fase della vita, lasciando la sua comunità di quelli che arrampicano ai suoi eredi, quelli che sono cresciuti con lei: la Coccinella detta Cocci, il Mostro, la Wallie - tutti meravigliosi ex, ed attuali, allievi di un'arrampicata per il piacere di farlo e di sfidarsi, più che di sfidare gli altri.

Come Lux, anche loro sanno inventarsi vie e giochi meravigliosi.

Ma oggi è la sua ultima lezione. Così si sentono rimbombare, fin da fuori la palestra, le grida, il tifo, l'incitamento, gli applausi e le risate a crepapelle dei giochi che oggi ha organizzato. Le t, bandiera, l'arrampicata alla cieca - ogni tanto si vedono volare palline attraverso la palestra ed arrivare quasi a colpire i tapis roulant su cui indefessi atleti corrono con gli auricolari, incuranti della bagarre che si incendia intorno. Oltre il vetro, una sfortunata lezione di Tai-chi trova un ambiente decisamente diverso dal silenzioso ascolto tipico della disciplina.

Così, con un po' di magone, i lucciconi agli occhi (soprattutto la Cocci, ma anche molti altri) e un grandissimo in bocca al lupo per questa ennesima, coraggiosa scelta delle tue, ascoltiamo le parole che hai per tutti, ma anche per ciascuno dei tuoi "nani", o ex nani, visto che ormai molti superano il metro e ottanta. Una parola, un pensiero, un ricordo a ciascuno di loro, che li rende e speciali e unici e la rende speciale e unica.

Le parole Noicinque in occasione dei saluti:


Lux, ciao.

In questi tuoi ultimi giorni di lezione di arrampicata quando costruisci e inventi giochi, entusiasmo e tifo che nemmeno alle Olimpiadi, mi piace ripensare e condividere i ricordi speciali che serbo nel cuore.

Fin da quella quasi anonima mamma della scuola materna che, al mio piccolo ‘allarme’ sul fatto che Tea – la tua Otto - si arrampicasse ovunque, e al mio desiderio che imparasse a farlo in sicuzezza – pensavo – mi ha suggerito ‘oh, per arrampicare c’è una palestra in via Ripamonti’.

Ecco – così siamo arrivate io, genitore inesperto, lei, quattrenne non socievole – e si è incendiata la passione per te, quello che fai, per come lo insegni, per chi sei.

Lei, piccola tra i piccoli, ora valchiria quasi maggiorenne che trova in te e nei tuoi modi il suo porto sicuro.

E io, cui hai insegnato la leggerezza, l’autorevolezza, l’autenticità. La tua leggiadria, la tua capacità di stupirti, di rivoluzionare la tua vita ma anche quelle che tocchi, come le nostre. L’autorevolezza, la figura maestra, e non solo di quale presa prendere o come mantenere l’equilibrio.  L’autenticità in noi e negli altri. La partecipazione vera, l’empatia, il supporto, la cura, l’attenzione, l’ascolto.

Mi vengono in mente mille momenti in cui hai reso le nostre giornate speciali: 

- la prima Traversella di Tea, quando è tornata con i vestiti del primo giorno (che ridere!) e le felci appiccicate alle unghie con lo smalto forforescente giallo – tipiche degli “elfi dei boschi”

- la festa di Natale al buio e in segreto, ravvivata da lampade UV

- quando sei saltata sulla falesia delle Speranze perchè Marghe – la tua Mini - aveva fatto un ingrarbuglio con la corda che non si sbrogliava

- la festa di fine anno arrampicando sulle case del quartiere Ravizza e tu indicavi le “prese” con uno scopettone

- il crash pad sotto gli alberi, sempre del Ravizza, dove avevi fatto arrampicare un grappolo di nani

- le mele che spezzi in due con le mani come fossero una michetta

- i meravigliosi soprannomi con cui regali a ciascuno il suo essere speciale

- il tifo che fai, per tutti, e che insegni a tutti a fare, per tutti

- l’idea di “fare sicura” – con l’imbrago e nella vita. Che bella la fiducia.

E poi sei stata speciale nel farci vedere i tuoi angoli preferiti di mondo: la Lapponia, le aurore di Abisko, l’Islanda estiva.

Ci, mi mancherà moltissimo il tuo bianco outfit del lunedì (l’outfit è di sempre, a dire la verità, ma ultimamente lo vedo il lunedì) quando con una parola o uno sguardo sei capace di raddrizzare una giornata. Tutte le giornate, in effetti.

Sarà bello continuare a viaggiare con te. Ci mancherai nel tuo ruolo guida di questa speciale metafora della vita che è l’arrampicata.

Grazie, Lux. Grazie. Per chi sei stata (e sei) per tutti noi.

Con grande affetto.


Firmato: XX


Lux, ciao.

In quest tredici anni di arrampicata, di prese tenute, prese mollate e prese in giro, ho mille ricordi della nostra ‘Maestra Bianca’: la ragnatela nei giorni di pioggia di Traversella, la coppa del mondo di palloncino assassino, le battaglie di magnesite e gli incontri sulle vie.

Ci manchetà tutto ma...la tua scelta ti porterà lontano - e qualche volta noi con te ;).

E quando sei qui, ci vediamo in parete.


Firmato: Cucciola grande, aka Otto


Lux, ciao.

Mi dispiace tanto che questa sarà la tua ultima lezione, ma almeno ci vedremo alle Lofoten e chissà dove altro :).

Tra palloncini, ragnatele, vipere e corde mi sono divertita un mondo, tutto grazie a te e alle tue bellissime lezioni.

Con te qualsiasi cosa diventa divertente.

Spero che ci rivedremo in altri viaggi nella neve, bianca e immacolata come te.

Ciao, Lux.


Firmato: Microca, aka Goccia


Lux, ciao.

Ormai mi conosci da dodici anni, da quando ero una bambina piccola e ingenua e pensavo che su fossi esclusivamente un’insegnante di arrampicata, eccessivamente ed extra severa.

Ecco, la penso ancora così riguardo la parte della tua stravagante creatività, alla quale ho dovuto sopravvivere il più delle volte, ma che ho anche imparato ad ammirare, ma non potevo sbagliarmi di più riguardo al resto.

Infatti, oltre all’abilità di abbarbicarmi su rocce inaccessibili al più della gente, mi hai lasciato ricordi di pura gioia, nella gran parte dei quali ci siamo ci siamo noi “costretti” a cimentarci nelle attività più stupide che ti potessero venire in mente (come mangiare patatine con le bacchette cinesi o cotruire costumi da troll minuti di un paio di ciuffi d’erba e smalto fluorescente) e poi ci sei tu, che vedendoci obbedire ad ogni pazzia tu riesca ad inventarti ridi a crepapelle e, occasionalmente, documenti il tutto.

Per questo ti ringrazio, per tutto quello che mi hai insegnato, dal rinviare una corda all’usare la turca, e per tutto quello che ancora mi insegnerai. 

Ci hai guardato crescere e ci hai aiutato ad iniziare  a volare, come una madre fa con i piccoli appena nati. Adesso sappiamo volare da soli e non vogliamo più costringerti nel nido. Quindi vola, fai un buon viaggio, e magari qualche volta torna a ricordarci che non sappiamo arrampicare.



Firmato, Cucciola di mezzo, aka Mini


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