giovedì 16 dicembre 2021

UNA GIORNATA DI QUELLE

 XX ha timidamente provato ad andare oltre confine, per poter intavolare di persona una giornata di discussione sul futuro con il suo capo, che in diciannove mesi di collaborazione ha frequentato per non più di quattro ore totali. Così riempie una pila di documenti, dichiarazioni giurate in ogni lingua e arriva, in comode otto per e tre aeroporti, nella ridente Tolosa.
Intanto che lei è oltralpe, il governo italiano cambia le regole per il rientro. Serve un tampone rapido a non più di 24 ore dall’ingresso in Italia. Così parte la ricerca forsennata di come fare un tampone dalla zona industriale in cui si trova. Mentre sta per rivoluzionare la giornata, il meeting sul futuro con il capo, eccetera, intravede una mail di Air France, che le cancella uno dei voli di rientro. Ottimo, bisogna rivoluzionare la ricerca del tampone per rimanere nel limite delle 24 ore. Però il volo cancellato è solo il secondo, e la riprogrammazione prevede comunque una partenza all’alba e uno stopover eterno. Il tutto incompatibile con la questione delle 24 ore. Così si mette al telefono per riorganizzare i voli, online per cercare un tampone l’indomani. In serata, anche il secondo volo è cancellato per un arrivo altre la mezzanotte. In una Italia scossa da uno degli scioperi generali più generali di sempre, che sembra quasi di essere rimasti in Francia.
Nel frattempo, l’assistenza al tampone prenotato con il nome della segretaria viene gestita con la complessità della burocrazia indiana; il tassì che la scorrazza per tutta la regione dei Midi Pyrenées la aspetta mentre lei spiega alla farmacia Lafayette di Ramonville la questione del tampone per viaggiare, loro si chiedono come registrare il tampone di chi non è francese, la spingarda nel naso sembra arrivare ben oltre la corteccia prefrontale e all’aeroporto le dicono che sul certificato manca la data.
Che quasi quasi, forse era più facile accettare di essere portati in Italia dal tassí di Christopher, il sosia di Raul Cremona.

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