giovedì 26 giugno 2014

IL SUD, SEMPRE IN CINA

Guanzhou, anche se meno nota, è per importanza commerciale la terza città della Cina. Vi abitano in venti milioni, ammassati in orribili casermoni pieni di grate e griglie, intervallati da moderni e bizzarri grattacieli luminescenti dalle forme scombinate. Vi scorre un fiume, enorme agli occhi europei, un torrentino agli occhi cinesi, dal nome suggestivo, Pearl River.
Come in tutte le parti del mondo, anche in Cina più vai a sud più l'ospitalità si fa rituale e possessiva, tanto che XX e collega vengono abbandonati soltanto per le circa sei ore (scarse) di sonno ogni giorno. Le cene a Guanzhou assomigliano a quelle di Shanghai, solo che il cibo pare essere quello tipico della regione del Guandong. Si comincia con la stessa, costosissima grappa, che in questa versione di gradi ne ha soltanto 52 ma un leggero aroma di piedi che nella versione precedente non era stato percepito. Nel Guandong servono maiale frullato con carne di storione a decorarlo, tagliatelle di riso cinesi, trasparenti e mollicce, un non meglio identificato frutto che sa di legume, sembra un tubero e si chiama taro, ma soprattutto una zuppa dolce di fagioli come digestivo.
Anche qui XX ha tenuto un seminario di una giornata con 170 paia di occhi a mandorla che la fissavano inespressivi, una traduzione puntuale ed una giornata intera dedicata alle domande.

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