domenica 26 aprile 2020

QUARANTINED A DIECI ANNI

Compari ogni giorno sorridente ed arzilla, solo un po’ incerta di che giorno sia. Sicuramente un altro giorno in cui ti occuperai di te. Da sola, ahimè. Il computer ti regala scoperte interessanti, hai sviluppato carteggi regolari con la zia ed alcuni compagni. Mi commuove quello  che scrivi nelle mail e la competenza che sembri aver acquisito in così poco tempo. Il tuo tempo sospeso, il tempo di quando ci si sente i più grandi dei grandi, il tempo di quando a scuola si poteva essere preziosi per i piccoli, di quando, forte della tua esperienza di scuola elementare, sei certo di far parte di un gruppo che ti ama e ti conosce come difficilmente succederà in futuro. Ecco, tutto questo tempo prezioso ed indimenticabile, trampolino per il successivo passaggio a quell’adolescenza di scoperte e limiti ti è stato tolto. A dieci anni, in una primavera inoltrata che non si ricorda così bella da anni, complice la totale assenza di inquinamento, il tuo mondo è oltre lo schermo. Autonoma con le lezioni, le consegne, la mia piccola hacker, dispensi consigli agli amici meno spregiudicati ‘Dai, è facile, fai tasto destro..’.
Non so che cosa pensi, che cosa ci sia nel profondo del tuo cuore, sei restia a raccontarti. Posso immaginare una tristezza diffusa per la perdita dei riti di passaggio, posso immaginare che ti manchi il tempo dell’insieme, quello che lo schermo o non può sostituire. Non puoi correre, giocare a nascondino o fare le puzzette insieme, dietro uno schermo. 
E il mio cuore si stringe, quando scrivi, alla consegna ‘Scrivi un testo: in questo periodo di clausura forzata hai più tempo per riflettere...quali sono i tuoi pensieri più ricorrenti? Come vedi il tuo prossimo futuro, e che cosa desideri?’
- In questi giorni di quarantena penso soprattutto ai miei compagni, a quanto era bello stare insieme.
Molti bambini odiavano la scuola, e dicevano sempre “Non voglio andare a scuola!”, oppure “Voglio che la scuola non esista.”, però non si sarebbero mai immaginati una cosa del genere. Ora che sono accontentati, secondo me non vedono l’ora di tornarci, a scuola.
Ogni mattina mi sveglio e dico: “Che cosa faccio ora?” e poi mi rispondo subito. “Niente.” Niente. È questo il brutto della quarantena: non si fa niente di niente. Ci sono i compiti, sì, però una volta finiti...con i genitori che lavorano, le sorelle che studiano, o se non lo fanno stanno guardando il cellulare (molto sociali, no?)...in ogni caso, io ho un computer, però non posso stare tutto il giorno davanti ad esso. Si può leggere, sì, però mi si stancano gli occhi a leggere di continuo.
D’estate, io e la mia famiglia dovevamo andare in America, però è andato tutto a rotoli, così come le Olimpiadi. Pensate che mia sorella doveva stare due mesi in America, però hanno disdetto. Insomma, questo Coronavirus sta rovinando i sogni di tutto il mondo. Io volevo avere un ultimo giorno di scuola elementare bellissimo, mentre ora è molto probabile che vedrò i miei compagni solo attraverso un computer.
Vorrei che tutto tornasse alla normalit come se non fosse successo niente, ma questo virus rimarrà per sempre impresso nella storia. -
Ecco, forse in queste parole si leggono i tuoi pensieri profondi. La noia, va bene un po’, ma il troppo stroppia. L’inattività. La solitudine. E non bastano le letture insieme, i biscotti, il pesto che fai per tutti o il piccolo decoupage del mio cestino a farti sentire piena, perché le giornate sono e restano vuote e ci lasciano con i nostri pensieri e le nostre paure.
Allora vorrei scrivere anche a te una frase che ho letto di recente: ‘Dietro ogni imbrunire si nasconde un’alba. E allora colorala con i tuoi desideri, perché non sia scialba.’
Ironia e tempismo, mentre ti scrivo queste parole sei comparsa con un esperimento di sfumatura fatta a tempera: che tu sappia sempre colorare il tuo mondo, come ora stai colorando, vivido e allegro il nostro.
Con un amore immenso,


La tua mamma

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