giovedì 31 dicembre 2020

CIAO ANNO. CIAO

Ciao anno. Ciao, e se possibile non tornare, e non raccontare nemmeno ai tuoi fratelli del futuro che cosa hai fatto al mondo, che a loro potrebbero venire idee analoghe.

L'hai rivoluzionato, questo mondo, altro che il DNA rivoluzionario radicato nelle anime francesi. L'hai rivoluzionato in un milione di modi, molti faticosi, altri di scoperta. 

Lascia che ti racconti quello che hai fatto alle vite Noicinque, o almeno quello che mi sembra essere successo: una iniziale perplessità, vissuta all'aria aperta delle montagne quando ancora i casi di malattia si potevano contare sulle dita di una mano. Un attimo di euforia, scuole chiuse a carnevale, ok, vacanza davvero, nessun recupero da organizzare. Una lineare presa di coscienza della pandemia. Una resilienza inaspettata, messa tuttavia alla prova dai lunghi mesi di convivenza senza alternative. Bello, stare con i propri cari, ma ogni tanto una parola con qualcuno con cui non abbiamo legami di sangue stretti potrebbe arricchire il pensiero e la giornata.

In questo anno YY ha smesso di andare in ufficio, chissà se si ricorda ancora dov'è, l'ufficio che raggiungeva pedalando sotto ogni condizione meteo. A lui sembra mancare la pedalata per raggiungerlo, l'ufficio, più che la vita stessa dell'ufficio. Anche se forse qualche chiacchiera con i colleghi, lui, che uomo di chiacchiere non è, la farebbe volentieri. Ma forse gli mancano anche le tarde sere della pallavolo, quando rientrava dopo un allenamento e una doccia fredda - in genere - e faticava ad addormentarsi per le endorfine sportive. Gli allenamenti, le partite in ogni angolo della Lombardia, le piccole dinamiche di ogni gruppo sportivo, il suo particolarmente eterogeneo con membri dell'età di sua figlia. Che cosa gli manca: la bici, la pallavolo, probabilmente parlare con qualcuno che non sia famiglia. Quelle risate e battute tipicamente maschili, nascoste al resto del mondo, che regalano autentici attimi di serenità.

Che cosa tiene, YY, di questo anno: tempo insieme, quello che mancava. Non sempre è stato tutto un tempo leggero, ma almeno è stato insieme. La nuova sedia ergonomica, che se lo smart working diventerà per sempre almeno siamo organizzati. La resilienza, così solida, la sua, con quell'attenzione all'altro che non è di tutti.

Caro anno, a me invece hai portato un mucchio di novità, a partire da un nuovo lavoro. Sulla carta non sembrava molto diverso, era marcatamente diversa l'azienda, ma il resto no. Invece salta fuori che questo nuovo lavoro sarà anche bello ma mi devo arrangiare a farlo da sola, senza incontrare mai i miei co-workers. E nemmeno quando, ad un certo punto ad ottobre, sembrava essersi  uno spiraglio per un viaggio, ebbene, ecco che il coprifuoco in mezza Europa ci si è messo di mezzo. Così se, proprio nel mezzo del cammino della vita, arriva una nuova sfida professionale, ecco che come una tempesta perfetta la pandemia ci mette la sua zampona per rendere la transizione davvero nuova, lasciando rapporti professionali di due decadi senza poterne davvero intessere di nuovi. 

Che cosa tengo, di questo anno così unico: un po' di orgoglio per averlo navigato senza grandi scossoni. La meravigliosa serata del compleanno a sorpresa dove, dietro uno schermo, YY ha radunato in segreto gli amici di sempre, regalandomi un'onda di bene che mi scalda ancora il cuore. La ritrovata vicinanza di amici antichi come SJ, e nuovi come Ferg, un ginocchio nuovo, il proposito di alimentare la spiritualità.

A loro, le cucciole, ho dovuto proporre un'intervista scritta, non riuscendo ad intuirne i pensieri dietro le loro porte troppo spesso chiuse.

Ed ecco dunque che la cucciola grande dichiara fiera di aver imparato, in quest'anno di te, a fare all'uncinetto le cuffiette per i cavalli, quei paraorecchie che eviterebbero alle mosche in infastidire i fieri animali. Ti descrive un anno ‘inutile’ - francamente non so darle torto, e spera che il tuo prossimo fratello si possa chiamare ‘cambiamento’.

È orgogliosa di aver cominciato a sfidare i suoi limiti nelle gare di salto a cavallo e di te terrebbe, per il futuro, i legami che si sono mantenuti anche non potendosi vedere.

Lascerebbe, anche se in questi giorni ancora non sembra, la reclusione in casa e l'impossibilità di muoversi, non posso fare a meno di pensare che gli equini continuino a c'entrare qualcosa.

Non vede l'ora di poter accogliere un ritorno ad una pseudo-normalità, mostrando in effetti la consapevolezza che il mondo sia profondamente cambiato, rispetto al ‘prima’.

La cucciola di mezzo, che attraversandoti, caro anno, ha anche attraversato quel largo ponte tra l'essere ragazzina alla scuola media e sbirciare il mondo degli adulti del liceo, è fiera di aver imparato a scrivere in greco al pc. E no, non usando il carattere symbol, ma proprio cambiando la tastiera. Non so se è una voce da curriculum, ma almeno ha stimolato nuove connessioni neurali. Ti chiama anno ‘inaspettato’, in una definizione particolarmente morbida, mentre vuole battezzare il tuo fratello futuro ‘aspettative’. E' orgogliosa di aver dedicato più tempo a sé stessa, in effetti lei ha forse beneficiato più di altri di un maggior tempo libero, e tiene strette le persone che la fanno stare bene. Non è chiarissimo se i Noicinque appartengano a questa cerchia, ma dal momento che non ha frequentato nessun altro, tenderei a sperare di si.

Invece, a sorpresa, lascia andare le insicurezze. Lei che sembra così determinata, cocciuta e forte, ma di una generosità buona, forse attraversando questo ponte si scopre un po' su una sponda e un po' sull'altra, e questo non sempre è facile da gestire. Ecco, mi aggiungo anch'io alla richiesta. Lasciamole, le insicurezze, una volta che le abbiamo viste e riconosciute, lasciamole lì con te, perché tu possa portarle via. Accoglie, come tutti, un sospirato ritorno alla normalità.

La microba, chiesto anche a lei di descriverti, caro anno, con una parola, dichiara senza dubbio: ‘covid’. In effetti, sei proprio l'anno del covid. E per i tuoi fratelli del futuro, invece, a partire da quello che si mostrerà domani, si aspetta che sia sinonimo di ‘normalità’. Durante questo tuo tempo è fiera di aver imparato a fare trucchi e montaggi con i video del computer, lei che sembra essere un'hacker del futuro. La cosa di cui è più orgogliosa è di essere stata rigorosa ed attenta nel rispettare le regole anti-covid, a partire dal primo lockdown fino alla quarantena immediatamente successiva al rientro a scuola, una delle varie. Si aspetta, dal tuo fratello del futuro, un ‘anno nuovo e pieno di progressi’, tenendo stretto nel cuore il fatto che siamo uniti, anche se lontani.

Così, caro anno, sarebbe bello se tu potessi lasciarci portando via con te la fatica, la mancanza di stimoli e di riconoscimento, quelle cose che abbiamo imparato essere nutrimento per l'anima.

Nella speranza di poterci continuare a nutrire di luce, di vita.


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