venerdì 11 dicembre 2020

TE L’AVEVO CHIESTO, È VERO

È vero, gli anni scorsi te l'avevo chiesto, caro Babbo Natale. Ti avevo chiesto di alleggerire la pressione sugli eventi, le consegne, le mille grandi e piccole incombenze del mese di dicembre, che rendono la preparazione ad una festa di grande spiritualità nella realtà un frullatore a velocità massima da uscirne milkshake. Avevo scritto qualcosa su una 'segreta speranza che la frenesia del Natale, sviluppantesi in innumerevoli richieste  di partecipazione ad eventi e attività, si sbricioli in un assai più sano e salutare NULLA.'.

Ecco, non dicevo proprio così, come oggi. Come questo nulla di adesso in cui ogni contatto è inibito, ogni incontro scoraggiato, temuto, proibito. Come questa realtà non reale, in cui la scuola si fa a casa, l'arrampicata si fa a casa, la ricerca dei regali si fa a casa, la festa di compleanno si fa a casa. Come adesso, quando la stanchezza di queste distanze sta rendendo faticosi anche i timidi tentativi di ritrovarsi grazie alla tecnologia, croce e delizia del momento. Quella tecnologia che ci permette di rimanere 'connessi', ma se ci chiediamo connessi a che cosa, forse talvolta scopriamo delle connessioni di paglia, di etere, virtuali, tra le quali tuttavia qualche legame solido riemerge, magari sepolto dal tempo e dalla vita ma sempre, strenuamente forte.

Ecco, caro Babbo Natale, non dicevo proprio così. Oggi, pensa un po', mi sembrerebbe quasi di voler ritornare a correre sulla ruota del criceto, di voler rientrare a testa in giù nel frullatore ed uscirne  milkshake. Per noi, certo, che nell'età adulta abbiamo ormai una eredità di relazioni preziose da coltivare. Ma soprattutto per loro, i dieci-sedicenni di oggi. Loro, che sono in quel tempo sospeso dove pensi di sapere chi sei e chi sarai e poi all'improvviso non lo sai più, e allora gli amici di questo tempo, che vivono con loro questa altalena di consapevolezza, li aiutano a vedersi. A riconoscersi. A trovarsi. E invece loro continuano a non riconoscersi, non vedersi, non trovarsi, o a pensare di sapere qualcosa che un minuto dopo non sanno più.

Ecco, Babbo Natale, fallo per loro, per i dieci-sedicenni di oggi, perché si possano finalmente rivedere e rispecchiare negli occhi degli altri. Perché possano fare le loro prove di volo, e perché noi 'grandi' possiamo assisterli nelle loro partenze ed accoglierli nei ritorni. Perché a volare, oggi, non si impari soltanto al simulatore.


Nessun commento:

Posta un commento