venerdì 18 marzo 2022

GLI SPAZI E I NON SPAZI

Causa covid, la casa si riorganizza. XX e microba mangiano, ma non dormono, insieme. Dunque le loro due porte che si fronteggiano sono di fatto l’unico passaggio ammesso in casa. Con la microba che trasloca da XX per tutte le questioni che riguardino in bagno, il cibo, o ripetere la lezione per le interrogazioni. 

Per il resto, XX resta in camera, letto e sgabello il suo mobilio, una riorganizzazione minima con il sacchetto sigillato della roba sporca, una gestione poco sostenibile della spazzatura (ma lo scrive il sito ATS, che la spazzatura di chi ha il covid non va differenziata); prova una sensazione di separazione profondissima: quando una delle due delle loro porte si apre, chiunque stia passando in quel momento per casa, in genere YY impegnato nel miliardo delle faccende tutte a suo carico, fa un balzo indietro, corre a mettere una mascherina e si installa di un paio di passi ancora più indietro. La sensazione, per chi sta sulla porta, è di grande distanza. Sacrosanta, necessaria, benefica ed indispensabile, distanza. Così adesso in casa ci sono gli spazi, quelli ammessi, dove chi è positivo può stare, e poi ci sono i non spazi, quelli che ci sono ma non sono autorizzati, dove chi non ha il covid ha diritto di sentirsi sicuro. 

Gli spazzi sono limitati. Ma anche i non spazi lo sono.

Sempre, quando si divide, tutto diventa più piccolo, meno bello.

Nessun commento:

Posta un commento