Era tempo che qualche parola di queste fosse dedicata anche a te. A te che sei arrivato al galoppo dentro le nostre vite. A te che ti chiami come un nonno che gioca a scopone ma hai il cognome composito delle nobili casate del nord.
A te che il mio occhio ti vede sostanzialmente bianco ma in realtà nel tuo mondo il tuo colore è grigio, come la criniera e la coda. Hai la pelle delicata che ti ci vogliono un mucchio di accorgimenti, come il pigiamino per non spelarti con la coperta, e le fasce per i tendini e la pancera e il cielo sa cos’altro.
Ti piace saltare e lo fai con gioia, non si sa se per il salto o il premio delle mille carote ed insalate e prelibatezze con cui il duo nonna-nipote ti foraggia.
Quando arriva qualcuno a trovarti, sfrugugli con il tuo musone nella zona delle tasche, pensando che tutti gli umani siano come il poeta François e quella matta della cucciola grande e si tengano i biscottini per cavallo in tasca, multigusti.
Ti darò un suggerimento: i biscottini, continua a cercarli da loro: è più probabile che li abbiano.
Non sapevo molto del tuo mondo, sai? Sto piano piano imparando che avete bisogno dei ferri che si adattano allo zoccolo che cresce. Che come una scarpa, se il ferro non va bene ti fa camminare male.
Scopro che non ti piace l’acqua, in questo sei un po’ gatto, anche se pesi come duecento felini, e la cucciola si ostina a lavarti e rinfrescarti d’estate a dispetto delle tue preferenze. E poi ti tosano d’inverno e si, imparo che anche i cavalli si tosano come le pecore così sudano di meno e si asciugano prima.
Non ami le carrube nè le castagne matte, che invece dovrebbero essere proprio prelibatezze. Ok, meglio le carote della cucciola, l’insalata pan di zucchero della nonna, i torsoli di broccolo del papà e i bombi di François.
Ogni tanto ci trascini in qualche gara per la Lombardia, hai saltato anche vestito da unicorno per carnevale. Ti spaventano le cose più strane - continuano a spiegarmi che sei preda e io continuo a domandarmi preda di chi. Non ti piacciono i rumori delle foglie secche, i movimenti improvvisi, l mosche, il colore viola. Hai un vizio che si chiama ticchio, un po’ come succhiarsi il pollice per gli umani, un po’ forse perché ti annoi.
Impari in fretta quello che ti piace e quello che no (no all’acqua, la palta, la doccia, il bagno nello stagno) e quello che invece si può fare, come tirare su il cinesino sdraiato a terra e soprattutto riceverne premio, giocare, rotolarsi nella terra così poi altro che bianco o grigio…le mille sfumature di…baio!
Appena arriva la cucciola grande o qualche altro umano che immagini portatore di biscotti e delizie alzi una zampa, poi l’altra, in una tenera e determinata richiesta di golosità. Fa molto ridere.
In un video ti ho visto correre e divertirti e stare con quell’altra creatura strana, la cucciola grande. Chè si vede che voi due vi capite di una comprensione sottile e profonda. Così tu ruzzoli e fai le capriole nel prato mentre lei legge e studia, e poi saltate insieme ostacoli altissimi che sembrate volare.
Hai cambiato il nostro flusso. Qualche volta mi chiedo che cosa sarebbe stato senza il tuo arrivo al galoppo, due anni fa. Senza che la determinazione della cucciola grande ti trascinasse a noi. E invece. Accade che lei trascorre con te molte ore misteriose, e che insieme sembrate felici.
E allora sono felice anch’io.
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