Chissà. Chissà se lo sa, nonna Diane del North Carolina, la neodiciottenne Lilian del Wisconsin, l'avvocata Grace che vive in Nevada. Chissà se lo sanno, che il loro voto e un pugno di altri oggi decidono il mondo che sarà da domani in poi.
Chissà se lo sanno, che quel gesto così semplice non è stato per nulla facile da ottenere (per loro poi, una media di mezzo secolo più tardi rispetto al diritto di voto concesso ai neri negli USA).
Mi conforto nell’immaginare che si, lo sanno. A dispetto delle bugie violente dell’omone con la cravatta rossa e i capelli di paglia che sussurra e si bisbiglia con i dittatori del mondo, all’omone che dice la palla è mia e tu non giochi.
Mi conforto nell’immaginare nonna Diane che mette il vestito chic di buon’ora, l’avvocata Grace che indossa le perle della sorority come Kamala, Lilian che celebra il suo primo voto, mai così importante, con una festa.
Un po’ come la nostra Delia, che si è fatta una camicetta tutta nuova per stare in fila quel due giugno.
Ecco, oggi per stare in questa inquietudine mi conforto nel pensare che si Diane, Grace, Lilian lo sanno – che non vogliamo essere protette, vogliamo essere libere.
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