sabato 18 gennaio 2020

I MESI DELLE MULTISCELTE, TAKE 1

Sono ormai mesi che YY, deputato alla funzione, passa sabati e tardi pomeriggi in visita alle scuole superiori del circondario e non solo. Talvolta ci va da solo. Talvolta la cucciola di mezzo graziosamente lo accompagna e mette in pratica le sue innegabili doti social. Riesce ad incontrare qualcuno che conosce praticamente dappertutto.
XX si rifiuta caparbiamente di partecipare alla fiera del marketing della scuola da quando, ormai cinque anni orsono, dallo stesso marketing si è sentita profondamente tradita. La scuola media di quartiere, infatti, l’aveva convinta di essere ambiente accogliente e socievole, adatto all’eremita cucciola grande in uscita dalle elementari. Ebbene, non è esattamente andata così. La cucciola grande si è ritrovata in un gruppo classe raffazzonato e respingente, che per lei, selettiva e respingente per natura, non ha esattamente rappresentato l’ambiente inclusivo che XX sognava. Così da allora, dai tre anni sciagurati della scuola media della cucciola grande, XX si è convinta che la sua capacità valutativa degli open day è meno che nulla e ha rovesciato su YY (suo malgrado) l’onere della partecipazione. YY tiene botta e diligentemente sono mesi che annota, calendarizza iscrizioni, manda inviti sui calendari fino a ricevere addirittura i ‘biglietti’ per la partecipazione a certi eventi scolastici. Ben più che un lavoro.
Tutto comincia quando la cucciola di mezzo, per tutti avviata, senza neppure una piccola ombra di dubbio, ad una fulgida carriera di studi classici, almeno per la scuola superiore, dichiara, nelle conversazioni da scooter con XX - quando la logistica si fonde con la comunicazione urlata attraverso i rivestimenti del casco - di voler frequentare il liceo scientifico. Sul momento XX a momenti prende una curva dritta e spera di rimandare la discussione a momenti più tranquilli e favorevoli.
Lei insiste, caparbia. XX non si capacita e teme che tale caparbietà sottenda, nell’ordine:
  1. Incapacità di autovalutazione. Davvero sarebbe maggiormente portata per in pensiero logico-matematico rispetto alla parte linguistico-comunicativa? Una cosa non esclude l’altra, è vero, ma a partire dalle smorfie fatte alla prof di matematica mentre spiega, il dubbio sorge lecito.
  2. Rigorosa aderenza al mantra: “Non come mia sorella!”, che, nonostante parzialmente meritevole di essere ascoltato, secondo l’intera famiglia andrebbe argomentato diversamente.
  3. Il rifiuto a passare sotto le forche caudine della prof. di greco della cucciola grande, tanto vituperata ma con cui sembrano ormai aver trovato un modo di stare e non soffrire.
La tecnica dell’attesa di XX non sortisce l’effetto sperato. La cucciola di mezzo rimane decisa tanto da chiedere alla compiacente prof. Maps di accompagnare la sua scelta con l’ufficialità del consiglio orientativo, che dunque recita ‘Liceo scientifico’. Ed è proprio in maniera scientifica che XX propone di affrontare la questione: proliferano i ‘test orientativi’, e loro si iscrivono ad impegnativo test psicologico/attitudinale del centro di psicologia suggerito da amici preziosi. La questione risulta in un primo colloquio con i genitori, un pomeriggio intero di test della cucciola di mezzo ed infine un doppio colloquio delle psicologhe prima con lei e poi tutti insieme. Risultato non discriminante. Sopra la media per attitudini in tutto, un po’ di più nella sfera linguistico comunicativa. Si torna al principio, dunque. 
Si valutano gli istituti con il bacca in francese accanto all’inglese per avere due maturità contemporaneamente (in questo caso pare ci fosse un veto posto da YY che all’open day avrebbe frequentato il laboratorio di fisica e avrebbe moltissimo voluto intervenire su alcune, se non tutte, delle definizioni sul concetto di onda).
Ad un certo punto, secondo una magia di quelle che non si comprendono, la cucciola di mezzo dichiara: ok, liceo classico, potenziamento Cambridge - il programma internazionale che prevede l’insegnamento di tre materie in inglese. Nientedimeno.
Sicura? Chiedono XX e YY titubanti. Sicura. Se non fosse che a quel punto a XX vengono organizzati, dalla sua figlia più social che c’è, una serie di appuntamenti telefonici con mamme sconosciute e in gran parte logorroiche che le spiegherebbero i pro e i contro di questa o quella sezione. Dopo svariate ore passate in questa data collection coatta, XX si dedica finalmente all’iscrizione alla scuola superiore. Scoprendo che no, non è possibile esprimere alcuna preferenza. Tant mieux.

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