mercoledì 21 giugno 2023

MATURITÀ

Ti penso. Sarai entrata a scuola leggera e non, concentrata, determinata e piena di dubbi, piena e incerta allo stesso tempo. I banchi allineati nelle lunghe file dei corridoi, luogo inedito per un banco. Chissà se almeno il corridoio è il vostro, quello che popolavate ai cambi d’ora e negli intervalli, quello di cui conoscete gli odori, le piastrelle e le crepe nei muri, o se vi hanno sradicato mettendo il vostro banco in palestra o chessò, al primo piano.

La busta che si apre, le istruzioni.

E il foglio delle tracce che arriva sul tuo banco, e tu fai un respiro e cominci a leggere.

Sperando che ce ne sia una che risuoni almeno un po’, o che perlomeno non sia troppo in aliena al tuo essere. Attenta a scegliere quella che ti permetta di scrivere senza scoprirti troppo, senza raccontare troppo di te. Che non si sa mai chi legge…

Maestra del dico non dico, o meglio non dico facendoti credere che forse sto dicendo, occultando il tuo splendido essere in una prosa sofisticata, caratterizzata da periodi lunghi che la prof di italiano cerca da mesi di disincentivare.

Il tempo passa e ora avrai scelto la traccia. Quella che ti sembra più neutra, sicura, forse confortevole. E pazienza per i consigli di chi scrive per mestiere, il video di Severgnini l’abbiamo visto insieme, quello che diceva leggi prima di cominciare a scrivere, pensa a che cosa dire, e scegli di dirlo in maniera chiara. Mostrati, mostra il tuo pensiero. Mostra chi sei.

Ecco, hai scelto. Raccogli i pensieri. Si parla del senso di nazione, di Chabod, di Cavour, di

libertà, forse di diritti.

Scrivi e rileggi la tua prosa, accedendo un po’ a te ma non troppo. Le tracce non ti piacevano, alcune insidiose, alcune forse banali.

Il corridoio alla fine è il più caldo della scuola, quello al sole, dove l’acqua nelle borracce si scalda in fretta. Mettici del ghiaccio, per domani.

Trascrivi in bella, aggiusti qualche termine, rileggi.

Dopo cinque ore sei fuori, la testa un po’ affaticata, un po’ di pensiero alla versione di domani, molta te al tuo quadrupede preferito, per coccolarlo e farti coccolare un questi giorni così pieni.

One down.

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