È meno esotico dell’India, e ha anche richiesto un’orgnizzazione meno articolata, seppur non semplicissima, questo viaggio francese. L’occasione: XX ha impegni vari in Francia nella settimana dopo il ponte. E allora, perchè non partire prima e passare il ponte insieme a Parì?
Così, in formazione varia giacchè YY ha una montagna di impegni legati alla sua pallavolo, sua e dei suoi fanciulli (ivi compreso l’ingaggio di un metal coach, allenamenti e partite varie della sua e altre squadre di cui fa il supplente di qualcuno che è in luna di miele, eccetera), e la cucciola grande ormai scorrazza per mezza Lombardia, con targhe o senza, e sostiene di dover preparare i primi esami all’università al gusto di riconoscimento delle ossa animali e indovinelli sui vetrini al microscopio.
Così la formazione è un po’ ridotta, ma sempre frizzante, e prevede un’andata insieme verso la ville lumière e un ritorno autonomo di microba e cucciola media, con arrivo alla Malpensa al terminal piccolo e trenino da acchiappare.
I voli non sono stati semplici, e meno male che XX ha ereditato un contatto di quelli preziosi quando bisogna combinare voli complessi con le cucciole, come questo, l’India o gli Stati Uniti.
Grazie a quegli intrecci che non sai davvero bene come funzionano, hanno affittato un micro appartamento in una zona super, recuperato le chiavi a Milano dal padrone di casa (italiano) con piede rotto e sono arrivate nella capitale francese. La zona è bellissima, la casa trasuda sapore parigino con la vista sui tetti e sul Sacro Cuore e lo spazio minimal e i letti che quando li apri poi di devi sdraiare perché non c’è spazio per stare altrove.
Se solo non avessero preso tutta quella pioggia sugli Champs Elysés e dintorni e non fosse entrata tutta quell’acqua negli unici paia di scarpe…
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