Conversazione whatsapp:
Cucciola grande: ‘Ci credi se ti dico che siamo alla polizia?’
XX: ‘Ci credo si. Magari mi chiami e mi spieghi? Tutto bene?’
Segue, oltre un’ora più tardi (e alle menti attente non sfuggirà lo stress di quell’ora) messaggio vocale che dice più o meno così: ‘ No, allora, eravamo in macchina con Nadia (tragitto dall’ aeroporto al ranch, ndr), in uno di quei mercatini pieni di gente dove vai pianissimo perché sono tutti in giro, hai presente, come in India? (Dove lei non è stata, ma vabbè, abbiamo presente). Eravamo dietro altre auto, poi noi abbiamo girato a sinistra e ci ha fermato la polizia perché dicevano che non ci siamo fermate allo stop. Però lo stop non c’era, c’era solo il palo. Allora il poliziotto è salito in macchina perché qui i poliziotti sono a piedi, non hanno le auto, e siamo andate alla stazione di polizia. Lì abbiamo cercato di sdrammatizzare, ma loro hanno detto - non avete capito, lei è in arresto - (e qui il film di XX comincia a paventare appelli al presidente della Repubblica per liberare sua figlia detenuta in Zimbawe…), allora abbiamo pagato cinquanta dollari di, diciamo, multa, e ci hanno fatte andare. Tutto ok.
La via verso il ranch non è ancora del tutto sicura. Altro vocale. ‘Si, siamo arrivate, è bellissimo. Comunque la polizia ci ha fermato un’altra volta, dicevano che non avevavamo un bollino, un adesivo sulla macchina. Ci hanno chiesto dieci dollari, questa volta siamo scappate. Tanto loro sono a piedi. Quando siamo arrivate, ci hanno detto che abbiamo fatto bene a scappare.’
Apposto.
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