sabato 16 giugno 2012

SI CHIAMANO SOFFICINO, GODZILLA E MANINTASCA

C'è un posto, al confine tra il Piemonte e la valle d'Aosta, dove alla fine della valle con un torrente c'è un rifugio, raggiungibile soltanto a piedi, con una discreta pendenza, in circa quaranta minuti. In questo rifugio, per una settimana all'anno, abitano trenta nani trenta, guidati dalla rocciosa maestra di roccia Lux, che oltre ad una passione insanabile per l'arrampicata sportiva, è caratterizzata anche da una discreta dose di follia. I trenta nani si chiamano Sofficino, Godzilla, MiniMarghe, Pecora, Sandokan, Istrice, Manintasca, Up, Cicatrene, Cartoonia, Maldipancia, Miao, Bau e in molte altre variopinte maniere. Ognuno di loro di si è infatti guadagnato un soprannome sul campo, il che rende il loro campo di arrampicata un baldanzoso teatro di nomignoli parecchio buffi, urlati a squarciagola in una sorta di tifo motivazionale.
All'arrivo di XX, YY e microba, un po' in anticipo sull'orario stabilito, le cucciole sono state reperite: la cucciola grande di vedetta su un albero; la cucciola piccola impegnata in una gara di arrampicata di velocità a due, supportata da un tifo da stadio e soprattutto ingarbugliata all'arrivo, tanto che la discesa saltellante era molto saltellante e per nulla discesa. Questo ha richiesto l'arrivo della cavalleria, nella persona della rocciosa Lux, che le gridava "Hai fatto un origami con la corda!".
Tutti i nani, comprese le cucciole, erano allegri, sereni e complici. Nel corso della settimana hanno arrampicato, fatto la pizza con i brufoli di mozzarella, gli occhi di oliva e i capelli di prosciutto, arrampicato, giocato a nascondino, arrampicato, fatto la festa di streghe con Godzilla e Fata travestiti da orco (per essere un orco più credibile, pare che Godzilla abbia usato uno smalto giallo fosforescente a mo' di colla per appiccicarsi le foglie di felce alle unghie), arrampicato, contingentato le altalene con un massimo di venti dondolate, arrampicato, osservato scarabei, arrampicato, riso, arrampicato.
Nel corso della settimana la cucciola piccola si è concessa UNA doccia, la cucciola grande neppure quella. Si sono ripresentate con gli stessi vestiti con cui sono partite, anche se giurano di aver cambiato le mutande almeno tre volte (probabilmente contando la partenza e facendo un conto cumulativo per entrambe), ma erano così felici, autonome e indipendenti, che anche le armi batteriologiche incrostate nelle schifunghie giallo fosforescenti (sempre per la festa delle streghe) sono passate in secondo piano.

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