giovedì 19 luglio 2012

DA RICORDARE

Sono qualche decina gli aerei e gli aeroporti che XX frequenta ogni anno. E come per tutto, con l'esperienza si impara qualche accorgimento che rende la vita più facile: per esempio fare il check-in elettronico e stampare la carta d'imbarco il giorno prima, in modo da poter scegliere liberamente (quasi) il posto a sedere, saltare le code dei banchi del check-in e non dover aver a che fare con le infernali macchinette del check-in automatico, oggi così diffuse in molte parti del mondo. Per esempio scegliendo il posto corridoio. Per esempio scegliendo il bagaglio con opportune tasche e taschine. Per esempio ottimizzando il necessaire in una piccola bustina in plastica con cerniera, per poter imbarcare il bagaglio a mano in ogni occasione.
Nessuno di questi accorgimenti, però, ti cambia la vita se parti in un qualsiasi giorno dell'estate. Non importa quante carte oro di "passeggero professionista" hai nel portafoglio, gli aeroporti nei mesi estivi sono luoghi da non frequentare.
Questa mattina XX era arrivata in aeroporto - fortunatamente - con un discreto anticipo alle ore cinque e venti, la carta d'imbarco già pronta, il bagaglietto mignon, le carte oro-platino a disposizione. Nulla importava, si è trovata davanti una muraglia di valigie di dimensioni incompatibili con l'umano trasporto, una serie di interminabili file (per il drop-off anche con la precedenza, per i controlli di sicurezza, per comprare una bottiglietta d'acqua, per il bagno, all'imbarco e per aspettare il pullmino). Ha contato, per una una coppia variopinta davanti a lei in fila, l'imbarco di quattordici valigie stoccate su cinque carrelli per un totale volumetrico che superava di parecchio i cinque metri cubi e un peso del probabile ordine delle tonnellate. Ha visto bagagli nel cellophane, quello di casa e quello verde pisello dell'aeroporto, passeggini instabili, moltitudini di bimbi assonnati che stringevano i loro orsotti. Ha visto, più di sempre, dei tacchi improbabili usati per caracollare da una fila all'altra, addetti nervosi e frenetici (ed erano solo le cinque del mattino) e folla ovunque.
No, decisamente il mese di luglio è fatto per le vacanze, non per i viaggi di lavoro. Da ricordare, il prossimo anno.

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