Così alle 19.45, in un anticipato dopocena, le cucciole escono. Escono? Escono. Armate di una borsa contenente un pezzo di cartone da imballaggio, delle forbici, un bicchiere di carta riempito da cioccolato da condividere con Liluz, un biglietto giallo che indica la destinazione del cioccolato, un braccialetto e una bottiglia d'acqua, oltre alle duemila raccomandazioni di XX sul fatelebrave, nondisturbate, siateubbidenti, nongridate, nonparlate ma anche nondormite, nonlitigate, nonsbatteteipiedisullapoltronadavanti, sono state recuperate dai simpatici e disponibili genitori di Liluz.
Al ritorno, tardissimo che più tardi non si può, sono state spedite a letto dopo unicamente un sommario lavaggio denti, mentre la mattina seguente si sono susseguiti racconti, chiacchiere ed impressioni sullo spettacolo e sulla storia.
In questa divina commedia, il cui ricavo è stato devoluto all'associazione Pane Quotidiano (poi capirete il motivo della precisazione), c'era Dante con il telefonino scarico ed è proprio per questo che si perde nel bosco. Non angeli ma Angela, che svolazza con le ali e si pettina i capelli come Rapunzel. Ci sono Pluto, che però non è l'amico di Topolino, Francesca ("Ma chi era 'sta Francesca?"), i diavoli che mentre accompagnavano Dante al lago ghiacciato facevano le pernacchie al microfono, Virgilio ("Ti ricordi che non abbiamo conosciuto un cavallo che si chiamava Basiglio?"), e i golosi ( "Ma io non sono golosa, mangio solo un po' di cioccolato ogni tanto!").
La storia e lo studio dell'opera avranno probabilmente bisogno di pazienti e zelanti insegnanti della scuola secondaria, mentre alcuni messaggi dal palco sono stati accuratamente recepiti:
"Avete visto che il papà ha comprato tantissimi tipi di pane per la colazione?"
"Anche il MARZAPANE?"
"No, il marzapane non c'è."
"Ah. E il PANEQUOTIDIANO, invece??"
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